Pietro Biscontin nuovo presidente del Consorzio Friuli Grave, la doc più grande della regione
- Dettagli
- Categoria: Cucina e vino
- Pubblicato Martedì, 04 Giugno 2013 11:23
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
- Visite: 1833
Pordenone - Pietro Biscontin, direttore della Cantina Viticoltori friulani “La Delizia” sca, di Casarsa della Delizia (Pordenone), è dal 4 giugno il nuovo presidente del Consorzio di tutela vini a doc, Friuli Grave. Durerà in carica un triennio e lavorerà insieme ai due vice presidenti: Giuseppe Crovato (della Cantina di Bertiolo) e Michelangelo Tombacco (dell’azienda I Magredi, di San Giorgio della Richinvelda).
Nel direttivo siedono ora anche Luigi Antiga (Cantina di Sacile e Fontanafredda), Anna Brisotto (presidente uscente e titolare dell’azienda San Simone, di Porcia), Giancarlo D’Andrea (Cantina di Rauscedo e Codroipo), Guecello di Porcia e Brugnera (Principi di Porcia, di Azzano Decimo), Bruno Pittaro (Pitars, di San Martino al Tagliamento), Stefano Trinco (Vigneti Pittaro, di Codroipo), Paolo Valdesolo (Pighin, di Pavia di Udine).
Biscontin ha ricordato che uno dei compiti principali del nuovo Consiglio, nell’immediato futuro, sarà il rafforzamento dell’integrazione tra i Consorzi a doc del Friuli Venezia Giulia al fine di affrontare i mercati con maggiore forza e per valorizzare sempre di più il territorio in modo unitario.
Ha sottolineato, inoltre, che: "Se saremo uniti e capaci di fare un gioco di squadra, maggiori saranno le possibilità di sviluppo e di superamento di una concorrenza estremamente agguerrita. Il Consorzio dovrà poi promuovere con grande determinazione i vini dei propri associati, facendo emergere le numerose eccellenze che stanno conquistando l’apprezzamento e la fiducia dei consumatori".
La Friuli Grave è la Denominazione più grande della regione (nonché la 13° doc italiana), con una produzione di circa 200.000 hl di vino. Si tratta di vini freschi, fruttati ed eleganti che finiscono sulle tavole di tutto il mondo grazie all’export che porta nei mercati stranieri oltre il 50 per cento della produzione locale e conferma, anche per il settore vinicolo, la propensione all’esportazione come è nella filosofia imprenditoriale del territorio dal quale nascono.