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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Idee per il 2014 ricordando il grande Nelson Mandela: solo cambiando se stessi si può tornare a sperare

Idee per il 2014 ricordando il grande Nelson Mandela: solo cambiando se stessi si può tornare a sper

Trieste - Canta Vasco Rossi: "Cambiare opinione non è difficile, cambiare partito è ancora più facile, cambiare il mondo è quasi impossibile. Si può cambiare solo se stessi: sembra poco, ma se ci riuscissi, faresti la rivoluzione".

Il focus di tanti opinionisti oggi è tutto concentrato sulla caduta della speranza, insomma 60 anni fa stavamo assai peggio, ma il tasso di speranza era alto e quindi ci si è ripresi lo stesso. Vi è perciò in questo momento un male peggiore del possibile spread in ascesa, delle borse in discesa o del Pil al rallentatore e si chiama incapacità di guardare avanti e persino voglia di farlo.

Per di più si mescola al disagio l’idea infondata, ma diffusa, che il buonumore tornerà solo a condizioni economiche ristabilite e a crisi domata. Insomma tornerò a sperare solo se ce ne saranno le condizioni esterne, vuoi economiche vuoi politiche, ma pensando così si blocca il  dinamismo vitale del laboratorio intimo della nostra coscienza, che è invece l’unica sede di una possibile ripartenza.

Ha detto il direttore de "La Stampa" Mario Calabresi: "Esiste una nuova forma di pudore, quello che frena la speranza. Invece bisogna riprovarci, anche se ci siamo fatti male troppe volte".

Il pensiero corre perciò quasi naturalmente da una parte a Papa Francesco cresciuto alla scuola di una società dove la miseria è endemica e quasi irremovibile, costretto a vivere anche nell’orrore di una dittatura ferocissima poi superata, e dall’altra a Nelson Mandela, vittima dell’apartheid.

Il  crocevia in cui si sono incontrate quelle due anime è stato il crocevia della reazione interiore a tanto male, l’unica possibile, l’unica che può produrre cambiamento.

In particolare spicca il cambiamento di Mandela partito con idee rivoluzionarie, ma violente, e poi diventato artefice di un’idea molto più rivoluzionaria, quella del perdono verso il nemico e della riconciliazione nazionale, perché, come ebbe  a dire egli stesso subito dopo la sua liberazione, "ora il mio corpo è libero, ma la mente può restare prigioniera dell’odio".

Il pensiero corre inoltre ai più anonimi, ma non meno stupendi, abitanti di Lampedusa, che da 25 anni salvano vite, ospitano naufraghi e lo fanno senza aspettare le decisioni sempre tardive della politica nazionale o europea, prendendo persino premi e riconoscimenti europei.

Il pensiero corre anche ai grazie che andrebbero fatti arrivare ai tanti anonimi, che si adoperano altruisticamente, cambiando se stessi senza aspettare che cambi il mondo. Meglio sarebbe dire che lo cambiano comunque, poco o tanto non importa, provando e riprovando a vivere e a pensare in un altro modo, ovvero guardando il mondo stesso da un angolo visuale sempre più allargato e non da un ristretto vicolo cieco individuale.

                                                                Silvano Magnelli       

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Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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