Esplorazione del Timavo: speleosub francesi al lavoro con gli speleologi della Sas
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- Categoria: Scienza e tecnologia
- Pubblicato Giovedì, 15 Agosto 2013 12:19
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Lunedì 12 agosto è stata effettuata una prima ricognizione subacquea nell'abisso di Trebiciano, proseguita poi nei giorni successivi. Ce ne riferisce Marco Restaino, uno dei responsabili della Sas, che sta seguendo tutte le fasi dell'esplorazione.
"Lo speleosub francese Michel si è immerso per più di un'ora nelle scure acque timaviche per familiarizzare con l'ambiente ed, esaminando tutto il perimetro del lago, controllare dove ci potrebbero essere i passaggi giusti dove proseguire le esplorazioni".
"Dopo aver tirato ed ancorato la sagola (il filo di Arianna cha segnala la via del ritorno all'esploratore) in diversi punti, lo speleosub è riuscito ad avere un'idea abbastanza completa dell'andamento generale del lago sotterraneo, dove ha seguito per 60 metri una sagola posizionata anni fa in una precedente immersione, percorrendo una sorta di grande galleria".
"Lo speleosub - racconta ancora Restaino - con questa prima immersione ha individuato i punti dove tentare le prossime esplorazioni, ha iniziato a conoscere la struttura di questi passaggi sotterranei e si è imbattuto nelle difficoltà che caratterizzano questo tipo di ambienti; difatti il problema principale è stata la pessima visibilità".
C'è un particolare promettente tuttavia: "Ha trovato un posto nel quale ha sentito un arrivo, una corrente d'acqua, che con questa magra probabilmente si rivelerà un buon punto dove concentrare gli sforzi nei giorni successivi".
"La visibilità risulta di gran lunga migliore rispetto all'abisso - spiega lo speleologo - e per questo ci fa ben sperare che le esplorazioni possano avere meno complicazioni".
A Trebiciano sono scesi nuovamente il 13 agosto 4 soci della Sas assieme allo speleosub Michel, che ha voluto ritentare le esplorazioni a metà mattinata.
"Lo speleosub - racconta Marco Restaino - ha ripercorso il perimetro del lago, analizzando le pareti palmo a palmo e a diversi livelli di profondità".
"Anche in questa occasione la visibilità non era delle migliori e questa situazione non ha favorito le esplorazioni, ma quantomeno Michel è riuscito ad avere un quadro ancora più completo rispetto all'immersione di ieri e questo l'ha portato ad escludere definitivamente alcune zone del lago dove sicuramente non vi sono prosecuzioni transitabili".
"Più interessante la spedizione al pozzo dei Colombi, dove uno speleosub è sceso sott'acqua per quasi 50 metri, ha riconosciuto le zone già in altre spedizioni esplorate ed ha trovato la prosecuzione in direzione Nord, quella dove decenni fa le esplorazioni si erano concluse ad un centinaio di metri da questo punto".
Una curiosità che sicuramente farà piacere ai naturalisti: "Nelle acque di Trebiciano - annota Marco Restaino - inaspettatamente sono stati osservati circa una ventina di protei (proteus anguinus Laurenti, 1768, anfibio urodelo appartenente alla famiglia dei Proteidi. È l'unico vertebrato europeo con habitat unicamente nelle grotte, ndr - nella foto) di grandi dimensioni. La cosa ci ha molto rallegrato, in quanto, nonostante negli ultimi anni siano aumentate le segnalazioni di questo anfibio cavernicolo, non immaginavamo una presenza numerica così alta".
"Segno che con la diminuzione dell'inquinamento delle acque sotterranee, questo curioso anfibio si sta riconquistando i suoi spazi".
"Non sono ormai più i protei ad essere in pericolo di estinzione: saranno gli speleologi a rischiare di estinguersi!" - Scherza (ma non troppo) Marco Restaino. - "Considerati i sempre minori fondi erogati alla speleologia, e quindi l'impossibilità di portare avanti i nostri progetti di didattica, promozione, conservazione e monitoraggio dell'ambiente carsico, e conseguentemente tarpando le ali a chi ha la passione di valorizzare il nostro territorio e a chi divulga le peculiarità invidiate e note a livello internazionale proprie della città di Trieste, rischiamo di diventare una specie in via di sparizione!"
(Credits: Stefano Savini; Marco Restaino, Società Adriatica di Speleologia. Licenza Creative Commons: uso non commerciale, citare la fonte).