L'isola della Cona, un tuffo nella natura
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- Categoria: Viaggi
- Pubblicato Venerdì, 20 Aprile 2012 15:24
- Scritto da Maurizio Pertegato
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La visita all'Isola della Cona, posta alla foce dell'Isonzo, tra Monfalcone e Grado, specie in primavera riserva sempre piacevoli sorprese. Vi si possono avvistare oltre 300 specie di uccelli. Di questi alcuni sono migratori e scelgono l’area della Riserva per sostare e alimentarsi durante l’andata o il ritorno dal loro lungo viaggio, altri scelgono la zona per svernare, altri ancora per trascorrervi il periodo estivo.
Numerosissime le specie di anatre e oche, ma si osservano anche folaghe, aironi, chiurli e numerosi rapaci.
Tra i mammiferi, grazie alla tranquillità dei luoghi e alla vicinanza con il Carso, è presente un gran numero di specie come il capriolo, la volpe, il tasso, il cinghiale e la lepre oltre a numerose specie di roditori.
Gli anfibi sono ovviamente abbondanti, data la natura dei luoghi: fra questi spiccano diverse specie di rane, raganelle, rospi e tritoni. Sono inoltre numerosi i rettili fra cui si segnala la presenza della testuggine acquatica, delle bisce d’acqua e del ramarro.
Nel fiume, negli stagni e nelle zone palustri si possono inoltre osservare numerosissime e interessanti specie di invertebrati, tra le quali alcune notevoli e variopinte farfalle, come ad esempio la rara Polissena, la Vanessa Io e tante altre ancora.
La fascia litoranea dell'Alto Adriatico è caratterizzata da bassi fondali e da una complessa struttura lagunare che, comprendendo Venezia, termina con il delta del fiume Po. In prossimità della foce del Timavo, si trova la foce dell’Isonzo, che nasce sulle Alpi Giulie, in Slovenia e termina il suo corso nel golfo di Trieste, fra Monfalcone e Grado. La Riserva Naturale della foce dell’Isonzo comprende un’area di circa 2400 ettari ed è situata lungo gli ultimi 15 km del corso del fiume. Il territorio della Riserva è incluso nei comuni di Staranzano, San Canzian d’Isonzo, Grado e Fiumicello.
Quest’area è stata interessata nel corso dei secoli da notevoli trasformazioni, nell’alternanza fra l’azione di erosione e deposito del fiume e del mare e le opere di canalizzazione e bonifica realizzate.
Nel recente passato la zona era adibita alla coltivazione e al pascolo, mentre la parte a mare si era mantenuta relativamente integra, sotto il profilo naturalistico.
A partire dagli anni ’90 sono stati effettuati degli interventi che hanno portato alla creazione di una palude temporanea d’acqua dolce, denominata “il Ripristino”: La nuova situazione ha incrementato notevolmente il numero delle specie legate agli ambienti umidi.
L’area della Riserva è ora un sito protetto. Le visite sono regolate ed organizzate a cura di Associazioni naturalistiche.