Presentazione del Festival Internazionale del Cinema e delle Arti “I Mille Occhi”
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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Lunedì, 10 Settembre 2012 22:39
- Scritto da Mariangela Miceli
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Trieste - Al via i lavori stamane del Festival “I Mille Occhi” con la conferenza stampa che segna l'apertura dell'evento, svoltasi alle 10.30 presso il bar Ariston. Il direttore del festival Sergio Mattiassich Germani ha esposto le linee del programma illustrando lo spirito e le intenzioni della manifestazione, anche quest'anno ricca di eventi.
Ciò a cui assisteremo – o meglio, per entrare nel vero spirito del festival, ciò a cui prenderemo parte – dal 14 al 20 settembre presso il cinema Ariston non è, come spiega il direttore Germani, una presentazione museale, chiusa nel passato, ma un'attualizzazione delle pellicole proposte, a tutti gli effetti “film per l'oggi” alla luce di una maggiore e nuova consapevolezza tanto storica quanto artistica.
Vari i percorsi in programma, a cominciare dal cinema di Valerio Zurlini, regista incredibilmente moderno e sceneggiatore brillante, che avremo modo di riscoprire a trent'anni dalla scomparsa con la proiezione, fra le altre, dell'introvabile versione originale, concessa dalla Mostra del Cinema di Venezia, di “Cronaca familiare”.
Formula diversa quest'anno per il percorso “Germania anno zero”, giunto al terzo anno e curato dal regista Olaf Möller, anch'egli intervenuto alla conferenza: in questa edizione saranno presentati i lavori di cineasti tedeschi in Italia. “Per registi e produttori tedeschi l'Italia – fa notare lo stesso Möller – negli anni Cinquanta e Sessanta era un punto focale per girare film e illustrare il dopoguerra”.
Il programma prevede anche l'omaggio a Breda Beban con la proiezione in anteprima di “My funeral song”, e a Giuseppe Fava, la cui uccisione nel 1984 per mano di Cosa Nostra l'ha messo in luce come figura di grande importanza civile. Da segnalare anche l'omaggio all'attrice triestina Lia Franca, radiosa meteora del cinema che ha recitato accanto a De Sica ne “Gli uomini, che mascalzoni...”, film anch'esso in programma.
Un'agenda fitta, mai monotona ma al contrario ricca di spunti. In tal senso viene chiarita la scelta di spostare la sede dal Miela all' Ariston, nella volontà dell'associazione Anno Uno di potenziare il desiderio di aprirsi a nuovi pubblici.
In merito alle scelte operate Germani spiega come tali scelte appaiano forse non immediatamente ovvie ma in realtà accessibili anche al grande pubblico se si mira ad una strategia di comunicazione e di diffusione della cultura – così come di un percorso di crescita dello stesso festival.
Ciò che traspare durante la presentazione è il grande entusiasmo che non si affievolisce anche giunti all'undicesima edizione e che anzi sembra sempre rinnovato, fra uno sguardo al passato e uno al futuro. Forse perché, per chiudere con le parole di Olaf Möller, <<Non importa in che anno un film è stato realizzato: se un film funziona in una certa epoca, allora possiamo star certi che si tratta di un film contemporaneo>>