A4 di nuovo in tilt per un mezzo pesante rovesciato. Più di 15 i chilometri di coda
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- Categoria: Viaggi
- Pubblicato Lunedì, 15 Luglio 2013 17:34
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Palmanova - Bilancio pesante per l'Autostrada A4 lunedì 15 luglio. Anche stavolta un incidente causato da un mezzo pesante ha provocato ingenti disagi agli utenti e alla circolazione.
Verso le 8 e 30, tra San Giorgio di Nogaro e Latisana in direzione Venezia, un mezzo pesante che trasportava legname si è rovesciato su un fianco perdendo il carico, che ha invaso completamente la carreggiata e divelto il guard rail centrale.
Veniva immediatamente decisa l'uscita obbligatoria a San Giorgio e chiusa anche l’entrata, sempre a San Giorgio. Il traffico fermo nel tratto chiuso, circa tre chilometri di veicoli incolonnati, è stato fatto defluire da Polstrada e ausiliari al traffico di Autovie Venete, prima i mezzi leggeri (contromano) e poi quelli pesanti.
I chilometri di coda alle 9 e 30 erano sette. Le code a mezzogiorno hanno raggiunto i 15 chilometri in direzione Venezia e i 6 chilometri in A23 in direzione di Palmanova, nodo particolarmente congestionato, con code in uscita al casello.
Pesanti i riflessi sulla viabilità ordinaria. Durante tutto il periodo di chiusura dell’autostrada gli ausiliari al traffico di Autovie Venete hanno distribuito 4 mila bottiglie d’acqua alle persone ferme in coda.
Il materiale disperso in carreggiata è stato di 200 quintali di legname. Ingenti i danni all’autostrada: 50 metri di barriera centrale deformata, 70 metri di barriera laterale e 150 metri quadrati di pavimentazione da rifare a causa dello sversamento di gasolio, olio motore e idraulico dal mezzo pesante rovesciato.
50 le persone di Autovie Venete impegnate a vario titolo per risolvere l'incidente, a cui si sono aggiunti gli agenti della Polstrada.
Nonostante l'intervento, al solito tempestivo, degli ausiliari del traffico e della Polstrada, e le comunicazioni in continuo sia sui pannelli mobili, sia sui pannelli a messaggio variabile situati prima degli ingressi e lungo l’autostrada, si sono verificate code che hanno raggiunto, nella direzione Venezia anche i venti chilometri.
Alle condivisibili proteste degli utenti risponde il Presidente di Autovie Venete Emilio Terpin: "Il disagio che i nostri utenti stanno sopportando è pesante e non posso che condividerlo, nonostante sappia che gli standard di intervento del nostro personale sono stati come sempre elevati".
"Questi incidenti e le interminabili code che si registrano in questi casi dimostrano l'inadeguatezza dell'attuale percorso a due corsie della A4. La costruzione della terza corsia, anche alla luce di queste emergenza, è un intervento che non può più essere procrastinato".
"Noi abbiamo dei doveri nei confronti degli utenti e cerchiamo, quotidianamente, di rispettare al meglio il nostro mandato, ma in queste condizioni è obbiettivamente molto difficile trovare delle risposte plausibili".
"L'autostrada - che in questi giorni ha rivisto, fortunatamente, flussi di traffico crescenti - deve essere velocemente ridisegnata. Ce lo chiedono gli utenti, ce lo chiede il sistema industriale, ce lo chiedono i Paesi confinanti che rappresentano opportunità di scambio e sviluppo reciproco".
Intanto a Roma è stato presentato l'emendamento, voluto dal Pd e firmato anche da Pdl e Lista Monti, che punta a ottenere 120 milioni di euro dal “Decreto del Fare” per la realizzazione della Terza corsia dell'A4.
Duro il commento dei deputati regionali Aris Prodani e Walter Rizzetto del Movimento 5 Stelle. "ci opponiamo alla realizzazione di quest'opera, sulla quale oggi è quanto mai necessario fare una riflessione seria e approfondita. I 120 milioni di euro sono infatti solo una goccia nell'oceano di fondi necessari per il completamento della Terza corsia".
"A cosa servono questi soldi? Chi pagherà l'intera opera? - si chiede Walter Rizzetto -. Crediamo che la risposta sia tristemente semplice: i cittadini e le aziende che devono utilizzare l'autostrada. La politica, sia di centrosinistra che di centrodestra, pensa infatti di coprire i costi di questa infrastruttura attraverso i pedaggi in costante aumento, impoverendo ancora gli abitanti del Friuli Venezia Giulia".