"Quel giorno a Trieste” di Licio Bossi, alla Minerva.
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Martedì, 08 Ottobre 2013 17:13
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" , edizione Mgs press. Sarà presente l'autore.
L'autoreLicio Bossi è nato a Muggia nel 1949. È stato collaboratore del quotidiano "Il Piccolo" dal ’73 al ’76 quando ha fondato il settimanale di cultura e politica sportiva "Trieste Sport". Ha diretto il periodico per vent’anni per poi occuparsi di marketing, eventi e pubblicità. Nel settore editoriale ha realizzato "Trieste 1900-1999, cent’anni di storia" una corposa opera in 12 volumi che racconta in modo cronologico il secolo scorso della città.
Alcune battute con l’autore per scoprire alcune curiosità sul libro ma non solo.
"Quel giorno a Trieste" è il suo primo libro, nasce dal desiderio personale o professionale ?
Il libro nasce principalmente per una fase particolare della mia vita. Dopo un percorso stressante e trascorso a velocità pericolosa, dovuto alla mia attività lavorativa, ho editato e diretto per 20 anni il settimanale Trieste Sport, la mia vita ha subito un cambiamento rilevante e traumatico.
Ti accorgi del valore di altre cose. Cominci a guardarti attorno, al contesto a cui hai dato sempre poca importanza. Cominci finalmente ad osservare cose che mai avevi avuto tempo e voglia di vedere. Allora nasce la curiosità di sapere la storia della tua città in cui sei cresciuto e ti accorgi della smisurata ignoranza che hai sull'argomento.
A metà tra la finzione e la realtà il suo libro narra la storia di una famiglia, ci anticipa qualcosa?
Il romanzo è ambientato nel '700, il secolo dell'illuminismo. Trieste, come il resto dell'Europa, vive decenni di grandi trasformazioni. L'impero asburgico punta sul porto adriatico per sviluppare la sua economia mercantile e così, da piccolo borgo di pescatori diventa una città cosmopolita. In questa vorticosa trasformazione si intrecciano storie, drammi, successi e arricchimenti smisurati tra cui quella fantasiosa di Valerio, ufficiale della Marina asburgica, e di Matilde, giovane e bellissima ragazza triestina.
A chi lo dedica? A Luca e Matteo, i miei figli.
Ci racconti un aneddoto del libro?
Ad un certo punto la storia si sposta in Ciceria. E' un posto che non conoscevo e che ho deciso di visitare perchè ho saputo che Raspo, uno dei paesini sparsi su quell' altipiano, è abitato da una decina di persone tutte con lo stesso cognome: Bosich, che a Trieste è diventato...Bossi. La Ciceria mi ha affascinato e mi ha dato diversi spunti che credo hanno arricchito il romanzo.
A quale personaggio è più affezionato di quelli che racconta?
Matilde perché è un personaggio di cui sono stato innamorato.
In sintesi: Il libro"Quel giorno a Trieste" è il racconto in parte reale e in parte romanzato di una storia lunga quasi un secolo. Quando l’imperatore Carlo VI nel 1719 decreta il Porto franco, il piccolo borgo di pescatori conta poco più di cinquemila anime. Con l’avvento di Maria Teresa e fino al 1797, quando la città venne occupata dalle truppe di Napoleone, Trieste diventa una città cosmopolita e addirittura il secondo porto più importante del Mediterraneo. In questa vorticosa trasformazione si intrecciano storie, drammi, successi e arricchimenti smisurati di personaggi che con la loro intraprendenza contribuiscono a far diventare Trieste "la perla prediletta dell’Impero", come orgogliosamente la definiva l’imperatrice Maria Teresa.