Johnnie To: "il futuro del cinema di Hong Kong sono i registi del Fresh Wave!"
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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Domenica, 22 Aprile 2012 19:25
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Il futuro del cinema di Hong Kong? Sono loro: i giovanissimi registi del “Fresh Wave!”. Parola di Johnnie To, l’ospite illustre del quattordicesimo Far East Film, premiato, la seconda serata del festival con il Gelso d'oro alla carriera, al Teatro Nuovo Giovanni da Udin. Il noto regista era ad Udine per presentare la commedia “Romancing In Thin Air” ma anche, quattro corti del “Fresh Wave Short Film Festival”. "Voi, ragazzi, dovete girare più film che potete, ha aggiunto il regista, rivolgendosi a Wong Wai-kit, Mo Lai e Li Yin-fung, i tre beginners che lo hanno seguito a Udine, e, quando li avete girati, dovete subito portarli sotto i riflettori di Far East Film!".
Non a caso, il Festival friulano è la prima sponda occidentale toccata da Mister To per promuovere le opere dei suoi allievi (opere mai uscite prima dai confini asiatici!). Seguirà, il 29 giugno, la trasferta alla decima edizione di Paris Cinéma, nell’ambito della sezione Hong Kong à l’honneur: un corposo omaggio al cinema dell’ex colonia britannica.
Il Fresh Wave, diretto stesso Johnnie To per conto dell’Hong Kong Arts Development Council, dà voce ai nuovi talenti hongkonghesi e ha trovato proprio nel mitico regista (Presidente del Film and Media Arts Group) una solida colonna e un entusiasta ambasciatore internazionale: scoprire, coltivare e promuovere la next generation di cineasti e filmmaker è, per lui, il modo più felice di salvaguardare l’anima creativa della sua amatissima Hong Kong e di garantirle una continuità nel tempo.
Quello di Johnnie To è uno dei nomi più cari al team e agli spettatori di Far East Film: un’amicizia che dura da tempo, visto che fin dal numero zero del festival, nel 1998, il pubblico ha letteralmente adorato il mitico regista (l’anno successivo, poi, fu proprio il suo memorabile “A Hero Never Dies. Hongkonghese per nascita, ma udinese per affettuosissima acclamazione popolare, To ha inoltre voluto girare proprio nella città friulana alcune scene del suoYesterday Once More nel 2004.
Dopo la proiezione al FEFF, “Romancing in Thin Air” farà tappa al Trento Film Festival, storica rassegna internazionale dedicata al cinema di montagna.
Nel terzo giorno di programmazione del festival invece, altro debutto importante. Far East Film 14 non darà spazio soltanto all’Asia contemporanea ma anche al suo passato, documentando attraverso 10 titoli invisibili in Occidente uno dei periodi più scuri (ma, culturalmente, più fertili) della storia della Corea del Sud: gli anni ‘70. The Darkest Decade: Korean Filmmakers in the 1970s, questo il titolo della preziosa retrospettiva firmata da Darcy Paquet e in apertura lunedì 23 aprile, racconterà come a dispetto dell’ambiente politicamente e socialmente repressivo, durissimo, caratterizzato da una feroce censura, alcuni registi abbiano scelto, con grandi risultati, di rimanere attivi per tutto il decennio, producendo così alcune delle opere più memorabili della storia del cinema nazionale.
Sono cinque i grandi maestri selezionati: a cominciare dall’autorevolissimo Kim Ki-young (il suo leggendario The Housemaid del 1960 è stato riletto, nel 2010, da Im Sang-soo e proprio Im Sang-soo presenterà tra pochi giorni al Festival di Cannes il thriller erotico “Taste of Money” interpretato dallo stesso Darcy Paquet!) e proseguendo con Lee Man-hee, Kim Soo-yong, Yu Hyun-mok fino, ovviamente, a Im Kwon-taek, il più noto al pubblico occidentale.
The Darkest Decade sarà una celebrazione dei loro successi come il film d’apertura, "Pollen" (1972), paragonato a Teorema di Pasolini: l’opportunità di testimoniare, per la prima volta fuori dai confini sudcoreani, la storia delle loro lotte e delle loro carriere tutt’altro che in discesa (Lee Jang-ho fu arrestato nel 1975 per uso di marijuana e riuscì a girare un nuovo film solo dopo l’assassinio del Presidente Park Chung-hee, Shin Sang-ok si vide revocata la licenza a girare e fu successivamente rapito e deportato in Corea del Nord).
Oltre a firmare la retrospettiva, Darcy Paquet firma il volume Il decennio oscuro – I registi coreani negli anni Settanta (edito dal FEFF in Italiano e in Inglese): una preziosa pubblicazione che, attraverso interviste, saggi, profili dei registi, intende situare i capolavori nascosti nel loro esatto contesto storico e, perché no? stimolare i lettori alla ricerca di altre gemme sepolte nella darkest decade.