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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Attualità

La Banca d'Italia pubblica le cifre della crisi: cala la produzione, aumentano i disoccupati

La Banca d'Italia pubblica le cifre della crisi: cala la produzione, aumentano i disoccupati

Roma - Il Prodotto interno lordo (Pil) dell'Italia è sceso di poco più del 2 per cento nel 2012, sostanzialmente in linea con quanto previsto a luglio. Per il 2013, la stima è stata rivista al ribasso (da -0,2 a -1,0%) per effetto del peggioramento del contesto internazionale e del protrarsi della debolezza dell'attività nei mesi più recenti.

Sono i dati che si leggono nel Bollettino economico della Banca d'Italia, presentato il 18 gennaio a Roma. Dopo una riduzione in media dell'1% quest'anno, il Pil potrebbe invertire la rotta nel 2014, ma con livelli di crescita molto scarsi. Il tasso di disoccupazione dovrebbe toccare il 12 per cento nel 2014, contro l'11% attuale.

La spesa delle famiglie, rileva la Banca Centrale, ha segnato un nuovo calo, il sesto consecutivo, nel terzo trimestre del 2012 (-1%), esteso a tutte le componenti e particolarmente accentuato nel settore dei beni durevoli (-2%). Le decisioni di consumo sono state influenzate dal livello ridotto del potere d'acquisto; nella media dei primi tre trimestri del 2012 il reddito disponibile reale - al netto cioè dell'inflazione - delle famiglie si è ridotto del 4,3% rispetto a un anno prima.

Nello stesso periodo si sono ridotti anche i risparmi. I consumi sono rimasti deboli nei mesi finali del 2012; le vendite al dettaglio e le immatricolazioni di autoveicoli hanno continuato a ridursi in autunno.

L'indice del clima di fiducia dei consumatori è ai minimi storici: sui giudizi delle famiglie pesa il pessimismo sull'evoluzione del quadro economico generale e personale e il peggioramento delle attese sull'andamento del mercato del lavoro. La disoccupazione giovanile infatti ha toccato il suo livello massimo dal 1992, arrivando al 37%.

Secondo gli esperti della Banca d'Italia, dovrebbe esserci un ritorno alla crescita nella seconda metà dell'anno, sia pure su ritmi modesti e con ampi margini di incertezza. La svolta ciclica sarebbe resa possibile dalla graduale ripresa degli investimenti, a seguito della normalizzazione delle condizioni di finanziamento e del recupero della domanda nell'area dell'euro, nonché del parziale miglioramento del clima di fiducia.

Ma i rischi sono ancora elevati. I maggiori fattori di rischio al ribasso, si spiega nel Bollettino, sono legati all'andamento della domanda interna e alle condizioni del credito: il ritorno a tassi positivi di accumulazione potrebbe essere ritardato da un'evoluzione meno favorevole delle aspettative delle imprese; gli effetti sull'attività delle banche del deterioramento dei bilanci bancari e dell'accresciuta rischiosità della clientela potrebbero essere più persistenti. Evoluzione più positiva potrebbe, invece, derivare da un ulteriore rafforzamento delle prospettive per l'area dell'euro.

Dal lato delle imprese, si registrano difficoltà crescenti nell'accesso al credito. Il peggioramento è riconducibile ai più elevati rischi percepiti riguardo alle prospettive dell'attività economica in generale e di particolari settori o imprese.

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Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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