Omicidio di Silvia Gobbato, la confessione dell'assassino: "volevo sequestrarla"
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- Categoria: Udine
- Pubblicato Venerdì, 20 Settembre 2013 09:07
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - "Volevo sequestrarla per chiedere un riscatto". Questo sarebbe il movente che ha spinto Nicola Garbino, uno studente fuori corso di 36 anni di Zugliano, ad aggredire Silvia Gobbato, martedì 17 settembre, nei pressi del parco del Cormor.
Garbino, nel corso della confessione, ha detto che non aveva alcuna intenzione di uccidere la ragazza ma che la situazione è degenerata.
L'uomo ha ricostruito l'omicidio davanti agli investigatori: ha raccontato di essersi appostato nel bosco martedì pomeriggio e di aver individuato nella Gobbato la persona che poteva fare al caso suo: l'ha vista correre, piano, minuta e con il cellulare in una mano.
Allora, ha detto, è uscito allo scoperto e ha rincorso la giovane per un centinaio di metri, quando l'aveva quasi raggiunta lei si è girata accorgendosi di essere seguita. Lui allora ha cercato di immobilizzarla saltandole addosso con l'intenzione di trascinarla in una zona lontana dal percorso battuto dalle persone che solitamente corrono in quell'area, nella parte boscosa.
La sua intenzione era minacciarla con un coltello costringendola a telefonare a casa e chiedere un riscatto per rilasciarla. La reazione della ragazza, però - ha detto - lo ha colto di sorpresa mandandolo nel panico.
Temendo che potesse fuggire e dare l'allarme allora le ha inferto una coltellata e poi un'altra e un'altra ancora, fino a ucciderla.
Dopo aver ucciso la ragazza, ha vagato per ore nei campi. Infine, ha deciso di riprendere l'auto e di tornare a casa. Prima, però, si è sbarazzato del coltello e dei vestiti insanguinati. Il 19 settembre, nella mattinata, forse rendendosi conto di aver lasciato tracce che avrebbero potuto condurre gli investigatori a scoprirlo, è tornato sul posto per recuperare entrambi, l'arma e i vestiti.
È stato però notato da due carabinieri che erano in cerca proprio dell'arma, i quali lo hanno visto aggirarsi nella zona, nell'atteggiamento di chi cerca qualcosa.
I militari gli si sono avvicinati e lui è crollato ancora prima di essere sottoposto a domande: "Sono stato io, sono stato io. Mi avete beccato", ha ripetuto.
A quel punto i carabinieri hanno deciso di portarlo in caserma. Lo studente fuori corso non sarebbe stato seguito da un centro di salute mentale, come si riteneva in un primo momento, tuttavia il suo equilibrio psichico sarebbe molto instabile.