Oggetti interpretati, evocazioni oltre tempo e spazio: personale di Failoni alla galleria “trart”
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Mercoledì, 08 Ottobre 2014 08:25
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Trieste – S’inaugura domani giovedì 9 ottobre 2014 ore 18.30 alla galleria “trart” in viale XX settembre, la mostra di Alda Failoni “qui raggiungono il mio occhio sole cose fresche”.
Failoni ha seguito nel corso degli anni un percorso in cui ha segnato le tracce immaginarie di oggetti interpretati come pretesto per evocazioni che travalicano tempo e spazio e risvegliano in noi i ricordi più nascosti.
Così per scatole e ciotole, così per conchiglie e peonie, simboli di una vanitas che ci introduce nella realtà delle cose: nulla è per sempre. Da qui l’attrazione di Alda Failoni per l’idea di transitorietà ed evanescenza della bellezza che evocano la sensazione di malinconica solitudine.
La sua è una ricerca di un mondo altro, lontano nel tempo e, in questa mostra, anche nello spazio. Non è infatti un caso che la sua immaginazione si sia rivolta al Giappone antico e ai suoi simboli che da quasi due secoli esercitano su di noi un fascino e un’attrazione irresistibile.
Ed è con l’occhio della storia che Alda Failoni guarda al Giappone, alle sue gheishe e ai suoi giardini di ciliegi, con quell’occhio che tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 ha saputo elaborare gli insegnamenti orientali e liberarsi dai vecchi stereotipi.
L’atmosfera sospesa del mondo orientale, la sensazione di solitudine, il senso di silenzio che si percepiscono nelle opere pittoriche del Giappone antico, e che possono essere riassunte nelle parole wabi-sabi, sono rielaborati nei suoi dipinti con quel particolare tocco di eleganza che la distingue, sottolineato dalle straordinarie velature che conferiscono alle singole opere una patina calda e avvolgente, assolutamente particolare.
Le immagini delle gheishe non sono semplici ritratti ma rielaborazioni dell’idea che noi occidentali abbiamo di quella straordinaria figura di donna. La gentilezza dei gesti, la perfezione dei volti, gli elaborati kimono sono osservati, studiati e adattati a un taglio che potremmo definire fotografico, forse l’ispirazione deriva proprio da antiche lastre, che alimenta l’allure di questi personaggi.
Ogni oggetto anche il più semplice racchiude un mistero, emana una forza rivelatrice di verità nascoste, si ammanta di una bellezza senza tempo. Ne sono esempio le grandi ciotole inserite anch’esse in una composizione affollata di oggetti semplici e quotidiani come le scatole, e ricchi di significati simbolici come le conchiglie e i coralli. Ma le ciotole sono vuote, pronte ad accogliere un dono qualsiasi e come per la filosofia Zen, a offrire cibo e quindi nutrimento. Ancora una volta la perfezione della forma è sottolineata dalla luce che non solo viene da una fonte esterna, ma promana dall’essenza stessa dell’oggetto che vive di una vita propria ed elargisce la propria semplice saggezza a chi apre se stesso al suo messaggio.