Il filosofo Bauman a Lignano protagonista ieri del Premio Hemingway
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- Pubblicato Sabato, 28 Giugno 2014 18:54
- Scritto da Timothy Dissegna
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Lignano - "Filosofo" è una di quelle etichette che al giorno d'oggi in pochi possono permettersi di usare. Pensatori come lo erano Socrate o Cartesio a loro tempo nel XXI secolo ormai non esitono più, ridotti a fantasmi di un epoca e di una mentalità che metteva il pensiero (e il sapere, appunto) al centro di tutto e che oggi sembra essersi estinta.
Ma ci sono pur sempre le eccezioni, per fortuna. L' "amore per il sapere" non è morto nemmeno negli anni duemila e, seppur con le dovute differenze del caso, esitono ancora menti brillanti che possono permettersi il lusso di farsi chiamare "filosofi". Superstiti del secolo passato che hanno saputo guardare con occhi nuovi al futuro, all'oggi che già ieri non era così scontato.
Personaggi come Zygmunt Bauman, sociologo polacco di spessore mondiale e inventore del termine società liquida, che ieri sera al Kursaal di Lignano (non certo una location famosa per la cultura) ha ricevuto il Premio Hemingway, giunto quest'anno alla sua XXX edizione, per la sezione "Avventura del pensiero". Riconoscimento condiviso con il fotografo Guido Guidi, lo scrittore Abraham Yehoshua e la giornalista Alice Albinia.
Il famoso studioso, che già in mattinata aveva incontrato la stampa, ha esplorato la grande controversia della nostra società in cui noi tutti viviamo ogni giorno. Ossia il vivere sempre connessi con gli altri, come mai era capitato prima, ma non interaggiamo con nessuno se non con noi. Un isolamento grazie al quale Facebook è diventato il colosso che oggi conosciamo e usiamo, poiché è più facile confrontarsi soltanto con sè stessi anziché ascoltare le opninioni divergenti degli altri.
Un rifiutare il mondo reale che, secondo sempre Bauman, ha una potente parola chiave: paura. << E' vaga - sostiene il sociologo - ed è ovunque. E’ imprendibile, ci toglie un porto sicuro, siamo bersaglio di accadimenti e decisioni che improvvisamente possono cambiare le nostre vite. E la politica è del tutto impotente perché il principio di sovranità territoriale oggi è un’illusione, e i governi del mondo globalizzato non sono più sede o presidio di quel potere. Il vero problema è che nessuna istituzione al mondo è in grado di rispondere al principio di interdipendenza che regola oggi gli assetti del mondo e i nuovi cittadini globali>>.
Un mondo, quindi, del tutto sfuggito a chi dovrebbe invece governarlo e che segue soltanto le regole di un libero mercato delirante, nutrito dal debito pubblico nato negli anni '60 e che ora grava sui figli che non hanno colpe. Bauman apre così una vera e propri porta, scomoda per molti, sulla nostra società con tutte le sue contraddizioni e vizi che ne conseguono. Aspettando che il dj arrivi e riporti un sorriso al Kursaal.