“In fondo agli occhi" di Berardi: metafora del nostro Paese
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- Categoria: Teatro
- Pubblicato Martedì, 21 Aprile 2015 23:58
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Trieste - In fondo agli occhi di e con Gianfranco Berardi, Gabriella Casolari con la regia di César Brie, va in scena mercoledì 22 e giovedì 23 aprile al Teatro Miela, giungendo così all’ultimo spettacolo della riuscita collaborazione fra Bonawentura/Teatro Miela e il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, una sinergia sul piano artistico e su quello logistico.
Con il loro spettacolo Berardi e Casolari mettono a nudo la condizione, senza prospettiva, del nostro Paese, che viene paragonata alla cecità, attraverso una vicenda ironica e acuta.
«Gianfranco Berardi è lo spirito libero di un teatro non addomesticato – ha scritto Sara Chiappori nella recensione per La Repubblica – nel suo e nel nostro buio accende lampi spavaldi di intelligenza, risate e struggenti dolcezze. La regia di Cèsar Brie sorveglia con discrezione, la complicità di Gabriella Casolari arrotonda gli eccessi. Inutile resistere a Berardi: anche se non vuoi ti porta in fondo agli occhi, dalle parti del cuore».
Abbiamo dialogato con lui, chiedendogli perché uno spettacolo come “In fondo agli occhi”?
Lo abbiamo scritto a quattro mani, io e Gabriella, per raccontarsi e raccontare il nostro Paese. Sono partito da un’esperienza autobiografica per tradurre e catalizzare una situazione collettiva, universale, cercando e trovando punti di connessione con la mia storia personale, fatta di vizi, non solo di virtù. Uno spettacolo fatto di ricerca, ricerca ed esplorazione che prosegue, anche, attraverso gli altri con i quali portiamo avanti la nostra ricerca.
Un reciproco scambio di situazioni, di “vedute”, che arricchiscono l’uno e l’altro, nel mio caso e di Gabriella. Perché soli non si può stare, non si fa niente e non si cresce. Gli occhi del cieco sono quattro in questo caso, i miei e quelli di Gabriella che raccontano.
Questo spettacolo pur partendo dall’espediente della mia condizione fisica, quale la cecità, vuole offrire allo spettatore l’ occasione per riflettere del nostro Paese, che versa in una condizione di crisi, di frustrazione e di mancanza di prospettiva, e se non è questa cecità.
È la condizione di un intero Paese rabbioso e smarrito che brancola nel buio alla ricerca di una via d’uscita. «Chi è più cieco di chi vive, senza avere un sogno, una prospettiva davanti a sé, di chi essendone consapevole, non può far altro che cedere alla disperazione? Un paese cos’è in fondo se non le persone che al suo interno vivono e si muovono?»
Berardi spiega che ogni punto di forza può essere, nella vita, punto di debolezza: allo stesso modo la fragilità, in scena, può divenire il perno su cui esprimere tutto il proprio potere. Ecco dunque la voglia di costruire «a partire da noi – sottolinea – da ciò che sta in fondo ai nostri occhi, un affresco del contemporaneo». In scena, una barista, Italia, donna delusa e tradita, e Tiresia, suo socio ed amante, non vedente, raccontano le loro delusioni e speranze.
In fondo agli occhiè uno spettacolo che sa parlare del nostro non facile presente senza pesantezze, ma anzi, usando l’arma tagliente e vivace dell’ironia.
Lo spettacolo è una produzione della Compagnia Berardi-Casolari con il sostegno del Teatro Stabile di Calabria, va in scena al Teatro Miela mercoledì 22 e giovedì 23 aprile alle ore 21.
I biglietti ancora disponibili si possono acquistare presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, ed i consueti circuiti e accedendo attraverso il sito www.ilrossetti.itall’acquisto on line. Interi € 15.00, Under 26 € 12.00, last minute € 12.00. Prevendita anche presso la biglietteria del Teatro Miela tutti i giorni dalle 17 alle 19. e a partire da un’ora prima dello spettacolo.
Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.