Economia
Finest, obiettivo primario dare credito alle aziende
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- Categoria: Economia e mercati
- Pubblicato Lunedì, 29 Ottobre 2012 20:29
- Scritto da Maurizio Pertegato
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PORDENONE - È stato approvato questa mattina, 29 ottobre, nel corso dell’Assemblea dei Soci il bilancio di Finest dell’esercizio 2011-2012. Numeri che riflettono le generale fase di recessione ma che offrono anche segnali di ottimismo per il futuro.
“Il bilancio dell’esercizio 2011-2012 porta un risultato negativo netto pari a 10,606 milioni di euro – spiega Renato Pujatti, Presidente di Finest– un dato che riflette sia le difficoltà di Finest come azienda che opera in una fase mondiale di stagnazione-recessione, sia le difficoltà delle aziende sue partner. Per tale perdita l’Assemblea ha disposto la copertura con Riserva Statutaria ex art. 31, senza necessità di ricapitalizzazione. La stabilità della finanziaria non è pertanto in discussione, anche in ragione del patrimonio netto di circa 150 mln. di cui dispone. Inoltre, preciso che Finest è una società seria, sana, diventata più moderna, che ha riformato il management, razionalizzando i costi. E questo, ha già portato benefici proprio su tale fronte”.
I numeri a bilancio per l’esercizio appena concluso dimostrano l’effettiva correlazione tra i risultati della finanziaria e il suo mercato di riferimento. Il più significativo in questo senso riguarda le operazioni erogate. Nell’esercizio in esame, infatti, il Consiglio d’Amministrazione della finanziaria ha deliberato l’intervento in 13 progetti di investimento, attestandosi su livelli, seppur inferiori rispetto agli anni pre-crisi, pressoché invariati rispetto all’anno precedente (14 operazioni nel 2010-2011); di questi 13 progetti approvati, tuttavia, 7 sono rimasti in stand by per volere dell’imprenditore italiano, che ha preferito mettersi in attesa dell’evoluzione del suo mercato di riferimento. Pertanto, sebbene Finest abbia mantenuto il suo impegno nei confronti del territorio senza contrazione della disponibilità di investimento, la propensione ad una maggiore prudenza da parte del sistema imprenditoriale del Nord Est ha inciso su quanto concretamente erogato, che è sceso a 3,8 mln di euro, di cui 1,5 circa in partecipazioni e 2,3 mln in finanziamenti. Ne consegue un peggioramento delle componenti di ricavo, dovute tra le altre cose al margine di intermediazione, ridottosi assieme al numero delle erogazioni.
“Accanto alla contrazione del core business della Società abbiamo dovuto fronteggiare anche situazioni di forte criticità per alcune aziende nostre partner, sfociate in ristrutturazioni o vero e proprio default. Siamo stati così costretti ad attuare, anche per quest’anno, una politica di accantonamento alla voce riserve fortemente prudenziale, che ha inciso sul risultato d’esercizio per ben 11 mln di euro, portandoci quindi alla perdita per 10,6 mln. di euro”.
Per gli importi erogati, si confermano tra i Paesi di maggiore interesse Romania, Croazia, Russia e Serbia. Tra i settori di riferimento, oltre ai business tradizionali del territorio (edilizia, metallurgia, meccanica, legno/mobile, plastica), si segnala un crescente orientamento verso le utilities e in particolare la green economy.
Per ciò che riguarda i costi di struttura, si sono mantenuti stabili rispetto all’anno precedente e sono oggetto di attuale ottimizzazione in chiave di spending review.
“L’insistenza di condizioni economiche severe e la crisi strutturale del nostro sistema produttivo, spingono necessariamente ad una riflessione circa nuove modalità di gestione per Finest.Il cambiamento è tanto più stringente quanto obbligatorio e, seppur nei limiti imposti dalla nostra legge statutaria, ci siamo adoperati per intraprendere una strategia a breve termine di contenimento dei costi di gestione e di sviluppo di nuovi prodotti con le relative linee di ricavo. Il tutto nell’ottica di raggiungere una condizione di pareggio per il futuro esercizio, liberando ulteriori risorse da offrire al territorio e soprattutto evitando l’inasprimento delle condizioni da riservarsi alle imprese, già sufficientemente provate dal credit crunch bancario.
E’ nei momenti di crisi che lo spirito imprenditoriale deve prendere il sopravvento, quindi abbiamo seminato moltissimo, forti delle risorse umane altamente specializzate di cui disponiamo, della rete italiana ed estera costruita in vent’anni di attività e della reputazione di partner solido e affidabile che possiamo vantare nei confronti delle nostre aziende”.
Tra le azioni concrete ed efficaci a favore degli imprenditori l’apertura di un ufficio SACE presso l’head quarter di Finest a Pordenone, per favorire l’accesso agli strumenti di assicurazione del credito, e l’organizzazione di un brain storming collettivo sul futuro dell’internazionalizzazione a giugno in Villa Manin: un’occasione preziosa di dialogo tra l’imprenditoria locale e la politica, mai necessario come in questo periodo storico di sfiducia nei confronti delle istituzioni. Finest ha inoltre lavorato al fianco delle associazioni di categoria per diffondere la cultura d’impresa e ascoltare le esigenze delle aziende e, insieme ad Invitalia, ha pensato a nuovi modi per attrarre ricchezza sul territorio, proponendosi come strumento di valore aggiunto per chi volesse fare impresa nel triveneto. Sul fronte estero Finest ha generato condizioni favorevoli all’investimento nei suoi Paesi di pertinenza, in primis quelli più importanti per le imprese, come Russia e Serbia, esplorando al contempo nuovi territori promettenti, come l’Armenia, in modo da ottenere vantaggi competitivi in termini di tempo e di opportunità per le aziende.
“Tutto ciò che si è fatto e si farà si regge sulla solida convinzione che Finest sia lo strumento più valido che il Nord Est dispone in questo momento per affrontare i vicini mercati esteri. I Paesi in cui operiamo richiedono ancora oggi una complessità di intervento che spesso scoraggia i più piccoli e meno strutturati e la nostra realtà, fatta di micro e nano aziende, è gravemente svantaggiata per l’export e l’internazionalizzazione. E’ pertanto nostro dovere, in quanto finanziaria con finalità pubbliche, mettere a fattore comune competenze e risorse, in modo tale da sostenere la ricchezza del nostro territorio ed essere protagonisti, assieme agli imprenditori, di una nuova vigorosa fase di espansione.