Per la stagione dell'operetta, torna a Trieste la "Vedova allegra"
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- Categoria: Teatro
- Pubblicato Giovedì, 14 Giugno 2012 17:17
- Scritto da Tiziana Melloni
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Con il suo fascino intramontabile, torna al "Verdi" di Trieste la "Vedova allegra" di Franz Lehàr, operetta simbolo della belle èpoque e del radioso crepuscolo viennese. Dal 14 al 23 giugno lo spettacolo viene riproposto nello sfarzoso e raffinato allestimento realizzato in coproduzione con il Teatro Carlo Felice di Genova, il San Carlo di Napoli e l’Arena di Verona.
Fiore all’occhiello delle produzioni dei Laboratori della Fondazione lirica triestina, dove è stato interamente realizzato, lo spettacolo, che sarà ripreso dal regista Giulio Ciabatti, porta la firma di Federico Tiezzi che ha lavorato sul testo riportando "La vedova allegra" al dettato originale, alla fredda ironia della stesura in lingua tedesca. Le scene, ispirate all’architettura di Alfred Loos e all’Art Decò viennese, sono di Edoardo Sanchi, i costumi sono di Giovanna Buzzi, gli interventi coreografici dell’ungherese Gabor Keveházi e le luci di Roberto Zanellato.
La regia intende valorizzare "l’erotismo della musica, la sensualità che intride il canto" sottolineando il carattere erotico della "Vedova allegra", elemento chiave della fortuna di questa operetta. Un erotismo che permea non solo i dialoghi tra Danilo e Hanna Glawari ma anche la musica. Le parti recitate invece si appellano al music hall e al nostro varietà, isolate con luci di proscenio, davanti a un sipario, come in un vero e proprio spettacolo di varietà.
Un lungo percorso storico segna a Trieste la presenza di questo titolo dal significato e fascino particolare, per la grande fortuna che questa operetta ha avuto nella città giuliana, dove al teatro "Filodrammatico" ha vissuto la propria avventurosa "prima" italiana diretta dall’autore nel 1907, due anni dopo il debutto al Theater an der Wien nel 1905 e poco prima della edizione in lingua italiana al Teatro "Dal Verme" di Milano.
L’intreccio sentimentale si basa su una serie di equivoci che coinvolgono tutti i personaggi con scambi di coppie, promesse, sospetti e rivelazioni che si sbrogliano alla fine con il matrimonio dei due protagonisti: la bella Hanna Glawari con il Conte Danilo, un aitante principe diplomatico.
La vicenda si sviluppa nell’ambito di una cornice anni Trenta, in cui si muove una prestigiosa compagnia di canto composta da: Valeria Esposito, interprete del ruolo protagonista, Hanna Glawari; Alessandro Safina, il Conte Danilo. Alida Berti interpreterà il ruolo della soubrette Valencienne e Marco Frusoni quello di Camille de Rossillon.
Nel cast cantanti e caratteristi familiari al pubblico triestino come Gennaro Cannavacciuolo (Njegus), Andrea Binetti, Marcello Lippi, Dario Giorgelè e poi Alessandro De Angelis, Anna Bordignon, Stefano Consolini, Miriam Artico, Federico Benetti, Marzia Postogna. Completano la compagine artistica l’Orchestra, il Coro del Teatro Verdi (preparato dal M° Paolo Vero) e il Corpo di ballo del Teatro di Pécs.
Sul podio il M° Antonio Pirolli.
(la foto è di Fabio Parenzan)