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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Adriano Perini a Trieste

Adriano Perini a Trieste

Trieste - Mercoledì 14 novembre 2012, alle ore 18.30, nel foyer del Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste, avrà luogo l’inaugurazione della mostra di Adriano Perini, con otto opere fotografiche di grandi dimensioni in bianco e nero.

Il lavoro di Adriano Perini,  presentato in questa occasione per la prima volta in Italia, è una sintesi della grande mostra “Wirundsie” presentata recentemente in Austria. L’esposizione è caratterizzata, oltre che per il soggetto botanico,  per alcune peculiarità che raramente si riscontrano tutte riunite nella fotografia creativa contemporanea quali l’uso quasi esclusivo del bianco  e nero, la ripresa analogica con macchine di medio formato di soggetti normalmente ripresi a colori  e la stampa di grande formato.

Noi  abbiamo intervistato l’autore per dar voce alle sue opere e alla sua arte di far fotografia.

Viaggio e fotografia innervano la sua professione e danno respiro alla sua passione o viceversa? Ci racconta brevemente? Diciamo che danno respiro alla mia passione, il panino me lo guadagnavo altrimenti. I viaggi mi ha fatto capire di avere delle potenzialità espressive che non sapevo di avere.

L’amore per la natura e l’interesse per l’architettura costituiscono l'incipit del lavoro fotografico di Adriano Perini. L'occhio si appoggia sugli archetti e sulle linee sovrapposte dalla mano dell'uomo che plasma la natura...scelta o casualità? Direi scelta, forse inconscia, dettata da una visione “ordinata” del mondo che mi circonda, ma soprattutto incline all’armonia.

Più recentemente, ritenendo in parte esaurito, per quel che lo riguarda, il lavoro sui parchi e giardini di villa, e conseguentemente ad alcuni soggiorni nel centro sud dell’Europa e nel sud degli Stati Uniti, viene attratto dallo stile di vita comune a queste aree ed, inserisce nel suo paesaggio l’elemento umano. Ci racconta. La cosa ormai non è più recentissima: precedentemente evitavo accuratamente di inserire la figura umana nei miei scatti. Pensavo disturbasse in qualche modo la mia visione. Invece, la figura, spesso, arricchisce la scena e collabora a definire meglio il rapporto esistente tra l’Uomo e ciò che ha creato con la sua visione.

Quali suggerimenti si sentirebbe di dare ad un'aspirante fotografo? Sicuramente di visitare mostre importanti e, se possibile, avere un rapporto diretto con gli autori. Solo la visione diretta delle opere fotografiche in una galleria o in un museo permette di apprezzare sino in fondo l’opera e la sua presentazione. Troppi ormai si limitano a guardare uno schermo luminoso: non è assolutamente sufficiente per apprezzare a pieno un buon lavoro fotografico.

Priorità irrinunciabili ? Leggere i testi sacri: Roland Bartes, , la Sontag, Ghirri, ecc.

L'occhio e il momento sono ingredienti irrinunciabili…condivide? Assolutamente sì, soprattutto l’occhio ma anche la luce giusta fa il suo.

La luce fa la fotografia: bisogna captare quella giusta per l’immagine che vogliamo creare. Ci illustra una di queste foto che le è maggiormente cara? Amo molto le immagini geometriche dei parterre di Villandry, con le siepi e le piante che formano arabeschi regolari.: rappresentano la sintesi estrema del connubio natura-creazione umana finalizzato al puro piacere.

La mostra, curata e presentata da Elisabetta Bacci, è organizzata dall’Associazione Culturale JULIET e sarà visitabile sino al 4 dicembre, due ore prima dell’inizio degli spettacoli teatrali.

La foto del testo sarà presente alla mostra.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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