Paolo Sorrentino e Matteo Renzi, cultura ed educazione: due provocazioni per un nuovo inizio
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- Pubblicato Giovedì, 03 Aprile 2014 21:58
- Scritto da Silvano Magnelli
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Trieste - Quasi negli stessi giorni, poco tempo fa, sono apparse nel panorama della nostra società italiana ingrigita e stanca, due provocazioni su cui merita soffermarsi.
Da una parte e per la prima volta un neo Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, indica come priorità del suo programma l’impegno per la scuola da rifare e da rilanciare come base protettiva e diffusiva della formazione di nuove generazioni di italiani aperte ad un futuro più fiducioso.
Dall’altra l’ambìto premio Oscar al film italiano “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, un film discusso e discutibile come pochi altri, ma di indubbio valore culturale, che sposta l’asse dell’indagine culturale, rompendo la pigrizia collettiva del pensiero.
Eventi non comparabili e troppo diversi? Ci andrei piano a liquidare l’argomento, perché invece un filo conduttore esiste, non certo negli ambiti che restano diversi, ma nelle evocazioni che si congiungono.
Tutti sono attenti, e giustamente, a seguire e giudicare le mete di rinnovamento economico, fiscale, amministrativo, poste dal nuovo premier, pochi hanno dato importanza invece a questo impulso dell’educazione, a conferma dello storico disinteresse di molti italiani per gli aspetti educativi e relazionali delle nuove generazioni, un atavico e incomprensibile distacco, come se si potesse avanzare nella civiltà senza curare la crescita completa delle persone.
Non so se Renzi ce la farà, ma come molti italiani ancora con la testa sul collo, lo spero sul serio, altrimenti il collo non se lo romperà solo lui… Apprezzo per intanto le sue visite settimanali nelle scuole italiane e spero faccia per questo ambiente quanto è stato omesso e/o ignorato in passato.
Sul film di Sorrentino si è scatenato un putiferio di opinioni, rimane a suo merito l'aver ripreso un cinema della consapevolezza, della condivisione e della riflessione approfondita, un salto di qualità verso un superamento della superficialità in cui navighiamo senza neppure accorgercene.
Come fa un popolo a riprendere il cammino privo di una forza interiore alimentata da relazioni costruttive, appoggiandosi solo sull’egocentrismo e sul lobbismo? Come fa un popolo a rinascere da uno sfacelo dei costumi, se non ne ha neppure la coscienza? L’educazione è l’indispensabile piattaforma di idee e di valori senza la quale c’è solo volgarità, disincanto, aggressività e povertà relazionale.
La cultura poi come espressione di un pensiero che si interroga e di un dibattito che non viene evitato, crea le basi di una volontà di vivere meglio e far vivere meglio oltre le derive della paura , della corruzione, del fanatismo di sé.
Se nella crisi ci vogliamo restare ancora, basta ignorare educazione e cultura e affidarci alle ambizioni individuali, all’idolatria del denaro e alla conservazione dei privilegi, dando pasticche e bicchieri pieni ai giovani e meno giovani. Se ne vogliamo uscire, il timone va riposizionato sulle energie positive, che non nascono nella sale da giochi, nei giochi di palazzo o nell’indifferenza quotidiana.
Silvano Magnelli