Una slavina travolge il campo base sull'Himalaya. Tra le vittime un alpinista triestino
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- Categoria: Montagna
- Pubblicato Domenica, 23 Settembre 2012 16:11
- Scritto da Tiziana Melloni
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Kathmandu (Nepal) - Tragedia della montagna nella notte tra il 22 e il 23 settembre sul Manaslu (catena dell'Himalaya) in Nepal, dove una valanga ha travolto una spedizione di 35 alpinisti, tra cui il triestino Alberto Magliano.
Al momento i corpi estratti dalla neve sono 9 ma il bilancio potrebbe ancora aggravarsi, diversi i feriti. Quattro persone, ha riferito la polizia nepalese, risultano ancora disperse. L'incidente è avvenuto a circa settemila metri di quota sul Manaslu, nella catena dell'Himalaya. Tredici gli alpinisti soccorsi, rimasti feriti. Tre francesi, due tedeschi e una guida nepalese sono stati trasportati in aereo negli ospedali di Kathmandu.
La polizia ha riferito che la valanga ha travolto i campi base 2 e 3 sul Manaslu, l'ottava vetta più alta del mondo.
Il consolato italiano a Calcutta ha confermato la morte di Magliano, nato a Trieste il 24 novembre del 1945. Il console Joel Melchiori ha riferito della presenza di altri 8 italiani membri della spedizione.
Nessuno di loro, ha detto Melchiori, risulta aver subuto ferite gravi.
Si tratta di una delle peggiori tragedie accadute in Himalaya-Karakorum. Nel 2008 sul K2 morirono 11 alpinisti per il crollo di un seracco.
Magliano non era un dilettante della montagna. Era stato infatti il primo alpinista non professionista ad aver conquistato le "Seven summits", le sette vette più alte del mondo. Esperienze raccontate e documentate con foto sulle pagine internet del sito sevensummit in cui Magliano si definiva "un conquistatore dell'inutile".
Così scriveva ancora Magliano: "Ai tanti che in questi anni mi hanno chiesto cosa rappresenti la montagna per me - spesso un po' stupiti nel vedere un non professionista così intensamente impegnato nell'alpinismo - ho sempre risposto che è, innanzitutto, il luogo della mia libertà".