A scuola di libertà: a novembre le scuole imparano a conoscere la realtà del carcere
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- Categoria: Scuola ed educazione
- Pubblicato Domenica, 16 Novembre 2014 21:35
- Scritto da Chiara Obit
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FVG - La scuola e il Carcere, due mondi che nel mese di novembre avranno l’occasione di conoscersi e confrontarsi per riflettere insieme sul sottile confine fra trasgressione e illegalità, sui comportamenti a rischio, sulla violenza che si nasconde dentro ognuno di noi.
Per il secondo anno anche alcune scuole della nostra Regione aderiranno all’iniziativa proposta dalla Conferenza Regionale Volontariato Giustizia del Friuli Venezia Giulia, che ha aderito al progetto proposto su scala nazionale.
Lo scopo che la Conferenza si prefigge è quello di promuovere un modello di vera “sicurezza sociale” basato sulla solidarietà, la prevenzione, la responsabilizzazione, attraverso lo scambio di esperienze, le testimonianze di persone detenute e di chi si occupa di questi temi e il confronto con i giovani (soggetti protagonisti di futuri cambiamenti culturali), ma anche con gli adulti, genitori, insegnanti e chi ha voglia di capire più che di giudicare.
È una iniziativa che, se da un lato concorre ad “abbattere” le barriere culturali ed emotive che fanno del carcere un mondo a sé, per altro verso incide sul processo formativo degli adolescenti “aprendo loro gli occhi” su cosa significhi violare le leggi e subire la conseguente punizione, ma anche quanto sia faticoso il ritorno alla vita libera, il reinserimento sociale.
Numerose sono le scuole della nostra Regione che partecipano all’iniziativa: gli Istituti Cankar e Gregorcic di Gorizia, gli Istituti Einaudi e Marconi di Staranzano, l’Istituto Stringher di Udine, l’ENAIP di Pasian di Prato, il CIVI.FORM di Cividale del Friuli, l’Istituto Kennedy e il Grigoletti di Pordenone. Anche altri Istituti della Provincia di Trieste aderiranno al progetto nel corso dell’anno scolastico.
Negli incontri gli studenti incontreranno volontari che operano nei carceri della regione, gli operatori, i rappresentanti delle Istituzioni e in alcuni casi anche i detenuti, i Garanti dei detenuti e i Cappellani.
Si cercherà di fare capire ai ragazzi che l’esperienza del carcere riguarda persone con percorsi di vita spesso del tutto simili ai loro, ma che ad un certo punto hanno deragliato, senza che fossero in grado di chiedere aiuto o di pensarci prima.
Attraverso le testimonianze di queste persone, contenute in un DVD che verrà proiettato nel corso degli incontri, gli studenti sono invitati a pensare ai possibili comportamenti loro o dei loro amici che li espongono a rischi, come l’uso di sostanze o la guida in stato di ebbrezza. Si tratta di un allenamento “a pensarci prima” attraverso il confronto con chi è finito in carcere per non averlo saputo fare.
Chiara Obit
Conferenza Volontariato Giustizia