L'inferno di Tommaso Cerno e l'Homo eroticus di Maffesoli a Vicino/lontano 2013
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- Categoria: Cultura
- Pubblicato Giovedì, 09 Maggio 2013 09:23
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Il nostro tempo “tribale”, intessuto di un “vitale arcaismo” e dove l’adattamento della specie a buon titolo si identifica con l”homo eroticus” saranno al centro della prima giornata di Vicino/Lontano festival, di scena da oggi, giovedì 9 fino a domenica 12 maggio, con un fitto cartellone di dialoghi, incontri e confronti sul “mondo che cambia”.
Dopo la cerimonia inaugurale, prevista questa sera, 9 maggio, alle 19 nella Chiesa di S. Francesco, sarà il sociologo francese Michel Maffesoli, fresco autore, in Francia, di un libro che ha fatto molto discutere la società e i lettori di Oltralpe, a inaugurare alle 19.30 il cartellone della 9^ edizione del festival, con una lectio dedicata appunto all’”Homo eroticus”.
«La realtà del tribalismo è sotto gli occhi di tutti, accecante, nel bene e nel male, realtà imprescindibile che investe tutti gli ambiti. Sì, il tribalismo, in tutti gli ambiti, sarà il fenomeno dominante dei prossimi decenni ! – esclama Maffesoli - Le comunità contemporanee non sanno che farsene di uno scopo da raggiungere, di un progetto economico, politico, sociale da portare a termine. Preferiscono “ entrare nel ” piacere dell’essere-insieme, “ entrare nel ” l’intensità del momento, “ entrare nel ” godimento di questo mondo così com’è. (…) La postmodernità è effettivamente contraddistinta dal ritorno esacerbato dell’arcaismo. Al progresso lineare e garantito, causa ed effetto di un evidente benessere sociale, sta per subentrare una sorta di “ regresso ” che contraddistingue il “ tempo delle tribù”. Possiamo scovare questo vitalismo nelle effervescenze musicali o sportive. Ma è anche possibile osservarlo nella creatività pubblicitaria, dell’anomia sessuale, nel ritorno alla natura, nell’ecologismo regnante, nell’esacerbazione del pelo, della pelle, degli umori e degli odori, ovvero in tutto quel che ci ricorda l’animale nell’umano. Inselvatichimento della vita! Ecco il paradosso fondamentale della postmodernità».
Stasera alle 21, presso la chiesa di san Francesco ha inizio "l’Inferno Tour”, del giornalista Tommaso Cerno. Vizi e bassezze dell’Italia del nostro tempo, rivisitate in chiave dantesca per una commedia ben poco “divina” che a Udine, diventa per la prima volta teatro, musica, racconto scenico e naturalmente riflessione sul “caso Italia”.
L’autore, che presenterà il libro da cui è tratta la versione teatrale, anche al Politeama Rossetti di Trieste, venerdì 10 maggio alle 18, ha voluto incarnare il suo “Virgilio” in forma di Andreotti. a due giorni dalla scomparsa dello statista, ne ritroveremo in scena sagacia e ironia di commento. Le letture sono affidate all’attore Paolo Fagiolo sulla selezione dei testi a cura del regista e critico teatrale Gianni Cianchi.
L'evento è concepito per “attore e tavole”, quelle di Makkox, al secolo Marco Dambrosio, una delle firme più note della satira contemporanea, capace di raffigurare magistralmente il male e la meschinità d’oggi nel poema in endecasillabi e terzine composto da Cerno e di illustrare con straordinaria capacità evocativa la lettura scenica di Udine.
Come Dante con Virgilio, Tommaso Cerno ha scelto di farsi guidare fra bolge e gironi: e ha identificato un ‘Giulio Andreotti in corpo di giaguaro’ per interrogare gli spirti, e raccontarci– rigorosamente in terzine di endecasillabi – vizi e bassezze del nostro Paese. Nel poema di Cerno sfilano allora in modalità bipartisan i potenti dell’Italia dei nostri giorni: dall’oppositore di natura Vendola a Grillo non più grillo ma gallo, con cresta alta e petto sempre in fuori a dir che li politici fan fallo, dal grande illuso Prodi al gran Caimano. In buona compagnia con dannati “pop”, emblemi del loro tempo, quali Maradona e capitan Schettino.