Musica balkan a Guča na krasu - Guča sul carso per il Summer Festival con gruppi senza confini
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- Categoria: Musica
- Pubblicato Domenica, 20 Luglio 2014 12:00
- Scritto da Marzio Serbo
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Trieste - Grande consueta convention di luglio per tutti gli amanti della musica balkan a Guča na krasu - Guča sul carso (Ts) svoltosi il 18 e 19 luglio. Anche quest’anno migliaia i partecipanti arrivati da tutta la regione, dal Veneto, dalla Slovenia e oltre per la sesta edizione del festival.
Chi si accampa nel grande spazio dedicato a Borgo Grotta, chi sale alla tre giorni con i bus navetta da Trieste, grande organizzazione insomma per l’incantevole cornice carsica che espone senza confini mentali sonorità e parole dai vicini Balcani, per l’unico festival del genere in Italia.
Dopo il concerto di Manu Chao a giugno che mostrava di essere il preludio di un’interessante nuova kermesse, sono giunti sull’altipiano fanfare macedoni, band serbe, musicisti bosniaci, greci, italiani capaci di costruire ponti musicali che fanno riemergere alla mente le immagini emozionanti e mai sbiadite di Andrić.
Così lo scorso venerdì 18 luglio la gente si accalcava per il concerto clou del festival, quello dei bosniaci Dubioza kolektiv che ha riscosso il meritato atteso successo.
Un gruppo ormai non più giovanissimo, noto a un sempre più vasto pubblico, che affonda le radici nel rock, nel rap, nello ska che sa vestirsi fusion, che ha anima e cuore balkan e che conosce la magia di oltrepassare i stretti confini della lingua bosniaca per arrivare a tutti.
I testi scritti in inglese, fra i più famosi forse “U.S.A”, “Eurosong” e Making Money”, ci sono, ma la maggior parte parlano la loro lingua madre, tutti, comunque graffianti ritratti della crisi profonda che avvolge la realtà bosniaca: un mondo dove i giovani stentano a ritrovare la speranza per costruirsi un futuro sereno, i politici si palleggiano le responsabilità e nel quale le ferite aperte stentano a rimarginarsi.
Un paese che bussa fiero all’Europa affermando la propria orgogliosa esistenza e allo stesso tempo, se ne sta seduto in un angolo dei suoi confini più poveri.
I Dubioza kolektiv sanno dipingere questa provocazione politica al ritmo incessante delle loro canzoni, fanno ballare, fanno cantare, fanno pensare e forse fin arrabbiare chi si ferma al termine a riflettere dopo il divertimento, ma, ciò che più importa, nella loro semplicità sanno parlare ai giovani e ai meno giovani il linguaggio dell’impegno e della responsabilità.
Grandi fino alla fine, quando, sorprendendo anche gli organizzatori, hanno invitato a salire sul palco il grande trombettista macedone Dzambo e la sua orchestra di ottoni, presenti per il concerto del giorno seguente e hanno concluso suonando assieme in uno strepitoso mix esplosivo di felici sonorità.