La scenografia oggi tra illusionismo e tecnologia. Incontro di studio in onore di Sergio D'Osmo
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- Categoria: Teatro
- Pubblicato Lunedì, 06 Maggio 2013 14:00
- Scritto da Nicola Nonino
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Trieste - A un anno dalla scomparsa di Sergio D'Osmo, si è tenuto sabato 4 maggio un incontro di studio in suo onore, intitolato "Dentro la scena", svoltosi presso il civico museo teatrale Carlo Schmidl di Trieste.
Alla presenza di un centinaio di persone di ogni età, tra cui molti bambini, la serata è cominciata raccontando chi era Dodo omaggiando così una carriera colma di enormi successi e anche piccoli aneddoti della vita quotidiana passata in bottega, raccontati da colleghi e amici quali Franco Però, Stefano Nicolao, Pierpaolo Bisleri e Federico Cautero, suo allievo e ideatore di questa serata.
Federico Cautero, volente o nolente, tenta di raccoglierne il testimone nei migliori dei modi: innovando la scenografia teatrale, progetto al quale lo stesso d'Osmo si affacciò qualche mese prima della sua scomparsa.
Nonostante il Fondo Unico dello Spettacolo sia sempre più basso, a causa dei continui tagli alla cultura, Cautero crede ciecamente in questo progetto, dando vita ad opportunità di lavoro, ad un notevolissimo abbattimento dei costi e dei consumi di produzione, ma soprattutto reinventando quella che è l'articolazione dell'organizzazione e dell'allestimento produttivo di uno spettacolo teatrale: tutto avviene in tempo reale.
Il progetto si basa su una nuova concezione della scenografia teatrale, unendo il reale al virtuale, ovvero attraverso l'uso di applicazioni tecnologiche digitali in teatro e sfruttando la multiproiezione tridimensionale. Cautero assieme ai suoi collaboratori Giuseppe Emiliani, Stefano Cantadori, Irene Maiolin, Stefano Vidoz e Fabio Antoci porta il teatro verso un nuovo livello.
Utilizzando pochi elementi con un budget veramente ridotto all'osso, l'équipe va a ricreare diverse situazioni partendo dal concetto di illuminazione, eliminando molti fari e gelatine ed utilizzando dei videoproiettori gestibili via computer, creando effetti che normalmente sarebbe difficile e dispendioso ottenere.
La serata, si è conclusa con un'installazione di scenografia virtuale sul pavimento delle scale dello stesso museo, scale ove vi si è assiepato il numeroso pubblico per assistere alla performance teatrale di Maurizio Zacchigna, in un passo tratto da "Il Conde" di Claudio Magris, accompagnato dal contrabbassista Massimiliano Forza e le luci di David Fischer, scenografia virtuale di Federico Cautero e assistente al progetto Stefano Vidoz.