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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Teatro Nazionale: La Nico Pepe dice la sua

Teatro Nazionale: La Nico Pepe dice la sua

Una lettera aperta. La Civica Accademia Nico Pepe decide di dire la sua sulla questione Teatro Nazionale e lo fa attraverso un "manifesto" firmato da tutti i suoi docenti. In questi ultimi tempi, della questione del Progetto per concorrere al riconoscimento di un Teatro Nazionale in Friuli tra Udine e Trieste, si è fatto un gran parlare e dalla lettura dei tanti articoli pubblicati ne emergeva un quadro scomposto e compulsivo, nel quale la posizione della Civica Accademia Nico Pepe è sempre stata descritta dagli altri soggetti partecipanti, generando un contesto che risulta diverso da quello che quanto in effetti ho sempre sostenuto in incontri e ambiti anche pubblici. Credo sia quindi doveroso che i cittadini e le cittadine che sono poi anche il nostro pubblico vengano messi a conoscenza direttamente della nostra visione in modo da poter disporre di un quadro di insieme più preciso. Noi della Nico Pepe benché individuati come partner strategici fin dall'inizio, siamo entrati nel dibattito quando i dubbi erano forse già superiori agli elementi a favore del Progetto, che comunque era ancor tutto da costruire e già la fattibilità cominciava a incrinarsi. Le dichiarazioni che ho fatto a suo tempo su un certo ritardo nel nostro coinvolgimento, sono poi state ampiamente superate. Oggi che quasi certamente la questione Teatro Nazionale viene archiviata, mi pare quanto mai vitale recuperare, semmai si fossero intravisti, quei principi che forse sono mancati rendendo l'ipotesi intera più vicina al matrimonio di interesse o alla fusione tra imprese che a una condivisione di progetti artistici e culturali. Non dico che tale aspetto debba mancare quando si parla di strutture culturali complesse e che danno lavoro a molte persone, ma quando è carente una visione in grado di offrire una prospettiva di crescita di maggiore espansività e una proposta che possa accomunare le realtà verso un obiettivo comune e magari accompagnato da quel pizzico di sana visionarietà, allora viene a mancare il cuore stesso del Progetto e sarà più difficile sostenere o accompagnare gli incontri di tipo tecnico poiché le difficoltà finiranno con l'avere il sopravvento. Quello che è mancato è stato forse l'aprirsi alla condivisione di un Sogno che ci chiedeva di osare.. Noi della Nico Pepe abbiamo tentato di tenere lontane le paure pur paventateci anche da amici e sostenitori perché ci è parso di intravvedere molti aspetti positivi... Noi immaginiamo un Teatro in cui la Formazione, la Pedagogia diventino aspetti fondativi e qualificanti dell'essere attori, diventino aggiornamento permanente, specializzazione, perfezionamento e si affianchino alla produzione offrendo versatilità, snellezza di proposte di eccellenza e a costi ridotti. Una piccola postilla storica: a proposito di istituzioni di rilevanza culturale e di visionarietà dei progetti: l'incompreso Pasolini del "Manifesto per un nuovo teatro" del '68 sognava un attore come "uomo di cultura" nell'ottica di una educazione e formazione continua, e agente in adeguati spazi dedicati alla pedagogia. Noi pensiamo che il rapporto tra teatro e formazione porti il necessario alimento di forze giovani e innovative anche nell'affrontare i classici e che l' innesto di nuova linfa vitale aiuti a ridurre la separazione tra i teatri per un unico grande Teatro di Qualità, superando le divisioni tra generi o le definizioni ormai desuete. Ci sarà un buon Teatro e buone pratiche per farlo, per reinventarlo, in modo che sia stabile-mobile, contemporaneamente molto agile, e possa tornare a incidere maggiormente nel tessuto della collettività sostenendone la crescita anche attraverso principi estetici oltre che sociali o etici. Se una (vera) progettualità saprà nascere potrà trovarci disponibili nell'ottica della nostra missione. Inoltre noi abbiamo sempre considerato la formazione non come un bene esclusivo per adepti ma sempre aperta anche al pubblico, quindi proiettata verso una crescita culturale generalizzata del territorio sia attraverso la visibilità del nostro lavoro interno, cioè esoterico, sia in senso essoterico, cioè rivolta a quanti volessero avvicinarsi con curiosità alle pratiche teatrali attraverso singoli laboratori o partecipando ai numerosi incontri aperti. E' palese nelle cronache di questi giorni come sia atto colpevole il far vivere male la gente, in luoghi abbandonati al degrado sociale, senza prospettive di miglioramento, e come questo reiterarsi del vivere alla giornata, senza bellezza senza occasioni di riflessione, favoriscano l'insofferenza, l'intolleranza, la rivolta... Ci pare fondamentale inoltre l' opportunità di apertura internazionale così come già facciamo, da anni, e incentiviamo continuamente. L'istanza internazionalistica dovrà convivere con il radicamento nel territorio, in virtù di quell'agire g-locale, cioè locale con sguardo globale. Saremo forti al di fuori dei confini se riconosciamo la bellezza di un'identità in movimento verso l'altro. L'attore dovrà essere europeo e multilingue e dovrà portare il proprio contributo di artista come ambasciatore di cultura nei paesi che andrà a visitare con il suo talento. Mai come adesso pensiamo sia importante continuare il dialogo che si è intrapreso anche se in maniera incompleta, nella speranza che il tempo ci porti al più presto verso forme di condivisione e coordinamento che abbiano gambe capaci di farci andare lontano. Ci piacerebbe quindi intessere a beneficio della nostra città e della regione una più viva collaborazione con Trieste, la vicina Slovenia, le regioni e gli stati confinanti. Siamo quindi a disposizione per proseguire in una prospettiva di Teatro nazionale, se non nella forma ministeriale ma nello spirito, ma anche di andare oltre. Un chiarimento è tanto più doveroso adesso in quanto si profila il dibattito sul TRIC ovvero il Teatro di Rilevante Interesse Culturale e anche in questa occasione la Civica Accademia è stata citata come parte in causa senza però che ci fossero contatti o richieste. Ma noi siamo pazienti. Pazienti e determinati a incontrarci sul piano dei principi alcuni dei quali sono stati qui esposti. 
 Claudio de Maglio, Direttore della Civica Accademia d'Arte Drammatica "Nico Pepe" (foto in alto) i docenti: Marta Bevilacqua, Paola Bigatto, Giuliano Bonanni, Paola Bonesi, Elena Bucci, Roberto Canziani, Giuseppe Paolo Cecere, Arturo Cirillo, Valter Colle, Chiara Donada, Denny Fiorino, François Kahn, Gabriele Mancini, Lorenzo Mucci, Sheela Raj, Maurizio Schmidt, Marco Sgrosso, Giovanni Battista Storti, Carlo Tolazzi, Marco Toller, Maril Van den Broek, Monica Vendruscolo E per lo staff Diana Barillari, Barbara Gortana

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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