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Stato-regione: rivisto al ribasso il contributo del FVG. Opposizione: solo lifting
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Giovedì, 23 Ottobre 2014 18:11
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Roma - Nell'incontro Stato-regione tenutosi il 23 ottobre nella capitale, la Giunta ed il governo hanno negoziato e firmato un nuovo accordo sul contributo del Friuli Venezia Giulia allo Stato. Ne dà notizia la Regione stessa in una nota.
Il documento sottoscritto a Palazzo Chigi - si legge nel comunicato della Giunta FVG - ridefinisce in otto articoli e aggiorna, in senso più favorevole alla nostra Regione, i rapporti finanziari tra il Friuli Venezia Giulia e il Governo, riguardando complessivamente l'arco temporale tra il 2011 e il 2017.
È l'articolo 2 a stabilire il superamento del cosiddetto "patto Tremonti-Tondo", firmato nel 2010 dall'allora ministro alle Finanze e dall'ex governatore, riducendo in maniera sensibile il contributo dovuto dalla Regione allo Stato, che nel triennio dal 2015 al 2017 non è più di 370 milioni all'anno ma scende a 260 nel 2015, per ridursi ancora a 250 sia nel 2016 che nel 2017, con un saldo netto, a vantaggio della nostra Regione, di 350 milioni di euro.
"Un contributo non più finalizzato all'attuazione del federalismo fiscale, perché non portato a compimento, ma al risanamento della finanza pubblica - puntualizza l'assessore regionale alle Finanze Francesco Peroni - cui si aggiunge un significativo aumento degli spazi finanziari, ovvero della capacità di spesa, già a partire da quest'anno".
Ottanta milioni all'anno per quattro anni, "che permetteranno già in questi ultimi mesi del 2014 di anticipare il raggiungimento degli obiettivi di governo che ci eravamo dati, senza ricorrere a rinvii tecnici", ricorda l'assessore. A queste risorse, che tra saldo netto e maggiori spazi finanziari, assommano a 670 milioni di euro, vanno aggiunti altri 155 milioni di euro, frutto del riconoscimento di spettanze pregresse, relative a varie voci: gettito IRPEF, accisa energia elettrica, rimborso canoni demaniali, accisa carburante.
L'intesa sottoscritta a Roma conferma, inoltre, i precedenti impegni in relazione al pagamento, da parte dello Stato, degli arretrati della compartecipazione all'imposta sul reddito da pensione. Una partita che vale complessivamente 650 milioni di euro.
A fronte di questo accordo, la Regione Friuli Venezia Giulia rinuncia ai ricorsi promossi davanti alla Corte Costituzionale relativamente alle manovre di finanza pubblica introdotte dallo Stato.
Contestualmente le parti si impegnano a rinegoziare entro il 30 giugno 2017 il Protocollo, nella parte relativa al contributo a carico della Regione per le annualità dal 2018 in poi.
Da parte sua l'opposizione, per voce del capogruppo del Nuovo Centrodestra in Consiglio Regionale FVG, Alessandro Colautti, ridimensiona il risultato raggiunto: "Da una prima lettura delle notizie stampa ed in attesa di poter approfondire il documento, e senza voler sminuire l’azione svolta, mi sembra che più che ad un’operazione di superamento di quello che è stato più volte definito come “scellerato patto Tondo-Tremonti” siamo in presenza di un’operazione di lifting”.
Prosegue Colautti: “In considerazione che le risorse accantonate (370 milioni l’anno) erano per contribuire ad un federalismo fiscale mai decollato e che quindi chiunque non avrebbe versato allo Stato, la domanda è come mai, invece, continuano a restare risorse allo Stato dell’ordine di circa 250 milioni per anno fino al 2017?"
"Questi soldi che rimangono allo Stato si vanno quindi a sommare al prelievo disposto nei confronti della nostra regioni, pari ad un miliardo e trecento milioni che già abbiamo dato allo Stato per il risanamento del debito pubblico? Se così è, il Friuli Venezia Giulia non credo ne esca rafforzato, anche perché tale impegno finanziario non mi sembra richiesto ad altre regioni né speciali né ordinarie”.
“Relativamente alla questione dei nuovi spazi finanziari recuperati – continua Colautti – plaudo al lavoro svolto, ma si tratta di una conquista nuova che non può essere riferita al Patto Tondo – Tremonti perché allora non c’era il patto di stabilità. Il fatto che ci sia il riconoscimento dei crediti pregressi mi sembra una cosa ovvia, dato che non sono conquiste ma riconoscimenti già presenti”.
“Riservandomi di approfondire meglio i termini dell’accordo – conclude Colautti - bisogna anche capire questo nuovo patto che impatto avrà sulla finanziaria di quest’anno, dato che oltre ai tagli diretti che si dovranno effettuare (sull’ordine dei 70-80 milioni di euro), bisognerà calcolare quanto peseranno, in termini di minori entrate da compartecipazioni sull’Irpef, gli 80 euro decisi da Renzi e il taglio dell’Irap previsto nella finanziaria. Questo, credo, comporterà per la Regione un impatto finanziario negativo sul bilancio di circa 250 milioni di euro”.