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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Rapina con ostaggi a Cervignano: sgominata la banda di malviventi e recuperata la refurtiva

Rapina con ostaggi a Cervignano: sgominata la banda di malviventi e recuperata la refurtiva

Udine - Si è conclusa il 14 gennaio con il recupero della refurtiva l'operazione in cui Polizia e Carabinieri di Udine hanno arrestato dieci persone, residenti in Friuli Venezia Giulia e in Sicilia, e ritrovato beni per oltre tre milioni di euro, bottino della rapina con ostaggi avvenuta il 3 giugno scorso in una banca a Cervignano del Friuli (Udine).

I primi sette arresti erano avvenuti il 5 novembre scorso e altri tre a dicembre. Sono state sequestrate sei auto e recuperate due statuette del 1300 nel letto del fiume Ledra a San Daniele del Friuli. Altra refurtiva è stata reperita in provincia di Catania.

L’indagine, denominata “Trinacria”, è stata condotta sotto la direzione della Procura della Repubblica di Udine dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri e dalla Squadra Mobile della Polizia di Stato.

Nella rapina perpetrata il 3 giugno scorso alla “Cassa di Risparmio del F.V.G.” di Cervignano del Friuli, un commando composto da almeno 4 o 5 persone, travisate con passamontagna e tute, aveva fatto irruzione all’interno dell’istituto bancario, sorprendendo e sequestrando il personale impiegatizio ed un cliente, trattenendoli per oltre due ore.

Le indagini hanno fatto emergere che la banda era composta per lo più da elementi palermitani, pluripregiudicati per reati gravi. Le forze dell’ordine sono risalite al gruppo partendo dal “basista”, un incensurato insospettabile, di origine siciliana.

Monitorando i suoi spostamenti e quelli della compagna, i Carabinieri del Nucleo investigativo di Udine, comandati dal maggiore Roberto Scalabrin, e i poliziotti della Squadra Mobile, diretti dal Vice Questore aggiunto Massimiliano Ortolan, sotto il coordinamento del pm Andrea Gondolo, hanno individuato il covo della banda: un appartamento a Udine, dove il gruppo pianificava i colpi messi a segno in Friuli.

È lì che la sera del 5 novembre le forze dell’ordine hanno fatto irruzione mentre la banda stava perfezionando le modalità per una rapina che il giorno successivo si sarebbe dovuta svolgere nella Banca Monte dei Paschi di Siena nel centro di Udine, dove era già stato manomesso il vetro blindato posto su una porta secondaria.

I malviventi avevano già pianificato il sequestro di due donne in una attività commerciale adiacente ai locali dell’istituto e di tutto il personale impiegatizio della banca, poco prima dell’orario di chiusura pomeridiano. Gli investigatori avevano fermato nell’occasione sette persone e recuperato tutto il travisamento (maschere, tute e guanti) e gli attrezzi necessari a compiere la rapina.

Le ulteriori indagini hanno portato gli inquirenti a ottenere altre tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altri soggetti, residenti in Friuli e a Palermo, coinvolti nelle rapine. Tra questi un vigile del fuoco residente a Fagagna (Udine) che aveva fornito un sostanziale supporto al sodalizio criminale occupandosi della ricettazione di parte della refurtiva.

Dopo l’arresto della banda, sono stati recuperati i preziosi reliquiari del “tesoro di San Vito”, appartenenti alla tradizione religiosa della comunità di Marano Lagunare (Udine), sottratti il 3 giugno nella rapina. Le forze dell’ordine hanno recuperato buona parte della refurtiva trafugata nel caveau della banca di Cervignano. In particolare, due preziose statuette raffiguranti “San Vito” e “la Madonna con bambino” risalenti al 1300 sono state trovate dal personale specializzato del Centro Carabinieri Subacquei di Genova, tra il 19 e 20 dicembre scorsi, nel letto del Fiume Ledra.

Uno degli indagati le aveva gettate per allontanare da sé i sospetti. Le due statuette in oro e argento verranno a breve restituite alla parrocchia di San Martino Vescovo.

Altra parte della refurtiva, tra cui anche le “Oselle” in oro sempre parte del Tesoro di San Vito (il cui valore complessivo stimato è di circa due milioni di euro), monete e altri oggetti preziosi e di interesse archeologico verosimilmente provenienti dalla zona di Aquileia (Udine), sono stati trovati nel corso di una perquisizione eseguita a Catania il 14 gennaio.

Altri beni, lasciati dai rapinatori nel caveau e recuperati con un’attività condotta anche dal personale del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Venezia, sono stati ora affidati al Museo Archeologico di Aquileia, per le perizie e le successive attività di competenza.

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