"Ritratti moderni di antichi mestieri", sabato 6 aprile alla Ubik di Udine
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Mercoledì, 03 Aprile 2013 14:45
- Scritto da redazione fvgnotizie
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Udine - L'appuntamento è per sabato 6 aprile, alle 18 nella Libreria UBIK di Udine, in Via Mercatovecchio 18, quando verra’ presentato il libro fotografico "Ritratti moderni di antichi mestieri" di Alessandro Venier e Mattia Balsamini. Saranno presenti gli autori, l'economista dott. Guido Bortoluzzi e Maria Zaffira Secchi autrice del saggio "Di Mano in Mano" contenuto nel libro. A moderare la serata la giornalista Paola Dalle Molle.
Guido Bortoluzzi, ricercatore e docente di Management of Innovation all’Università degli Studi di Trieste e Maria Zaffira Secchi, autrice del saggio contenuto nel libro “Di mano in mano/Storie di mestieri (e della necessita’ del tramandare)” hanno fatto una chiacchierata sfogliando il libro. Due mondi apparentemente diversi, l’economia e la comunicazione, i numeri e le parole. Convergenze inaspettate che ci raccontano direttamente loro.
Maria Zaffira Secchi “Perché un aziendalista si è interessato a questa pubblicazione?”
Guido Bortoluzzi-“Perché sono un inguaribile curioso. E come ricercatore sono spesso costretto a parlare di artigiani esclusivamente in termini aggregati, per dire in quanti hanno chiuso la loro attività, quanta parte del loro fatturato viene fatto all’estero, quali le loro strategie. Ma dietro ai numeri, spesso aridi, ci sono invece le persone, le loro storie e le loro competenze che sono uniche. E che rappresentano la parte più emozionante del mio lavoro.
Umanamente, invece, quello che mi colpisce di questo libro e’ la prospettiva. Direi le prospettive: quella dell’artigiano il cui sguardo fiero, la cui fiamma viva della curiosità, mi fa pensare all’espressione tipica dei bambini che costruiscono, disfano per guardare dentro un giocattolo; e quella dell’ambiente, come emerge dalle belle fotografie di Mattia e Alessandro. L’ambiente di lavoro coincide con l’ambiente in cui queste persone vivono, il confine tra lavoro e casa è molto sottile, quasi che l’artigiano abiti proprio lo spazio in cui opera.
Infine queste fotografie hanno il pregio di cogliere anche la prospettiva di chi entra nelle botteghe degli artigiani, di chi si fa meravigliare, sorprendere da un mondo fatto di attrezzi e macchinari apparentemente incomprensibili ma proprio per questo affascinanti. Questa prospettiva ha il merito di risvegliare il bambino che è in noi. Quel bambino che vorrebbe chiedere a cosa servono tutti quegli arnesi ma si vergogna di farlo dentro al suo “vestito” da adulto. Mi capita talvolta di dire a mia figlia: “Chiedi a cosa serve quella cosa!” oppure “Chiedi al capotreno se ti fa vedere come si conduce un treno!”. In realtà la curiosità è più mia che sua. Ma lei si presta volentieri al gioco. La curiosità è contagiosa.”
“E’ la giocosita’ negata in eta’ adulta, suggerisce Maria Zaffira Secchi. Come se una volta cresciuti non potessimo piu’ gioire di creare, smontare, o solo pasticciare. In definitiva di usare le mani per costruire qualcosa tutto per noi. Che importa se non e’ di pregio? L’effetto sul nostro umore, la nostra autostima e persino le relazioni migliorate con gli altri sarebbero motivi gia’ piu’ che sufficienti".
“Concordo, -dice Guido Bortoluzzi - arte e manualita’…".
"Ma perche’ secondo te c’e’ stata questa grande divaricazione tra la manualita’ e i lavori di servizio, immateriali? Non dobbiamo dimenticare che l’Italia si e’ alfabetizzata con l’avvento e la diffusione della televisione, anni ’60/70 inoltrati in alcune zone. E’ del tutto naturale che I lavori duri non fossero esattamente cio’ che i genitori volevano per i loro figli. Un po’ di colpe ce l’ha anche un certo ritardo nel comprendere che l’alta istruzione non puo’ sempre coincidere con un lavoro conseguente. Forse una crisi congiunturale cosi’ grave ci aiutera’ a rimodellare il nostro modo di pensare; lo chiedo all’esperto".
“Beh, diciamo che si’, certamente ora un’attivita’ non puo’ soravvivere solo per la bravura manuale; pertanto ben vengano laureati con competenze specifiche che decidano di trasferirle e svilupparle su una attivita’ artigianale. Una bottega oggi ha molte sfide da reggere, complessita’ non indifferenti in molti settori. E’ importante capire questo per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di giovani motivati; alta istruzione e talento potrebbero rappresentare l’innovazione per il futuro".
"Tu scrivi: ‘lavorare con le mani e’ una sorta di consapevolezza di stare al mondo”: perche’ dei giovani fotografi si sono avvicinati a mestieri antichi secondo te?".
“Mah, a mio parere perche’ hanno la stessa passione, la stessa necessita’ di ricerca della perfezione, perche’ pur cosi’ giovani (in realta’ hanno curricola decisamente ricchi per l’eta’ che hanno) si stanno gia’ confrontando con la costruzione, il progetto, il cambiamento per strada di quello che volevano ottenere. Con questo lavoro senz’altro hanno avuto il merito di intuire e trasformare in splendide foto il rischo implicito che corriammo nella perdita di un pezzo di storia del lavoro. Perche’ e’ una perdita ben piu’ grave , e’ la perdita di un modo di stare al mondo, una disciplina interiore che mette in discussione il raporto con se stessi e le cose. Questo libro mi ha fatto subito andare a quelle pubblicazioni per bambini, sai quelle che apri e ti si sollevano figure, oggetti, personaggi… i libri ‘pop up’. E’un libro parlante questo, materico, ogni foto e’ un piccolo pezzo di teatro. Guardo e mi immagino le vite, i discorsi, il via vai dei clienti. Tutti a mio parere dovrebbero vederlo: usando gli occhi del bimbo e la maturita’ dell’adulto".