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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Il Consiglio regionale ha approvato la legge di riforma del Servizio sanitario. L'opposizione: troppi poteri ai direttori

Il Consiglio regionale ha approvato la legge di riforma del Servizio sanitario. L'opposizione: tropp

Trieste - Il riordino istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale è legge. 28 sono stati i voti favorevoli, inclusi i due del presidente Tondo e del suo vice, Ciriani, assessore di riferimento, in 21 hanno votato no, nessuno si è astenuto. Favorevoli, dunque, i consiglieri di Pdl (incluso l'indipendente Baritussio), LN e UDC, oltre a Pensionati, Asquini e Ballaman (Misto); contrari i componenti di PD, Idv, Sinistra Arcobaleno, Cittadini e UAR.

L'Aula ha approvato gli 8 articoli che compongono il provvedimento, come dalla prima formulazione della Giunta; i molti emendamenti, anche aggiuntivi, presentati dall'opposizione, non sono riusciti a modificare la struttura, visto che sono stati in prevalenza bocciati.

È stata recepita all'articolo 2 (finalità) una modifica, proposta da Menosso (Pd) e introdotta oralmente, che pone l'accento sulla necessità di garantire anche appropriate politiche di prevenzione.

È stato anche accolto l'emendamento trasversale - sottoscritto da Sasco e Venier Romano (UDC), Baritussio (indipendente nel Gruppo del Pdl), Baiutti e Della Mea (PD) e subemendato dall'assessore Ciriani - all'articolo 4 (Assetto delle nuove aziende per i servizi sanitari e dei presidi ospedalieri): ne riscrive un comma precisando l'elenco degli ospedali di rete che vanno a costituire un unico polo ospedaliero costituente un'unica struttura operativa aziendale (Gorizia e Monfalcone; Cividale con Gemona, Latisana, Palmanova, San Daniele, Tolmezzo).

Non sono invece state accolte, su indicazione dell'assessore, le modifiche presentate da Venier Romano (UDC) e Lupieri (PD) che all'articolo 3 (Enti del Servizio sanitario regionale) proponevano il completamento dell'elenco delle strutture facenti parte del Sistema sanitario, con l'aggiunta delle strutture ospedaliere accreditate che partecipano alla rete ospedaliera regionale e dell'IRCSS E. Medea - La Nostra Famiglia.

Stefano Pustetto ha motivato il voto contrario di Sinistra Arcobaleno: la maggioranza non è mai entrata nel merito della riforma, l'assessore non ha dato risposte. Quando si fa una riforma si devono sempre valutare costi/benefici, invece è stato lasciato tutto indefinito. Praticamente sono stati bocciati tutti gli emendamenti sostanziali dell'opposizione. Pessima riforma della sanità, si dà ai direttori d'azienda un potere enorme, non si è tenuto conto del dibattito.

Giorgio Venier Romano per l'Udc si è detto favorevole, anche se sono stati respinti due emendamenti che avrebbero migliorato il testo, c'è il voto positivo dell'UDC perché questa non è la riforma del Sistema sanitario regionale, ma il suo inizio. Si cerca di ridurre i costi per liberare risorse e avere così la possibilità di fare investimenti. In seguito si dovranno fare altri interventi, come eliminare i doppioni e puntare alla prevenzione.

Piero Colussi ha dichiarato il voto contrario dei Cittadini perché, come evidenziato anche da un collega di maggioranza, questo provvedimento necessita di interventi successivi; non è una riforma, ma un semplice riordino. L'auspicio è che il SSR mantenga gli standard di oggi.

Enio Agnola: voto contrario di Idv perché c'erano tutte le condizioni, suggerite tanto dai dirigenti e dagli operatori di settore quanto dai cittadini, di migliorare un sistema che deve trovare in sé stesso la forza di proseguire, perché nel bilancio finanziario ci sono altri settori molto competitivi, come il lavoro, che avranno sostegno. È una norma insufficiente, lontanissima dalle aspettative del mondo della sanità.

Sergio Lupieri: voto contrario del PD, con la bocciatura totale della gestione Tondo della sanità, fatta di 5 anni di nessuna manutenzione e nessun Piano di edilizia ospedaliera, nessuna riqualificazione delle case di riposo, dei punti nascita, dell'emergenza, della domiciliarità. Mettere la sanità nelle mani dei direttori generali per il Pd è assolutamente inadeguato. Manca un'analisi completa dell'esigenza salute e il vantaggio che porterà questo provvedimento.

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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