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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Censis: gli italiani altruisti e motivati, cresce la fiducia. Il ritorno del pendolo

Censis: gli italiani altruisti e motivati, cresce la fiducia. Il ritorno del pendolo

Trieste - La notizia è girata poco, l’ho trovata su "Avvenire" del 7 novembre scorso. In questi giorni è uscito il rapporto del Censis, Centro studi e investimenti sociali, che come ogni anno fa la fotografia agli italiani. Dopo anni di grande peggioramento in senso individualistico, arriva la scoperta di una svolta: la crisi sta infatti facendo cambiare a molti l’atteggiamento verso la vita e il prossimo.

L’indagine del Censis, intitolata “I valori degli italiani 2013, il ritorno del pendolo” ci fa sapere che “l’egoismo è stanco, cresce la voglia di ritrovare l’altro. Cittadini preoccupati, ma non disperati. La crisi antropologica ha consumato il suo slancio, anche se egoismo, passività ed irresponsabilità non sono svaniti, anzi stano arrivando al punto massimo, ma le energie per un’inversione  di rotta ci sono tutte”.

Di qui l’immagine del pendolo che cambia posizione. E inoltre “è diffuso il desiderio di fare qualcosa per la comunità anche se molti non sanno come agire concretamente, per cui risulta che il 40% degli italiani sono disponibili a far visita agli ammalati, quasi il 30% vorrebbero fare qualcosa per chi è in difficoltà. Insomma c’è in giro una rinnovata voglia di essere altruisti”.

Sembra quindi che le ambizioni personali comincino a lasciare il posto ad altri tipi di gratificazione e, seppure l’85 % si dice preoccupato, ben il 73% non si sente né frustrato né sconfitto e 4 su 10 dimostrano di credere ancora in loro stessi e nell’avvenire.

Dice il Direttore del Censis De Rita: “Quella italiana sembra una società migliorata sotto il profilo valoriale rispetto a qualche anno fa, anche se non ha un punto forte di aggregazione”.

L’indagine ci porta su un terreno di riflessione quasi sconosciuto, ma è confermata dal parere di molti operatori del volontariato, che vedono crescere sotto i loro occhi la disponibilità a fare qualcosa per gli altri.

Dice Ernesto Olivero , fondatore del Sermig di Torino: "Lasciamoci cambiare dalla crisi. Questo è il momento fertile perché l’esempio arriva dal basso, da chi si rimbocca le maniche per sé e per gli altri. Chi governa prenda l’esempio, questo comporta un cambiamento di stile e quindi implica scendere da cavallo come ha fatto il Samaritano".

"Dicono che l’occasione fa l’uomo ladro, ma l’occasione può anche fare l’uomo saggio, generoso ed altruista. Insomma prima di cercare nel portafoglio, bisogna cercare nel cuore. Nei momenti difficili o ci si abbatte o si dà fondo alle risorse, attingendo a quei valori che sicurezza e benessere tendono a farci trascurare”.

Arrivano anche conferme da altri testimoni come Maddalena Furiosi di Abio associazione per i bambini in ospedale, che trova la sua esperienza ricaricante e sostiene che “c’è un buon ricambio con forze fresche e motivate, stare vicino ai bambini che soffrono è un’esperienza formativa per tanti giovani, ma anche per gli adulti”.

Oppure da Stefano Ravenna, alpino impegnato nella Protezione civile, che dichiara come il tanto lavoro nelle calamità naturali riporta a casa persone del tutto diverse da come erano partite. Talora quel lavoro si concentra nell’ascolto e nell’abbraccio di chi ha subìto gravi lutti o dispiaceri

E, nonostante la crisi, sono tanti i giovani che danno il loro tempo nella Onlus “La Lanterna" di Milano dove viene dato un supporto a molti ragazzi nel doposcuola. L’elenco per fortuna sarebbe molto più lungo.

Di certo in questo momento è centrale la spinta di umanizzazione, spiritualità e sobrietà che sta dando Papa Francesco con i suoi credibili richiami a mettersi al servizio della comunità e di concentrarsi su chi sta peggio.

Tutti questi dati e questi fatti risultano in controtendenza rispetto alla percezione comune quindi meritano una riflessione aggiuntiva. Del resto la speranza è un sogno fatto da svegli (Aristotele).

Silvano Magnelli
  

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