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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

"Il tessitore di incubi" presentato alla Lovat

Trieste - C’è Altan e Altan. Si chiamano tutti e due Francesco, ma uno è l’inventore della Pimpa e di Cipputi, l’altro è un ex investigatore esperto di serial killer. Siamo agli antipodi. Niente in comune tranne l’omonimia e le origini venete. È stato il secondo tra i due Altan, ora affermato autore di romanzi polizieschi, che ha presentato “Il tessitore di incubi”  alla libreria Lovat di Trieste domenica 21 ottobre, attirando un pubblico curioso e attento. Perché Altan, prima di mettersi a scrivere, ha sperimentato sul campo, e di persona, il brivido che sa così efficacemente trasmettere ai suoi lettori, fin dal primo capitolo, con un impiego originale e coinvolgente dell’io narrante.

Quand’era ufficiale dell’anticrimine di Portogruaro, infatti, ha indagato sul famigerato Unabomber. Poi, collocato a riposo, ha interpretato questo caso, rimasto irrisolto, nel romanzo “Dietro la maschera di Unabomber” (Robin Edizioni, 2011). Versione letteraria, come tiene a specificare l’autore, eppure non priva di spunti utili a rispondere agli interrogativi angoscianti di quei giorni.

Ora Altan ha conferma la sua vasta e profonda cultura criminologica, e anche la particolare propensione alla comunicazione brillante e diretta. Oltre a una raffinata abilità retorica: con le sue reticenze e sospensioni sul più bello, instilla dubbi, suscita riflessioni e spinge il lettore/ascoltatore a raggiungere autonomamente le conclusioni, con istinto pedagogico.

Con la medesima inclinazione didattica, sono analizzati i moventi e i tipi dell’assassino seriale delineati in base agli studi delle principali polizie, smentiti i luoghi comuni più triti, esaminate le scuole criminologiche con i pregi e difetti delle loro teorie. Sono delineate le fasi attraverso le quali il killer seriale prende coscienza di sé, attiva i suoi propositi, studia la vittima, la cattura… E poi ricordati i concetti come “geografic targeting”, scena del crimine, vittimologia o “criminal profiler”, cui si è abituati dalle serie televisive statunitensi. In base ai quali Altan ha precisato che del doppio omicidio di Lignano, i colpevoli non siano i due fratelli cubani, estranei – in quanto latino americani – a un modus operandi di matrice magrebino-balcanica. Si vedrà…

Calibrato tra il romanzo e il saggio criminologico, “Il tessitore di incubi” porta in esergo le sette fasi del modus operandi del serial killer, così come sono state codificate dallo psicologo americano Joel Norris. Crude e terribili, quasi un’avvertenza al lettore che sarà istruito sì, ma anche risucchiato nel gorgo dei turbamenti suscitati dal crimine immotivato e irrazionale, dalle imprese atroci e sanguinarie di un euro-killer che terrorizza - e chissà come? – molte nazioni, cominciando dalle brume ottobrine di Venezia.

Era naturale che l’incontro si svolgesse in un clima di attenta partecipazione, tanto più per il fatto che Altan è noto al pubblico fin dal 2008, anno in cui ha vinto il premio letterario ” I sapori del giallo” col suo romanzo d’esordio “Il segreto dell’oca dorata” (Terra Ferma Edizioni). La sua lunga esperienza e le sue conoscenze specialistiche hanno creato un nuovo tipo di poliziesco: ora il lettore, informato sui segreti dell’indagine più moderna e immerso tra le cause profonde dei più cruenti delitti, non può più starsene comodamente seduto in poltrona, a leggere, ed è arruolato a buon diritto nella squadra di investigatori.

Condividere con il pubblico intervenuto i segreti della teoria criminologica e i ritmi della pratica investigativa più sofisticata con i suoi risvolti filosofici, psicologici e umani, ha suscitato un’apprensione che trova riscontro nel finale aperto del romanzo.

Una giusta dose di sesso e alcol completa una ricetta originale e sapiente che sa stuzzicare ogni palato senza annoiarlo. Il tutto insaporito da una scrittura realistica che indugia in preziosismi lessicali ma, allo stesso tempo, procede sicura con l’andamento serrato e preciso della sceneggiatura cinematografica. Tutto fa presagire un prossimo avvolgente thriller made in Italy.

Insomma: il romanzo è pronto per un sequel, e per nulla pacificante. Eppure Altan, con la sua scrittura e la sua presenza, esprime un modo di fare tanto disinvolto e coinvolgente che alla fine, dopo le sue rivelazioni, ci si sente tutti un po’ criminologi e con la sensazione che i serial killer abbiano i giorni contati.

“Il tessitore di incubi” (Minerva Edizioni, pagg. 304, € 16,90)


Un momento della presentazione del libro alla Libreria Lovat

[Roberto Calogiuri]

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