L’associazione “Libera” ha organizzato a Trieste la presentazione del libro “Mafia a Nordest”
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Sabato, 23 Gennaio 2016 18:25
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Venerdì 22 gennaio è stato presentato a Trieste, presso la libreria Minerva, il libro “Mafia a Nord-Est” di Luana De Francisco, Ugo Dinello e Giampiero Rossi (Bur).
Erano presenti l’autrice Luana De Francisco, Giacomo Moroso, capo sezione operativa della DIA di Trieste, Roberto Zuliani, capo centro DIA Padova e Marina Osenda, referente regionale di Libera FVG.
Folto il pubblico presente, tra cui molti giovani aderenti all'associazione. Il libro - avverte "Libera" - è una esortazione a fare attenzione, a non considerare il nostro territorio immune dal fenomeno mafia perché “i meccanismi di avvicinamento e infiltrazione con le conseguenti omertà, paura, violenze non conoscono confini regionali”.
Secondo un'indagine tra la popolazione, il 27,9 per cento degli intervistati è convinto che nel Nordest non ci siano le mafie; il 49,7 risponde “poco”.
“Sono in tanti a pensarla così - si legge nella presentazione del volume - coltivando l’immagine dell’isola felice nonostante la crisi e le difficoltà crescenti. Eppure, la storia e le cronache giornalistiche parlerebbero di un paesaggio profondamente diverso”.
In effetti, la mala del Brenta di Felice Maniero – un gruppo capace di lavorare al fianco di Cosa nostra, e per il quale il reato di associazione mafiosa ha trovato la prima applicazione fuori dal Meridione – non ha rappresentato l’inizio né la fine della criminalità organizzata in Triveneto. Anzi.
Anche lì la Piovra ha trovato terreno fertile, tra banditismo, case da gioco, industriali senza scrupoli, politici disonesti e boss al confino.
Luana de Francisco, Ugo Dinello e Giampiero Rossi nel libro svelano i loschi interessi che mafia e imprenditori locali condividono: dal riciclaggio di denaro sporco al pericoloso malcostume del “nero”, dal traffico di droga e armi ai disastri ambientali, dall’infiltrazione nelle ditte appaltatrici di Fincantieri al business della contraffazione. L’inchiesta è fondata su testimonianze, intercettazioni e documenti giudiziari.