Pedalando per il mondo insieme ad Emilio Rigatti
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Giovedì, 14 Aprile 2016 16:25
- Scritto da Timothy Dissegna
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Chiopris-Viscone – Nato a Gorizia, una vita trascorsa a Padova, poi di nuovo il Friuli e, nel mezzo, tantissimi viaggi: la cronostoria di Emilio Rigatti, scrittore e professore che ieri sera ho avuto l'enorme piacere di intervistare di fronte a una nutrita platea presso la biblioteca di Chiopris, scorre veloce tra una pedalata e l'altra. Perché tutto ruota attorno a lei, la bici.
Classe 1954, Rigatti ha dedicato libri e storia personale all' “andare lento”, anche se lui sulle due ruote corre non poco. E proprio per raccontare questa suo life-style è stato ospite del ciclo d'incontri con l'autore che da qualche mese animano il paesino della Bassa, arrivando rigorosamente pedalando da San Nicolò di Ruda, paese in cui adesso vive. Lo stupore generale ha lasciato ben presto, comunque, lo spazio all'enorme fascino che quest'uomo semina appena apre bocca.
Elemento che si capta già leggendo la sua biografia e il ricco elenco di opere che ha prodotto. La curiosità con cui parto, però, è la più immediata: come nasce questa passione per la bici? E il racconto inizia nell'infanzia, quando faceva le scuole a Padova e, in vista della promozione della terza media, il padre gli chiese cosa volesse come regalo. Niente materiale per Emilio, ma “solo” di poter andare da solo dal Veneto al Friuli. Pedalando. E da quel viaggio, così importante che, come dice lui stesso, tremava all'inizio e dovette fermarsi.
Ma da quel sellino non scenderà più, anche se sembrerà per un periodo che la storia sia finita. Poi le cose cambiano di nuovo, la passione per le due ruote riemerge ed ecco che le brevi gite diventano viaggi più lunghi, che prendono strade insolite proprio per godersi il tragitto senza l'ansia di dover arrivare da qualche parte. E con lo stesso spirito porta in gita (insieme ad altri colleghi) i suoi studenti, lui professore di italiano, storia e geografia alle medie: ogni anno almeno Udine e Venezia, spiega, anche se con il tempo l'elasticità dei presidi si è irrigidita.
Ci sono poi le “gite” per adulti, che invece di andare in città vanno direttamente in altri continenti: com'è stato il viaggio compiuto da Rigatti, Paolo Rumiz e Altan da Trieste e Istanbul. Sempre in bici, ovviamente, da cui poi è nato il libro “La strada per Istanbul” (Premio Albatros 2002): “Ci siamo divertiti da matti” esclama, il sorriso stampato sul volto. Per arrivare fino in Turchia hanno viaggiato lungo la penisola balcanica appena uscita dalla guerra, dormendo molto spesso all'aria aperta.
I racconti scorrono veloci dalle parole dello scrittore, tra storie così assurde da essere per forza vere. E c'è veramente da chiedersi se prendere la strada più veloce, fisicamente e simbolicamente, sia sempre la scelta giusta o se sia meglio fermarsi per capire cosa ci circonda. E magari si scopre un mondo dietro casa nostra, come il Collio ne “Gli alchimisti delle colline”, suo ultimo libro, che pensavamo di conoscere a forza di passarci davanti ma che mai abbiamo approfondito. Forse un po' come noi stessi.