Villa Manin, dal 20 luglio la mostra "Teatro alla Moda"
- Dettagli
- Categoria: Eventi
- Pubblicato Giovedì, 05 Luglio 2012 11:37
- Scritto da Maurizio Pertegato
- Visite: 1480
VILLA MANIN - I variopinti costumi di Missoni per Lucia di Lammermoor al Teatro “La Scala di Milano”, le originali creazioni di Romeo Gigli per Il flauto Magico, i raffinati costumi di Marras per Sogno di una notte di mezza estate. Ma anche i vestiti meravigliosi appositamente disegnati per i più grandi interpreti del teatro, dell’opera e della danza contemporanei quali Luciano Pavarotti, Katia Ricciarelli, Montserrat Caballé, Anna Caterina Antonacci, Raina Kabaivanska, Luciana Serra. Sono questi solo alcuni dei capolavori che si potranno ammirare a Villa Manin dal 20 luglio al 4 novembre in occasione della nuova mostra dal titolo “Il Teatro alla Moda”. Un’occasione per vedere da vicino creazioni uniche come opere d’arte, confezionate da alcuni tra i più importanti stilisti italiani, quali Gianni Versace, Roberto Capucci, Missoni, Valentino, Enrico Coveri, Antonio Marras e Romeo Gigli in un percorso curato da Pierangela Gemignani e Lara Alberti.
L’iniziativa è promossa da Fondazione Giacomini Meo Fiorot - Musei Mazzucchelli, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Azienda Speciale Villa Manin con la fondamentale collaborazione di Assicurazioni Generali, Fondazione Crup, Fondazione CRTrieste e Fondazione CariGo. I dettagli della mostra sono stati illustrati quest’oggi a Udine nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella sede di rappresentanza della Regione in via Sabbadini, alla presenza dell’assessore regionale alla Cultura Elio De Anna nonché del commissario straordinario di Villa Manin Enzo Cainero.
Dopo il successo riscosso a Roma, al Museo della Fondazione Roma, a Brescia ai Musei Mazzucchelli, a Milano a Palazzo Morando e a Los Angeles - Beverly Hills, la mostra Il Teatro alla Moda. Costumi di scena. Grandi Stilisti, approda a Villa Manin di Passariano di Codroipo (Udine), dove si potranno ammirare un centinaiodi costumioriginali, realizzati perfamosissime rappresentazioni teatrali e operistiche, insieme a bozzetti e figurini.
L’itinerario espositivo è stato appositamente concepito per la sede neopalladiana. Profondamente diverso dalle precedenti edizioni, sono stati aggiunti costumi e opere mai esposti prima e un’articolazione in sezioni di carattere monografico, dedicate ai diversi couturier nel tentativo di proporre un approfondimento tematico per ognuno di essi. Inoltre, a conclusione del percorso di visita, è stata inserita una sezione con straordinari costumi e gioielli di scena Omaggio a Maria Callas.
Attraverso un’accurata selezione delle loro creazioni, provenienti da prestigiose collezioni teatrali (come il Teatro alla Scala di Milano e la National Opera di Washington DC; il Teatro Regio di Parma e il Piccolo Teatro di Milano), oltre che dalle Maison coinvolte e dalle collezioni di attori e cantanti, si ripercorre uno deimomenti più glamour del teatro internazionale moderno e si valorizza l’indiscussa qualità artistica del Made inItaly.
Il titolo della mostra è un omaggio al testo “Il Teatro alla Moda” di Benedetto Marcello trattazione nella forma di saporito commento umoristico del teatro lirico, apparso in prima edizione nel 1720. Si dovrà attendere tuttavia il XX secolo per assistere all’intreccio tra “mondi” diversi; oltrepassando la settorialità delle discipline a favore della condivisione delle arti: dalla pittura alla scultura, dall’architettura al design, dal gesto teatrale al canto e alla danza. Il teatro rappresenta uno dei luoghi privilegiati di questa rivoluzione linguistica e, proprio sul palcoscenico, gli artisti hanno trovato spazio per esprimere la loro fantasia più libera, al servizio di regie, scene e costumi innovativi.
Anche l’alta moda entra nel “luogo teatro” e vi accede già nell’Ottocento con Worth, Poiret e, soprattutto, nel 1924 quando Coco Chanel, su invito di Sergej Pavlovich Diaghilev (1872-1929), disegna i costumi per Le Train Bleu, di Cocteau. Dopo questo importante debutto, nel corso del XX secolo, l’affascinante liaison tra Moda e Teatro si rafforza. Il Teatro diventa il luogo privilegiato in cui si incontrano musicisti, interpreti, coreografi, artisti e stilisti. Così, a partire dai primi anni Ottanta, nei cartelloni delle più prestigiose compagnie d’opera e balletto compaiono i nomi dei maggiori stilisti italiani.
LA MOSTRA
L’esposizione si propone come un affascinante viaggio nella produzione teatrale, opera di alcuni dei più noti stilisti d’Alta Moda e si articola in otto sezioni. L’ultima sala espositiva è una “mostra nella mostra” e vuole essere un omaggio Maria Callas a cui si aggiunge anche quello dedicato a Pier Paolo Pasolini.
Prima sezione: Moda, Teatro e Grandi interpreti
Apre la sezione un costume per Montserrat Caballé disegnato da Versace nel 1987 per il soprano catalano nel ruolo di Salome. Al fianco di Montserrat Caballé, nello stesso spettacolo ma nel ruolo di Erodiade, incontriamo Helga Dernesch per la quale Versace crea un abito sinuoso con strascico in crêpe de chine di seta nera plissettata e drappeggiata sul busto, impreziosito da un fiocco di velluto che le cinge i fianchi. Per Katia Ricciarelli, Donatella Girombelli disegna nel 1986 il costume di Anna Glavary in La Vedova Allegra, un abito impreziosito da una cascata di strass sul davanti che disegnano un motivo triangolare, assecondando il taglio stretto della gonna. In questa sezione non poteva mancare Luciano Pavarotti, qui presentato nel ruolo di Edgardo di Ravenswood, protagonista della Lucia di Lammermoor, andata in scena al Teatro alla Scala nel 1983 con costume, disegnato da Ottavio Missoni. Chiude la sezione un sontuoso costume in taffetas ricamato con pailettes e canuttiglie di cristallo dalle linee ottocentesche, disegnato da Capucci per Raina Kabaivanska interprete nel 1991 a Trieste, in piazza Unità d’Italia, di Anna Glavary, dalla Vedova Allegra di Franz Léhar.
Seconda sezione: Missoni. Dalle nebbie della Scozia alla luce dell’Africa
I Missoni si presentano nel 1983 al grande pubblico del Teatro alla Scala con 120 costumi disegnati per Lucia di Lammermoor di Donizetti sotto la regia di Pier Luigi Pizzi. Le preziose trame in lana disegnate da Ottavio e Rosita Missoni riescono a creare una suggestiva fusione tra le linee e i materiali impiegati nei costumi con la musica e la storia dell’opera, tratta da Walter Scott, ambientata tra le nebbie di Scozia. Le opere sono un chiaro omaggio agli abiti “delphos” di Mariano Fortuny. Per i Missoni Lucia di Lammermoor è l’unica esperienza di collaborazione con l’Opera e il Teatro. Ciononostante in mostra si è voluto documentare un altro significativo contributo della Maison Missoni al mondo dello spettacolo. Si tratta di Africa: l’happening creato per l’inaugurazione di Italia ’90 allo stadio San Siro di Milano, dove le fogge dei costumi con gorgiere, copricapo e vistosi orecchini, espliciti riferimenti alla cultura Masai, Mali e Atuna si intrecciano a motivi di righe, zig-zag e simboli artistici più colti, ispirati a Klee e alla cultura metafisica.
Terza sezione - Versace Teatro
Versace è lo stilista che con più continuità è stato legato al teatro. Disegnò abiti per opere, balletti e rappresentazioni. Nel 1987 per il Teatro alla Scala di Milano, Versace disegna i costumi per Salome di Richard Strauss, messa in scena da Bob Wilson e raggiunge uno dei suoi vertici creativi, con un chiaro omaggio a Elsa Schiaparelli, nelle fogge anni Quaranta, e a Roberto Capucci per le maniche a scatola. Sempre per il Teatro alla Scala nel 1984 disegna i costumi per il Don Pasquale di Gaetano Donizetti. Lo stilista, in questo caso, si dimostra fedele alla tradizione ottocentesca nel recuperare le fogge di livree maschili e ampie gonne a balze femminili. Chiudono la sezione alcuni costumi ideati da Gianni Versace per la danza. Tra questi le tutine in lycra bianche e nere per Tout Satie, il balletto per undici danzatori scaturito dalla fantasia di uno dei grandi coreografi contemporanei: Roland Petit.
Quarta sezione – L’incanto di Marras
Le suggestioni, il mistero e la magia del teatro shakespeariano inducono Antonio Marras a creare nel 2008 i costumi per il Sogno di una notte di mezza estate, allestito al Piccolo Teatro di Milano con la regia di Luca Ronconi e le scene di Margherita Palli. I costumi di Antonio Marras sollecitano il mondo visionario dell’Opera, alternano il tulle oscuro delle fate e la garza bianca stropicciata dei quattro amanti, divise eleganti e, per gli elfi, un look stile vittoriano-dark.
Quinta Sezione - Enrico Coveri tra jazz, charleston e art dèco
A partire dalla metà degli anni novanta, accanto a stilisti che mantengono una continuità nell’impegno teatrale, si registrano apparizioni solitarie come quella di Enrico Coveri che sale sul palcoscenico una sola volta nel 2000, quando gli viene chiesto di disegnare i costumi per il balletto Il Grande Gatsby andato in scena al Teatro alla Scala di Milano, con la coreografia di André Prokovsky. Gli abiti che ne sortiscono rievocano piuttosto il clima degli anni Venti del Novecento, con riferimenti all’art déco, alla cultura del jazz e del charleston.
Sesta sezione - Roberto Capucci e le primedonne del Belcanto
La teatralità delle creazioni di Capucci diventa segno imprescindibile della primadonna del Belcanto a partire dalla seconda metà degli anni ’80: Raina Kabaivanska, Katia Ricciarelli, Stefania Bonfadelli e Anna Caterina Antonacci indossano i suoi abiti in occasione di importanti recital. Al centro della sala domina l’abito scultura ispirato al tema naturale creato per un recital di Anna Caterina Antonacci al Teatro alla Scala di Milano nel 1997. Per Stefania Bonfadelli nel 2001 il Maestro Capucci crea un abito in taffetas rosa shocking, arancione e viola per un recital di canto al Rossini Opera Festival nel 2001 e, tre anni dopo, nel grande concerto di riapertura del Teatro La Fenice di Venezia, trasmesso in mondovisione. Ancora un richiamo alla natura e al tema delle farfalle si trova negli abiti scultura delle Vestali della Norma di Vincenzo Bellini. Per realizzare ognuno di questi abiti servirono ben undici metri di taffetas di seta avorio, impreziositi da un ricamo di paillettes e da un corpino in cordoni argento di diverse dimensioni.
Settima sezione – Valentino e il sogno americano
Ispirati alla cultura degli anni Venti sono i costumi femminili creati da Valentino (Voghera, 11 maggio 1931) per l’opera contemporanea in due atti The Dream of Valentino, presentata nel 1994 in prima mondiale al Kennedy Center di Washington DC. Della produzione di Valentino per quest’opera sopravvivono i quattro costumi in mostra conservati presso La National Opera di Washington.
Ottava sezione – La magia di Romeo Gigli
Sorprendenti sono i costumi che Romeo Gigli disegna nel 1995 per Die Zauberflöte di Mozart al Teatro Regio di Parma. La sezione conclusiva della mostra gioca sulla suggestione cromatica delle creazioni di Gigli. La prima sala ospita tutti costumi nei toni caldi del rosso e dell’arancio mentre la seconda ricrea un suggestivo notturno nei toni del blu dominato dalla Regina della notte che con i suoi tentacoli argentei avvolge lo spettatore a chiusura del percorso.
Omaggio a Maria Callas
La sezione dedicata ai costumi di scena di Maria Callas è una “mostra nella mostra”. Sono qui esposti infatti 12 costumi di scena indossati dal soprano di origini greche, databili tra il quinto e il sesto decennio del secolo scorso, accompagnati e impreziositi dai relativi gioielli di scena. Il percorso si apre cronologicamente con due mantelli indossati nel 1949: uno in raso rosso-oro per il Nabucco di Verdi andato in scena al Teatro San Carlo di Napoli e l’altro in lurex oro con fodera turchese per la Turandot di Puccini andata in scena al Teatro Colon di Buenos Aires. Seguono poi alcuni costumi indossati dalla Callas nel ruolo di Violetta per La Traviata al Teatro delle Belle Arti a Città del Messico e al Teatro Sao Carlo di Lisbona. Fulcro della sezione sono i costumi di Lucia di Lammermoor tra i quali spicca un maestoso costume con vestaglia e lungo strascico in raso e tulle avorio con ricami floreali e guarnizioni di pizzo Chantilly. Chiudono la sezione quattro abiti da giorno nel tentativo di delineare un ritratto anche quotidiano della cantante passata alla storia come la Divina.
Omaggio a Pier Paolo Pasolini
Una sezione della mostra sarà un omaggio all’artista adottato dalla città di Casarsa, con l’esposizione di alcuni costumi utilizzati durante le riprese della pellicola Edipo Re. In particolare l’attenzione si soffermerà su tre grandi mantelli indossati da Franco Citti nel film che il regista diresse nel 1967. La scelta è ricaduta su questi capi per due diversi motivi: il primo è puramente quello artistico, poiché i mantelli sono tra i più significativi per il livello raggiunto dalla sartoria nella loro confezione. Il secondo è invece più prettamente territoriale: gli oggetti presenti a Villa Manin provengono da San Vito al Tagliamento dove il Comune, la Sartoria Farani, il Centro Studi Pier Paolo Pasolini l’Associazione culturale Cinemazero, allestiranno a Palazzo Altan, una mostra di costumi di scena usati dall’artista casarsese nei suoi film. In quell’occasione verranno esposti oltre cento abiti realizzati dalla più prestigiose manifatture italiane e disegnati dal grandissimo Danilo Donati della sartoria Farani, quest’ultima diretta oggi dal sanvitese Luigi Piccolo. L’anteprima di questa importante rassegna di Palazzo Altan è quindi visibile in occasione di “Teatro alla Moda”.
“Questa iniziativa – ha detto l’assessore regionale alla Cultura Elio De Anna nel corso della conferenza stampa di presentazione della mostra – rappresenta il perfetto connubio tra arte e turismo. La moda è infatti una delle eccellenze del Made in Italy che attira l’attenzione degli stranieri. Ed è a loro, ed in particolare a quanti frequentano le nostre spiagge, che vogliamo rivolgere il messaggio legato a questa innovativa esposizione. I costumi di scena diventano quindi arte, grazie alle mani di abili sartorie che rappresentano le griffe di case conosciute a livello mondiale, in una esposizione che sono sicuro lascerà il segno. Per capire la portata di questa iniziativa basti solo ricordare ad esempio che è la prima volta in cui la National Opera di Washington - dalla quale provengono quattro capolavori di Valentino - cede i suoi abiti di Valentino per una mostra”.
Dal canto suo il commissario straordinario di villa Manin Enzo Cainero ci ha tenuto ad evidenziare lo sforzo promozionale compiuto per “colpire” il maggior numero di potenziali visitatori. “Da oggi – ha detto – sono in distribuzione migliaia di pieghevoli e volantini in italiano e tedesco che raggiungeranno i turisti presenti nelle località balneari di Lignano, Grado e Bibione. Inoltre è stato raggiunto un accordo che permetterà di divulgare il messaggio anche direttamente in spiaggia. Ma l’attenzione è rivolta anche agli studenti, poiché la moda italiana è anche veicolo di cultura. Per cui ci aspettiamo anche una risposta dalle scuole del Friuli Venezia Giulia. Infine “Teatro alla Moda” rappresenta anche una valida manifestazione per testare la prevendita dei biglietti, operazione quest’ultima che entrerà a pieno regime in occasione della mostra dedicata al Tiepolo in programma a partire da dicembre di quest’anno”. Sul versante degli eventi collaterali, è prevista anche una sfilata con capi di alta moda che si svolgerà sempre a villa Manin nonché una serata dedicata ad un grande sarto italiano.
“La mostra creata per Villa Manin – hanno spiegato Pierangela Gemignani della Fondazione Giacomini Meo Fiorot e la curatrice dell’esposizione Lara Alberti - rappresenta una “prima” a livello internazionale. Rispetto alle altre esposizioni già compiute sia in Italia che all’estero per questa occasione sono stati reperiti altri nuovi abiti che impreziosiscono una collezione già molto interessante. Inoltre è stato studiato un percorso più fluido che si articolerà nelle diverse stanze della dimora dogale con sezioni monografiche in grado di esaltare sia la bellezza degli abiti che la maestrie delle case di moda che hanno confezionato i costumi di scena. Altra novità è quella relativa alla zona dedicata esclusivamente a Maria Callas, sia con dodici suoi indumenti utilizzati nelle opere teatrali, sia con quattro capi di abbigliamento della vita quotidiana”.