Iniziativa benefica per la festa di San Marco in omaggio ad un'antica leggenda veneziana
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- Categoria: Eventi
- Pubblicato Mercoledì, 13 Aprile 2016 10:26
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - "Il “bocolo” e altre storie veneziane". Questo il tema della serata in programma venerdì 15 aprile, alle 20, nella sala Diemoz, a Porcia, che vedrà la partecipazione di Alberto Toso Fei, appassionato di storia veneziana, che discende da una antica famiglia di vetrai di Murano.
L’iniziativa è promossa dall’associazione Pietro Querini di Visinale di Pasiano, dalla Croce Rossa Italiana e dall’Accademia San Marco Pordenone.
Toso Fei è autore di vari volumi sulle vicende segrete delle città più belle d’Italia, tra curiosità e mistero, aneddotica e leggenda, recuperando l’importante patrimonio della tradizione orale.
Quanto al tema della serata, nella seconda metà del IX secolo, a Venezia era doge Orso Partecipazio. Egli aveva una figlia, Maria, dagli occhi così brillanti che era soprannominata "Vulcana". Di lei era innamorato, ricambiato, un trovatore, Tancredi.
A causa della differenza di casta, non potevano sposarsi e così Tancredi si arruolò per combattere contro i "mori", e la fama delle sue coraggiose imprese giunse a Venezia e al doge, che acconsentì al matrimonio.
Putroppo nell'ultima battaglia, Tancredi, ferito a morte, cadde sopra un rosaio ed il suo sangue colorò di rosso un bocciolo di rosa bianca. Con le sue ultime forze, la diede ad un suo compagno, pregandolo di portarla a Vulcana in ricordo del loro amore.
Era il 24 aprile, vigilia della festa di San Marco, patrono della città. Costernata, Vulcana non disse una parola e si ritirò nelle sue stanze: il giorno dopo la trovarono senza vita sul suo letto, con il bocciolo della rosa stretto al petto, non più appassito, ma rifiorito.
Da quella volta, da più di 1200 anni gli innamorati veneziani offrono, il giorno di San Marco e in piazza San Marco, un bocciolo, il "bocolo", alle loro ragazze. Questo romantico gesto a Venezia è supportato dalle Dame Volontarie della Croce Rossa Italiana, che mettono a disposizione degli innamorati questo fiore che è anche il simbolo della stessa associazione.
Visto che la storia di Pordenone è legata strettamente alla città lagunare, l’associazione “Pietro Querini”, di concerto con la delegazione pordenonese della Cri e l’Accademia “San Marco”, porta quest'iniziativa di origine leggendaria anche nella città del Noncello.