David Grossman a Pordenonelegge apre la quindicesima edizione
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- Pubblicato Giovedì, 18 Settembre 2014 06:37
- Scritto da Timothy Dissegna
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Pordenone - Il Teatro Verdi gremito dice tante cose. Se poi accade in piena settimana, a settembre, e nei primi posti in platea ci sono i volti più noti della politica, economia e cultura regionale...beh, allora la soluzione è una sola: è ricominciato Pordenonelegge. Proprio ieri, infatti, si è svolta quì la serata d'apertura della cinque giorni tanto attesa. Ospite d'onore: lo scrittore israeliano David Grossman. E una folla enorme aspettava in coda già dalle tre del pomeriggio!
Come ogni anno l'appuntamento è iniziato con i saluti del Presidente della Fondazione Pordenonelegge, dando notizia che da quest'anno l'evento sarà sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Poi ecco il turno della Presidente della Regione Serracchiani: <Pordenonelegge é una realtà che si é conquistata uno spazio nazionale e internazionale. É uno strumento di crescita culturale ed economica>>
Ma lo scrossio più forte e sentito è per lui, Grossman. Seduto insieme alla traduttrice su un divanetto, inizia la lunga chiacchierata con Villalta ripercorrendo i suoi ultimi due libri usciti in Italia, "A un cerbiatto assomiglia il mio amore" e "Caduto fuori dal tempo". Una narrazione, quella dello scrittore ebraico, che cade nel profondo dell'animo umano e crea protagonisti di realtà quotidiane, personaggi a cui alla fine l'autore dovrà dire addio a malincuore. E spesso le storie nascono dal vivere di ognuno di noi.
Come in "Caduto fuori dal tempo", dove il protagonista parte alla ricerca delle parole per descrivere il dolore per la morte del figlio. É un viaggio fatto "a cerchi", sempre più grandi, verso un luogo che non esiste perché non c'è da nessuna parte il punto preciso in cui si muore. Troviamo al massimo una barriera che divide morte e vita, dice Grossman, e tutte le forme di arte ci aiutano a capire cosa c'è dopo. Lui un dramma simile l'ha vissuto sulla pelle otto anni fa, trovando finalmente le parole per colorare il suo dolore.
La guerra é lo sfondo dell'ultimo romanzo di Grossman, "A un cerbiatto assomiglia il mio amore". Madre e figlio vogliono andare a fare un viaggio per ricucire il loro rapporto, ma lui viene richiamato dopo l'addestramento militare per combattere. Lei sente che lo perderà per sempre e, insieme a un vecchio amico del figlio, parte per non venire a conoscenza di nessuna notizia. Si isolerà dal mondo, sperando che, se nessuno le darà l'annuncio della morte del giovane allora forse così potrà salvarlo. Sceglie di non sapere per amore.
Con Grossman non si può non parlare di Israele e Palestina, ed é proprio su questo che é incentrata l'ultima domanda. "Senza uno Stato della Palestina, non esisterà uno vero di Israele. Per ora è solo una casa" sono alcune sue parole, pensiero di una persona che ha dedicato la vita per promuovere la pace tra i due schieramenti. La sua grandissima umanità, traspirata già dai libri presentati, rappresenta veramente un fiore in mezzo a un deserto di inumanità com'è la guerra in Medio Oriente.
Un barlume di speranza c'è, deve esserci, e alla fine manca poco che il Verdi non cada giù per gli applausi infiniti. Chissà se il mondo si salverà grazie a persone come Grossman, aspettato dopo la serata per firmare autografi, sicuramente lo farà la letteratura moderna.
(foto del blog "Qui si parla di cinema")