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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Revisione della spesa sanitaria, 149 posti letto in meno negli ospedali del Fvg

Revisione della spesa sanitaria, 149 posti letto in meno negli ospedali del Fvg

Roma - Dagli attuali 231.707, i posti letto degli ospedali italiani dovranno scendere a 224.318, diminuendo quindi di 7.389 unità. È l'effetto del Regolamento attuativo dell'articolo 15 del Decreto n° 95 sulla revisione della spesa, convertito nella legge 135 del 7 agosto scorso. Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, d'intesa con il suo collega dell'Economia, Vittorio Grilli, lo ha comunicato l'8 novembre alla Conferenza Stato-Regioni.

Il Regolamento, precisa la nota del ministero della Salute, indica il metodo di calcolo per la riduzione delle Unità operative complesse e la riconversione delle strutture ospedaliere.

Il ministero ha spiegato che le Regioni nelle quali il numero dei posti letto è inferiore ai nuovi standard potranno aumentarli fino al limite indicato dal Regolamento. Se il numero dei posti letto attuali fosse superiore, le Regioni saranno tenute a ridurli.

I calcoli si basano sulla popolazione generale di ogni Regione, pesata e corretta in base alla percentuale di anziani e ai flussi di mobilità ospedaliera tra Regioni. Il correttivo tiene conto del fatto che alcune Regioni registrano una mobilità attiva, in quanto i propri ospedali attraggono pazienti residenti altrove.

In base a questi calcoli il Friuli Venezia Giulia potrà aumentare i posti letto per pazienti post-acuti, ma dovrà diminuire quelli per acuti. In tutto il saldo porterà - se applicato alla lettera - alla perdita in Regione di 149 posti letto: 690 posti in meno per pazienti con patologie acute e 542 in più per degenti post acuti.

Sui nuovi standard dell'assistenza ospedaliera proposti dal Governo è intervenuto Luca Coletto, assessore alla Sanità del Veneto e coordinatore della Commissione sanità della Conferenza delle Regioni, secondo il quale queste riduzioni dei posti letto "sono più che altro delle linee guida. Andranno poi fatte delle valutazioni caso per caso, Regione per Regione, sull'opportunità di applicarle in modo più pesante o leggero".  

Per il rappresentante delle Regioni, la riduzione dei posti letto è "una necessità sia tecnica che politica, per riuscire a seguire le innovazioni che si sono susseguite nel tempo. Dieci anni fa per alcuni interventi chirurgici si prevedevano dieci giorni di ricovero, oggi sono due".

La posizione del coordinatore si configura quindi come un'apertura moderatamente positiva a questa impostazione, che però va completata con i costi standard. "Diciamo che questi potrebbero essere dei criteri standard – ha precisato Coletto - da applicare se si accetta la ripartizione del fondo. Se una Regione non volesse farlo, dovrebbe poi andare a coprire con l'Irpef. È chiaro che se uno si adegua, può avere più forza nel chiedere, rispetto a chi non si adegua e magari ha piccoli ospedali e pochi posti letto".

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