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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Il Consiglio approva un provvedimento con cui sollecita normativa nazionale su unioni gay

Il Consiglio approva un provvedimento con cui sollecita normativa nazionale su unioni gay

Trieste - Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia "fa voti" affinché il Parlamento approvi al più presto la proposta di Testo unificato inerente la regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e la disciplina delle convivenze, nota come "proposta Cirinnà".

Il provvedimento regionale chiede che il Parlamento italiano approvi al più presto la normativa, affinché siano riconosciute e regolate le unioni civili anche tra persone dello stesso sesso nell'ambito dell'ordinamento giuridico italiano.

A proporre la richiesta, i consiglieri Lauri (SEL), Shaurli (Pd), Paviotti (Citt) e Frattolin (M5S); il provvedimento è stato approvato il 20 novembre con 30 voti favorevoli, compresi quelli della presidente Serracchiani e dell'assessore Vito.

Unici contro sono stati Marini (FI) e Zilli (LN), mentre Cargnelutti (NCD), Ziberna e Novelli (FI) hanno dichiarato la loro non partecipazione al voto, il primo "perché la materia è di competenza del Parlamento e non del Consiglio regionale", gli altri due perché non è stata accolta una modifica al testo che li avrebbe portati a votare astensione.

Così Barbara Zilli, consigliere regionale della Lega Nord, ha motivato il voto contrario al documento: "Usare le unioni civili come arma di distrazione di massa è terribilmente cinico e meschino. Temi di tale delicatezza e complessità meritano discussioni approfondite e scevre da ideologie, e soprattutto sedi appropriate: spetta al Parlamento legiferare sul tema, non certo alla Regione. Il Consiglio regionale non deve impartire lezioni di morale. Deve fare leggi per i cittadini di questa regione".

Giulio Lauri (Sel) è intervenuto a sua volta per motivare la proposta avanzata: "L'unica strada per raggiungere una parità di diritti piena tra eterosessuali e omosessuali e la loro uguaglianza completa di fronte alle leggi è quella di riconoscere nel nostro ordinamento il diritto al matrimonio civile tra persone omosessuali. Questa è a nostro avviso la direzione verso cui l'Italia potrebbe e dovrebbe andare".

"Come avvenne già ai tempi delle leggi sul divorzio e sull'aborto, siamo convinti che anche su questo tema il Paese reale sia oggi molto più avanti delle sue rappresentanze istituzionali. Ma al momento attuale, il primo passo da fare per dare da questa regione un segnale di civiltà al Paese è appoggiarci esplicitamente alla cosiddetta proposta Cirinnà".

"Le unioni civili riguardanti anche persone dello stesso sesso - aveva detto Eleonora Frattolin spiegando i contenuti del documento che porta per prima la sua firma - non sono ancora regolamentate dal nostro ordinamento nazionale; tale vuoto legislativo mette l'Italia nella situazione di essere uno dei pochi Paesi che ancora non ha provveduto in tal senso, sebbene anche la Corte costituzionale abbia invitato il Parlamento a provvedere".

La presidente Serracchiani ha, da ultimo, accolto un ordine del giorno a firma M5S più Lauri con cui si chiede alla Giunta di attivarsi presso il Governo affinché sia ritirata o annullata la circolare emanata lo scorso 7 ottobre dal ministro dell'Interno, Alfano, con cui si impediscono le trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all'estero.

La portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Eleonora Frattolin ha commentato con soddisfazione l'approvazione del voto alle Camere presentato dal gruppo M5S.

"Non possiamo più avere paura di chi non aderisce (o non finge di aderire) a un modello familiare tradizionale che si presume sia - come ha affermato qualcuno - l'unico capace di "costituire una comunità di affetti e di solidarietà in grado di trasmettere valori e ad armonizzare i diritti degli individui con le altre istanze della vita sociale" - ribadisce la capogruppo M5S".

"Sicuramente è più comodo e semplifica le cose fare finta che la nostra società non sia interessata da cambiamenti radicali, in atto da tempo: il referendum sul divorzio ha cambiato la concezione stessa di un modello familiare tradizionale e immutabile".

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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