Oltre la crisi, creatività, bici, orto e aiuto tra familiari: ritratto degli italiani alla fine del 2012
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- Pubblicato Venerdì, 07 Dicembre 2012 17:01
- Scritto da Tiziana Melloni
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Roma - La crisi fa cambiare rapidamente le abitudini, e magari in meglio: è quanto rivela il 46esimo rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del Paese, presentato a Roma il 7 dicembre.
In due anni 2,5 milioni di famiglie hanno venduto oro o preziosi, l'85% ha eliminato sprechi ed eccessi, il 73% va a caccia di offerte, il 62,8% ha ridotto gli spostamenti per risparmiare benzina, si vendono meno auto e c'è un boom delle biciclette: ne sono state vendute 3,5 milioni. Infine 2,7 milioni di italiani coltivano ortaggi sul terrazzo o nel giardinetto di casa per il consumo privato.
Di fronte all'assottigliamento dei servizi pubblici viene in soccorso la solidarietà familiare, con una spesa annua complessiva intorno ai 20 miliardi di euro nelle famiglie a favore di un proprio componente.
Secondo l'indagine, per gli italiani le cause principali della crisi economica sono politica e corruzione. Nella graduatoria delle cause della crisi più citate - si legge nel dossier -, il 43,1% degli italiani indica la crisi morale della politica e la corruzione, il 26,6% il debito pubblico legato a sprechi e clientele, il 26,4% l'evasione fiscale.
Solo al quinto posto di questa graduatoria del peggio, dal 18% circa, viene messa al bando la politica europea e l'euro, mentre i problemi delle banche italiane sono più citati anche rispetto alle speculazioni della famigerata finanza internazionale.
"La divaricazione si è fatta chiara - si legge nella sintesi del Rapporto annuale - le strategie istituzionali di rigore dei conti pubblici, di riduzione delle spese, di riforme settoriali, di razionalizzazione dell'apparato pubblico sempre meno trovano saldatura con le affannose strategie di sopravvivenza dei vari soggetti sociali. Si potrebbe dire due strategie da separati in casa".
Nell'ultimo anno i partecipanti a iniziative di protesta contro la politica hanno raggiunto il 4,1% della popolazione e fra i giovani la quota raggiunge il 13 per cento.
"Siamo sopravvissuti a dieci anni di crisi, dal 2001 ad oggi, con nessun intervento di governo che l'abbia significativamente contrastata - ha detto lo storico presidente del Censis, Giuseppe De Rita - Sopravvivremo verosimilmente anche ai probabili e/o improbabili governi del prossimo futuro. Viene spontanea la domanda: ma perchè dobbiamo sopportare governi in cui tutti vogliono governare, ma nessuno è d'aiuto al nostro stress di sopravvivenza? Forse è ora di trovare un modo di governare che si connetta ai processi reali, in una nuova sperimentazione di unità di governo e popolo".