"Breve vita di Pasolini", un ricordo poetico del suo universo di Nico Naldini
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Lunedì, 23 Febbraio 2015 08:10
- Scritto da Timothy Dissegna
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Udine - Il mito dello scrittore maledetto affascina da secoli il pubblico, attratto dalla sua vita senza regole che non può seguire nella quotidianità. Personaggi come Baudelaire e Oscar Wilde sono ancora oggi visti come icone poiché, grazie ai loro scritti, ma soprattutto con il rumore che si creò attorno a loro, sono riusciti a lasciare un segno nella letteratura europea. E in questo "club" c'è anche un nome italiano: Pier Paolo Pasolini.
Il poeta corsaro visse in un'epoca molto diversa dai due rappresentanti del Simbolismo ed Esteticismo, ma l'alone di mistero che seguì il suo assassinio e la vita che fino ad allora aveva fatto contribuirono a rendere indelebile il suo nome. Tante biografie si sono susseguite in questi anni e una delle più riuscite e interessanti è sicuramente "Breve vita di Pasolini" di Domenico "Nico" Naldini (Guanda, 2009), che del famoso artista fu cugino, oltre ad essere poeta e scrittore.
Già uscito nel 2000 con il titolo "Mio cugino Pasolini", edito da Bietti e in versione ridotta, la biografia ripercorre la vita del parente dall'infanzia in Friuli fino all'epilogo nella Capitale. Ma è con la regione del Nordest, e più precisamente nella Casarsa natia dello stesso Naldini, che il futuro regista di "Uccellini e uccellacci" creò un legame profondo, attraverso le lunghe pedalate in bici e le amicizie con i ragazzi del luogo. Quì nacquero le prime poesie di Pasolini in friulano, tappa fondamentale del suo percorso stilistico.
Ma insieme a quelle emerse sempre più anche la sessualità, che ben presto troverà manifestazione in quell'omosessualità che creerà tanto scalpore e accuse verso il poeta. Dopo lo scoppio dello scandalo in Friuli, che gli comporterà l'espulsione dal PCI di Udine, fuggirà infatti con la madre Susanna a Roma, iniziando così un nuovo percorso che porterà alla nascita di libri come "Ragazzi di vita", "Una vita violenta" e la pellicola "Accattone". Da lì alla notorietà nazionale ed europea sarà una scalata sempre più veloce, legandosi a nomi come Moravia, Elsa Morante e Dacia Maraini.
La scrittura di Naldini scorre fluida, scivolando tra i ricordi del cugino e le tappe, umane e professionali, che segnarono la sua carriera. Come l'incontro delle popolazioni del Terzo Mondo, il legame sacro-religioso che troverà espressione nel film "Il Vangelo secondo Marco", le denunce per pornografia ad alcune sue opere e lo smarrimento politico in cui si trovava, aderente al Partito Comunista nonostante i suoi membri condannassero le sue opere.
Naldini non da interpretazioni complottistiche alla morte di Pasolini, ma la collega soltanto all'irruenza di un giovane amante, in uno spiazzo di Ostia dove il regista e il ragazzo coinvolto erano parcheggiati. Poi arrivarono le macchinazioni della stampa, della televisione, le indagini per cercare sicari mai trovati. Ancora oggi, Pasolini rimane un universo a sé, fonte d'ispirazione in mille ambiti diversi, e questa biografia non può che aiutare a capire meglio il personaggio. Leggendo tra le righe, lo si può ancora vedere intento ad ammirare il mondo che lo circonda...