Il Festival Trieste Science+Fiction: visto da noi
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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Domenica, 06 Novembre 2016 15:25
- Scritto da Daniele Benvenuti
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Trieste – Ormai volge quasi alla conclusione, la maratona del Festival Trieste Science+Fiction Festival, che quest’anno ha stupito come non mai. Dal Premio Urania d'Argento 2016 alla carriera, consegnato all’attore olandese Rutger Hauer, celebre per la sua interpretazione in Blade Runner di Ridley Scott e interprete di oltre ottanta film; all’intervento del Maestro Dario Argento, intervenuti a Trieste per presentare il restauro in 4K di Zombi (Dawn of the Dead) di George Romero, nella versione montata e curata all’epoca dal maestro del brivido italiano per il mercato europeo e con le musiche dei Goblin, eventi che hanno intrattenuto un pubblico accorso numeroso in un sold-out continuo.
L’attore Rutger Hauer, durante la conferenza stampa, ha risposto a varie domande e raccontato qualche curioso aneddoto. Come ad esempio, il suo particolare rapporto di lavoro sul set de La leggenda del santo bevitore diretto dal nostro grande regista Ermanno Olmi. Il regista, narra Hauer, sembrava una persona spesso assente, in realtà “era uno a cui non sfuggiva nulla e dirigeva i suoi film come se fossero una sinfonia”. Ricorda anche una volta in cui il regista, vedendolo all’inizio non proprio a suo agio, per quel ruolo a lui inusuale, gli disse: “fai finta che sia un film d’azione, vivi e recita il personaggio secondo il tuo animo e la tua fantasia”. Ammette che quel film toccò profondamente la sua anima.
Parlando poi del film che lo ha reso un’icona, dice che Blade Runner ebbe un altissimo numero di imprevisti e problemi tecnici ma, anche per questo, è diventato il film che è. Cita l’evento, per lui comico, della scena della colomba bianca che non voleva saperne di volare via - mentre lui, lentamente, spirava dopo aver pronunciato il famoso monologo:
“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.”
Scena poi risolta, dopo vari tentativi con la colomba, col montaggio. Hauer si è rivelato una persona semplice, molto disponibile e ironica.
Dario Argentoha portato in sala il restauro in 4K di Zombi di G. Romero (1978), nella versione montata e curata per il mercato europeo (presentato in anteprima al Festival di Venezia) mentre Luigi Cozziha presentato la versione definitiva del suo Blood on Méliès Moon, di cui aveva mostrato in anteprima proprio al Trieste SciFi Festival 2015 il work-in-progress.
Una storia reale, interessante e coinvolgente ambientata in Francia a fine Ottocento, che narra dell’inventore Louis Le Prince il quale, dopo aver brevettato una macchina che filma le immagini in movimento per proiettarle su uno schermo, scompare misteriosamente; da allora, di lui e della sua invenzione non si è saputo mai più nulla.
Tra i titoli in concorso, segnaliamo sabato 5/11 l’attesa anteprima italiana Monolithdi Ivan Silvestrini, svoltasi, sabato 5 novembre,thriller italo-americano tratto dal grafic novel di Roberto Recchioni (ospite assieme al regista), curatore di Dylan Dog. Fra quelli fuori concorso invece, per gli amanti dell’horror, consiglio di andare a vedere almeno uno dei due film del coreano Yeon Sang-Ho. Grazie alla Tucker Film abbiamo avuto il piacere di avere a questa kermesse - a partire dalle 17.30 di domenica - il regista che ha entusiasmato persino Cannes! Sempre domenica, sarà Alex Gibney a chiudere questa edizione del Festival 2016 col suo Zero Days, una storia di guerra informatica governativa, tema molto attuale che sta riempendo le pagine dei giornali più importanti del mondo proprio in questi mesi.
Buona visione !