Io non sto zitta, incontro con le croniste minacciate per la libertà d'informazione
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- Categoria: Eventi
- Pubblicato Lunedì, 07 Marzo 2016 11:03
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Roma - #IoNonStoZitta è l'hashtag e il nome dell'inizitiva che si è svolta il 7 marzo presso la Commissione Pari Opportunità della Fnsi. Si è affrontato il tema delle giornaliste minacciate e della libertà di stampa.
Un dibattito che arriva alla vigilia dell'8 marzo insieme alla testimonianza diretta delle colleghe vittime di questa forma di violenza, alcune sotto protezione delle forze dell’ordine, e con Rosi Bindi, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, che sui rapporti tra mafia e informazione ha condotto un’inchiesta conclusa nel luglio scorso.
Il sostegno alle giornaliste all'iniziativa è arrivato da Amnesty International, Articolo 21, Cpo Usigrai, GiULiA, Gruppo di lavoro pari opportunità, l'Ordine dei Giornalisti, Italians for Darfur, Ossigeno per l’Informazione e Rsf Italia.
Moltissime le testimonianze dirette. Arriva dalla Puglia, Marilù Mastrogiovanni, direttrice del Tacco d’Italia, a Casarano, in provincia di Lecce: più volte minacciate per le sue inchieste sulla sacra Corona Unita (racconta la storia in “La donna che morse il cane”, storie di 5 croniste minacciate 2012, e “Io non taccio”, storie di 8 cronisti minacciati 2015). Il sito del suo giornale gravemente attaccato da hacker.
Alessia Candito è una redattrice del Corriere della Calabria che si occupa del legame tra ‘ndrine e colletti bianchi. Email intimidatorie, minacce, talmente pesanti da far scattare il programma minimo di protezione per la cronista (la vigilanza notturna).
Amalia De Simone solleva il caso delle querele temerarie: dai microfoni di Radio Siani, emittente anti camorra di Ercolano ha dedicato molte inchieste agli intrecci tra clan, politica e mondo economico occupandosi spesso di rifiuti, appalti e riciclaggio.
Dalla Sicilia le minacce via web per Rosaria Brancato e Gisella Cicciò su cui la polizia sta indagando. Dal Veneto il le querele immotivate contro Roberta Polese, e il caso delle spese richieste al fallimento del giornale.
Dall'Emilia Romagna arriva la ovce di Benedetta Salsi cronista del quotidiano online Il Resto del Carlino, per un articolo scritto su un presunto terrorista islamico.
Dalla Campania sia il caso di Luciana Esposito per la denuncia del degrado del Parco Merola a Ponticelli, quartiere ad altissima densità criminale. Per ben due volte, tra novembre e dicembre, è stata picchiata dai familiari del “ras” del Parco. Per un periodo è stata costretta ad allontanarsi dalla città. Come Nadia Verile che per il racconto della reggia di di Carditello, nel comune di San Tammaro (Caserta) ha subito 3 minacce di morte (5 arrivate all'ex Ministro Bray).
Infine nel Lazio, la testimonianza di Graziella Di Mambro del quotidiano Latina Editoriale Oggi per articoli su abusi edilizi in compagnia del collega Federico Domenichelli.
Queste le testimonianze di oggi alla Camera ma sono "almeno 53 le giornaliste che nel 2015 hanno subito minacce, nelle più svariate forme, a causa del loro lavoro. È il dato che si ricava dall’Osservatorio di Ossigeno per l’Informazione. Minacce di morte, aggressioni, avvertimenti, lettere minatorie, attacchi hacker, minacce sui social network, insulti, telefonate minatorie, stalking, citazioni in giudizio per danni considerate strumentali. E c’è una realtà, che i dati non colgono, di minacce tramite web che le colleghe spesso non denunciano”. E' la FNSI ha spiegare raccogliendo quest'oggi la testimonianza diretta sia di molte croniste italiane che due esempi dall'estero. Su tutte Ceyda Karan, giornalista turca di Cumhuriyet, sotto processo a Istanbul per avere pubblicato la copertina di Charlie Hebdo, dopo il massacro di Parigi.
“Secondo un rapporto Osce, il 25% di tutte le minacce alle giornaliste e alle blogger viaggiano in rete, anche sotto forma di commenti ad articoli su temi sensibili - spiega una nota della Commissione - Quasi sempre, poi, quando nel mirino finiscono le giornaliste, le minacce sono anche di carattere sessista”.
Due progetti che fanno capo alla Fnsi: un Osservatorio di genere, e uno Sportello on line contro le discriminazioni e le molestie sul lavoro, con una mail protetta per le segnalazioni. Pronta una campagna di sensibilizzazione di sensibilizzazione, ma si leva anche la richiesta del cambio del risarcimento danni in capo al giornalista in caso di querele.
L’evento è promosso dalla Commissione Pari Opportunità della Fnsi, in collaborazione con Amnesty International, Articolo 21, Cpo Usigrai, GiULiA, Gruppo di lavoro pari opportunità Ordine dei Giornalisti, Italians for Darfur, Ossigeno per l’Informazione, Rsf.
Ai lavori, dedicati al tema cruciale della sicurezza delle giornaliste e della libertà di informazione, parteciperanno l’onorevole Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, che sui rapporti tra mafia e informazione ha condotto l’inchiesta conclusa nel luglio scorso e approvata dalla Camera dei deputati il 3 marzo 2016; alcune giornaliste vittime di minacce e intimidazioni, alcune sotto protezione delle forze dell’ordine; Ceyda Karan, giornalista turca di Cumhuriyet, sotto processo a Istanbul per avere ripubblicato la copertina di Charlie Hebdo, dopo il massacro di Parigi.
L’evento è promosso dalla Commissione Pari Opportunità della Fnsi, in collaborazione con Amnesty International, Articolo 21, Cpo Usigrai, GiULiA, Gruppo di lavoro pari opportunità Ordine dei Giornalisti, Italians for Darfur, Ossigeno per l’Informazione, Rsf.
Ai lavori, dedicati al tema cruciale della sicurezza delle giornaliste e della libertà di informazione, parteciperanno l’onorevole Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, che sui rapporti tra mafia e informazione ha condotto l’inchiesta conclusa nel luglio scorso e approvata dalla Camera dei deputati il 3 marzo 2016; alcune giornaliste vittime di minacce e intimidazioni, alcune sotto protezione delle forze dell’ordine; Ceyda Karan, giornalista turca di Cumhuriyet, sotto processo a Istanbul per avere ripubblicato la copertina di Charlie Hebdo, dopo il massacro di Parigi.
L’evento è promosso dalla Commissione Pari Opportunità della Fnsi, in collaborazione con Amnesty International, Articolo 21, Cpo Usigrai, GiULiA, Gruppo di lavoro pari opportunità Ordine dei Giornalisti, Italians for Darfur, Ossigeno per l’Informazione, Rsf.
Ai lavori, dedicati al tema cruciale della sicurezza delle giornaliste e della libertà di informazione, parteciperanno l’onorevole Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, che sui rapporti tra mafia e informazione ha condotto l’inchiesta conclusa nel luglio scorso e approvata dalla Camera dei deputati il 3 marzo 2016; alcune giornaliste vittime di minacce e intimidazioni, alcune sotto protezione delle forze dell’ordine; Ceyda Karan, giornalista turca di Cumhuriyet, sotto processo a Istanbul per avere ripubblicato la copertina di Charlie Hebdo, dopo il massacro di Parigi.