Wunderkammer: a confronto con il direttore artistico Andrea Lausi.
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- Categoria: Musica
- Pubblicato Martedì, 22 Aprile 2014 10:39
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Trieste - Il cartellone del festival di musica antica Wunderkammer di Trieste sorprende sempre e per questa edizione 2013/14 ha incluso anche la settima arte, con la proiezione del film-documentario “Richard Wagner Diario veneziano della sinfonia ritrovata” di Gianni Di Capua presentato alla 70° Mostra Cinematografica della Biennale di Venezia e in anteprima europea al Bayreuther Festspiele in occasione delle celebrazione del bicentenario della nascita del grande compositore tedesco.
Tanti gli appuntamenti interessanti anche in questa edizione, abbiamo chiesto al direttore artistico Andrea Lausi di condividere con noi alcune impressioni.
Wunderkammer Festival di Musica Antica 2014 quali soddisfazioni vi ha dato?
Con la stagione 2013 - 2014 Wunderkammer ha accelerato ancora verso quella che vorremmo divenisse sempre di più la sua collocazione nel panorama dei festival europei: una stanza delle meraviglie per esplorare nuovi modi di far musica, con la qualità come sola stella polare ad aiutarci nella navigazione, nelle scelte. Di qui l'ampliarsi delle sezioni "Giovani interpreti" e "Laboratori". Si vede in giro molta passione, preparazione e entusiasmo, ma spesso i primi passi verso una carriera sono faticosi, molte società di concerti osano troppo poco, soprattutto quando si trovano di fronte proposte di repertori poco frequentati che vengono da artisti giovani e quindi non noti. Il binomio artista poco noto - repertorio inusuale è una sfida, ma è proprio lì che sta la frontiera e a quella bisogna dare impulso e offrire occasioni di visibilità.
Ogni anno il vostro Festival dimostra qualità e novità, impegni non sempre facili da mantenere, con i tagli alla cultura che ci sono stati ?
Investire maggiori risorse, insomma fornire semplicemente più soldi non porta a molto se porta solo a un incremento del numero di copie degli stessi eventi, magari "grandi eventi", schierati in fila ordinata dietro a un modello dominante. Quello che è necessario è piuttosto aumentare la varietà, creare occasioni di sperimentazione di alta qualità. Il senso di “Wunderkammer Laboratori” è proprio questo: fare di Wunderkammer un semenzaio di nuove idee per creare, quasi sempre in cooperazione con altre rassegne, degli spettacoli nuovi che poi gli artisti possono proporre e far circolare per i festival.
Cosa vi rinnova ogni anno ad impegnarvi in questo vostro Festival di Musica Antica?
Come ha scritto Kees Boeke, interprete e insegnante fra i più innovativi degli ultimi quarant'anni, la sola valida ragione per suonare musica di un'altra epoca, che sia del 19º secolo o del 13º secolo, è la sua rilevanza per la musica e per la mente di oggi. La musica composta fra la fine del 17º secolo e il 19º secolo ha dominato a lungo il nostra pratica musicale, al punto che il repertorio classico ha da tempo perso il suo carattere rivoluzionario, la sua capacità di provocare cambiamenti. Piaccia o no, lo stesso si può dire ad esempio dei Beatles. Come il cortocircuito fra la cultura medioevale e le idee dei greci e dei romani ha portato a una rivoluzione culturale nel Rinascimento, pensiamo che cortocircuitare le idee musicali del presente con quelle del passato abbia in sè qualcosa di estremamente promettente. E' proprio la sua alterità, insieme alla duttilità delle sue possibili riletture, a rendere la storia della musica così gravida di promesse.
Bilanci per quest'anno e previsioni future, cosa ci può dire?
Il bilancio lo può fare solo il pubblico. Quello di Trieste, che ci circonda con il calore di una comunità, e quello invisibile ma interessato e presente di Radio3 Suite, che sin dalla primo edizione trasmette quasi la totalità dei nostri eventi. Quanto al futuro, ci stiamo pensando, soppesando, incastrando. Sperando non tanto di farvi cosa gradita, quanto di sorprendervi.