Parco di Miramare, 1 milione e 800mila euro per ridare vita al sogno di Massimiliano e Carlotta
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- Categoria: Trieste
- Pubblicato Martedì, 19 Novembre 2013 23:14
- Scritto da Tiziana Melloni
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Trieste - Si è tenuta martedì 19 novembre presso la Sala degli specchi di palazzo Economo, sede della Soprintendenza ai Beni culturali e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia, sollecitata dall'associazione "Italia nostra", una conferenza stampa di presentazione dello stato dell'arte dei progetti finanziati da Regione e Stato per il ripristino del parco del Castello di Miramare.
Il parco del Castello di Miramare, con i suoi circa 2 milioni di visitatori stimati - difficile un conteggio preciso dato che l'ingresso al parco per ora è gratuito - è uno dei luoghi più amati d'Italia, come è emerso anche dall'ultima edizione dei "Luoghi del Cuore" del Fondo ambiente italiano, che ha visto il paradiso di Massimiliano e Carlotta al settimo posto nella nota classifica.
Un risultato che ha permesso di ottenere altri 30mila euro per i restauri, che vanno ad aggiungersi al milione e 200 mila euro stanziato dallo Stato ed ai 600mila euro messi a disposizione dalla Regione.
Il presidente della sezione triestina di Italia Nostra, Marcello Perna, ha illustrato brevemente le finalità dell'incontro: dar conto dell'attività fin qui svolta nel parco ed illustrare le attività future della Soprintendenza.
La vice presidente dell'associazione, Giulia Giacomic, ha spiegato che è consuetudine di "Italia Nostra" organizzare periodiche visite di ricognizione ai beni artistici; nelle ultime passeggiate, ha potuto notare un certo ristagno nei lavori ed in particolare l'apparente assenza di manutenzione ordinaria. Di qui la richiesta di delucidazioni.
In rappresentanza del responsabile della direzione regionale Giangiacomo Martines, è intervenuto il soprintendente ai Beni storici, artistici ed etnoantropologici del FVG Luca Caburlotto, assieme all’architetto della Soprintendenza Maurizio Anselmi e alla direttrice del museo e parco di Miramare Rossella Fabiani.
Caburlotto ha spiegato l'enorme complessità della "macchina" dei lavori al Parco: tale che, anche se i fondi erano già stanziati a dicembre 2011, sono state realizzate solamente alcune parti dei lavori messi a progetto.
Si tratta di riuscire ad incastrare gli interventi, che vanno svolti in precise sequenze ed in assoluta trasparenza per quanto riguarda gli appalti. Basta poi un ritardo nel pagamento da parte dello Stato - cosa che avviene frequentemente - per far slittare a catena il calendario dei lavori.
Caburlotto ha spiegato che la manutenzione del parco, anche per quanto riguarda l'ordinario, necessita di competenze specialistiche e soprattutto di attrezzature, il cui acquisto non sarebbe economico per lo Stato: "un giadiniere non basta" ha precisato, riprendendo le osservazioni della signora Giacomic.
Ad esempio, l'abbattimento periodico degli alberi richiede come primo passo la mappatura ed il censimento di tutte le piante accompagnati da una valutazione di tipo botanico per gli interventi. Questo può essere effettuato solo da una ditta estremamente specializzata. Tale lavoro è stato già fatto: sono stati individuati 479 alberi da abbattere.
Maurizio Anselmi ha quindi illustrato gli interventi che saranno messi in cantiere a breve, sulla scorta delle laboriose ricerche - anche filologiche - della signora Fabiani. Questi riguarderanno i due parterre, iniziando da quello a mare, e le serre.
"Dall'analisi della corrispondenza tra Massimiliano d'Asburgo, i suoi progettisti ed i giardinieri, emerge che neanche il principe aveva un'idea precisa di quale dovesse essere la veste definitiva del suo "sogno" mediterraneo. - Ha spiegato l'architetto. - Un'altra difficoltà è costituita dal fatto che l'intero promontorio, in origine roccioso, è stato ricoperto da terra di riporto. Si tratta quindi di un contesto non naturale per gli alberi che vi sono a dimora, i quali a loro volta non sono specie locali, ma in alcuni casi vengono da Paesi lontani, secondo la moda del tempo".
Un ambiente voluto dall'uomo insomma, che, oltre che con la furia della bora, anche in passato ha dovuto fare i conti con "visitatori" a volte rapaci: "dato che gli Asburgo aprivano il parco al pubblico nei giorni festivi, in una lettera il giardiniere si lamenta con l'arciduca della "canaglia" che devastava letteralmente il giardino, portando via fin anche i cancelli di ferro" ha raccontato Anselmi.
L'architetto, dopo aver precisato che la rilettura dei documenti ha portato a concludere che in origine nel parco non ci fossero aiuole fiorite ma solo sfumature di verde, ha voluto dare un'idea dei costi del ripristino in linea esatta con la versione ottocentesca: le siepi di bosso - tipiche del giardino all'italiana voluto da Massimiliano e Carlotta per i parterre - costano 100 euro a metro lineare. "Se si considera che i metri lineari di siepi sono 2200, il conto è presto fatto: 220.000 euro".