Sequestrati i beni di un commerciante che aveva frodato 17 milioni di euro al fisco
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- Categoria: Pordenone
- Pubblicato Venerdì, 14 Febbraio 2014 15:16
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - Dopo una complessa vicenda giudiziaria, la Guardia di Finanza di Pordenone, il 14 febbraio, ha definitivamente confiscato ad un imprenditore della città 32 immobili, tra cui una villa settecentesca, una parte di un palazzo nobiliare nei pressi del Ponte di Rialto a Venezia, uno yacht di 13 metri e sette autovetture storiche tra le quali una Ferrari, una Porsche ed una MG.
L'uomo, un commerciante di prodotti informatici, era stato denunciato dal Nucleo di Polizia Tributaria di Pordenone per una frode fiscale da quasi 17 milioni di euro. A fronte di tali importi erano state emesse sette cartelle esattoriali.
L'imprenditore, con l'intento di non corrispondere quanto dovuto allo Stato, aveva spostato l'ingente patrimonio personale riversandolo in due fondi patrimoniali, uno alimentato dai propri beni immobili e l'altro da quelli mobili registrati.
Il conferimento dei beni nei due fondi, formalmente destinati a soddisfare le esigenze familiari, secondo gli intenti dell'uomo sarebbe servito ad impedire la loro eventuale acquisizione da parte del fisco per pagare le tasse dovute.
I finanzieri, tuttavia, avevano qualificato tale destinazione patrimoniale un atto in frode alla legge in quanto unicamente diretto a sottrarre, fraudolentemente, i beni alle legittime pretese dell'Erario.
Le Fiamme gialle non si sono limitate solo a denunciare nuovamente l'imprenditore, ma hanno anche proposto all'autorità giudiziaria l'acquisizione dei beni confluiti nei due fondi, che sono stati effettivamente sequestrati su disposizione del GIP di Pordenone.
L'imprenditore, a seguito del ricorso presentato al Tribunale di Pordenone, ha riottenuto indietro i beni, ma solo temporaneamente, poiché la Corte di Appello di Trieste, cui aveva fatto a sua volta opposizione la Procura di Pordenone, lo ha condannato per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e ha ordinato la confisca dei beni.
L'imprenditore ha presentato inutilmente ricorso in Cassazione. La sentenza di condanna e la confisca sono ormai definitive.