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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cordenons: inaugurata Oasi 2, casa di accoglienza per persone in uscita dal carcere

Cordenons: inaugurata Oasi 2, casa di accoglienza per persone in uscita dal carcere

Pordenone - Il 15 e 16 novembre scorsi l'associazione “Carcere e comunità” di Pordenone ha organizzato una serie di iniziative, tra le quali il momento di incontro-testimonianza di due signore giunte dalla Toscana, Claudia Francardi e Irene Sisi, l’una vedova del carabiniere Antonio Santarelli, l’altra madre di Matteo che lo uccise, per imparare come praticare la giustizia riconciliativa.

Anche su questa scia è stato quindi inauguratao il progetto Oasi 2, la Casa di Accoglienza in via Seduzza 1, situata a Cordenons (Pn). Una casa destinata ad accogliere persone che, a fine detenzione, non possono usufruire né di famiglia, né di casa, né di lavoro per un minimo sostegno. Un problema che coinvolge non pochi detenuti, i quali rischiano di finire nuovamente, una volta liberi ma senza alcun punto di riferimento, in situazioni “borderline” che potrebbero ricondurli un'altra volta in carcere.

In questo contesto l'Oasi 2 si propone di offrire ospitalità per un periodo stimato tra i sei e i dodici mesi, in modo tale che queste persone abbiano la possibilità di reinserirsi nel tessuto sociale e familiare.

Un progetto che prevede in contemporanea l'intervento, la collaborazione e l'accompagnamento degli operatori dell'Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna), degli educatori del carcere, degli assistenti sociali del Comune di appartenenza e dell'associazione “Carcere e comunità”. Ogni Comune coinvolto è chiamato a provvedere con un contributo di 200 euro mensili per le spese generali di gestione della Casa, fino a che gli interessati non saranno in grado di “camminare da soli” raggiungendo una prima autonomia economica.

Naturalmente il progetto non sarà predisposto solo dai professionisti e fornito bell’e fatto, ma sarà costruito passo passo con gli obiettivi cari all’interessato e nella consapevolezza delle difficoltà di partenza e con la ragionevole speranza di quanto sarà possibile maturare nell’arco di un anno di tempo a disposizione.

Una forma di autosostentamento, inoltre, sarà favorita a ciascuna persona con borse lavoro da svolgere per conto della Cooperativa sociale “Oasi”.

Ed è proprio da quest'ultima che la struttura prende il nome: ad essa appartiene infatti l'edificio, rimasto vuoto dopo il suo trasferimento a Pordenone, e offerto gentilmente in comodato d'uso. Il complesso si compone di una casa su due piani dotati di camere da letto e bagni, degli spazi comuni del pianterreno, di un bel cortile e di un grande spazio di terreno coltivabile; può ospitare fino a otto persone.

Accanto, anche un prefabbricato dove svolgere attività per la vita comune e dove gli ospiti potranno anche incontrare e trascorrere il tempo con conoscenti, amici e un gruppo di volontari. Tra gli obiettivi del progetto Oasi 2, infatti, vi è pure quello di vivere un'esperienza di familiarità, dando il tempo e la possibilità di ricostruirsi quei legami sociali che sono alla base della nostra quotidianità.

Le prime tre persone che occuperanno l'Oasi 2 abiteranno la casa entro la prima quindicina di dicembre ormai prossimo. Giorno e notte ci sarà sempre qualcuno che, volontario, condividerà la vita di famiglia.

Per garantire l'efficienza del progetto, esso prevede che ogni percorso venga attivato, per ogni persona individuata, prima della sua uscita dal carcere: questo per avere modo di conoscerla e stabilire i contatti e le relazioni necessarie con tutti i soggetti istituzionali coinvolti.

Il tutto nella massima sobrietà: “Ci era stato proposto un finanziamento ben più alto da quello richiesto - spiega Mario Sartor, tra gli ideatori e coordinatori del progetto -, ma visto anche il periodo di crisi, si è concordato di fare una scelta sobria nelle spese di gestione e di vitto e alloggio.
Si spera che i risultati di questa esperienza portino ben presto all'apertura di un'OASI 3, di un'OASI 4 e via via di un sempre maggior numero di case per rispondere a più esigenze possibili”.

Don Piergiorgio Rigolo, cappellano della Casa circondariale di Pordenone, è l’ideatore ed il responsabile dell’iniziativa: fin dall’inizio riconosceva l’importanza del criterio della complementarietà e della collaborazione con la Cooperativa Oasi di Sandro Castellari a Pordenone, la Casa di Emmaus di d. Galiano Lenardon ad Azzano Decimo, la Casa di Accoglienza di Mario Sartor a Praturlone, la Caritas Diocesana, le Caritas ed i volontari del territorio.

Si è guardato e si guarderà alle iniziative già in atto in Regione, quali il Centro di Accoglienza “E. Balducci” di don Pierluigi Di Piazza a Zugliano, la Comunità di S. Martino al Campo di d. Mario Vatta a Trieste, la Comunità Arcobaleno di d. Alberto De Nadai a Gorizia.

L’iniziativa è anche un’opera segno per il territorio e per la diocesi, è patrocinata dal Vescovo Giuseppe Pellegrini, e assunta come impegno della Diocesi di Concordia-Pordenone.

Corinna Opara
Conferenza volontariato giustizia Fvg

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