Chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari: l'esperienza del Friuli Venezia Giulia
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- Categoria: Uomini e diritti
- Pubblicato Sabato, 05 Aprile 2014 23:18
- Scritto da Corinna Opara
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Trieste - Riforma sanitaria, nuove strutture penitenziarie e, non ultima, la questione della chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg): il tema del disagio nelle carceri continua ad essere in prima linea nel Friuli Venezia Giulia, anche attraverso le personalità coinvolte nei dibattiti di portata nazionale.
Tra gli ultimi esempi, la presenza di Peppe Dell'Acqua, ex direttore del Dipartimento di Salute mentale di Trieste, al seminario della Commissione sanità del Senato organizzato a Roma nella giornata di giovedì 27 marzo.
A lui è stato affidato il compito di aprire l'incontro di approfondimento dedicato alle politiche di salute mentale, ma, soprattutto agli impegni da assumere per il superamento degli Opg, la cui chiusura, prevista per lo scorso 1° aprile, è stata rinviata al 31 marzo 2015 con una seconda proroga (la prima era stata decisa nel 2013 per il 2014).
"Mi è stato chiesto di aprire i lavori di questo incontro non in qualità di semplice cittadino, ma come membro del Forum salute mentale e del comitato nazionale StopOpg, balzato di recente alle cronache nazionali come promotore del viaggio di Marco Cavallo", specifica Dell'Acqua.
E prosegue spiegando come l'invito da parte della Commissione sanità a lui rivolto sia dovuta in quanto "esperto del lavoro di cambiamento avvenuto in Friuli Venezia Giulia e soprattutto del diffuso assetto dei servizi di prossimità che vedono la persona e i suoi bisogni al centro degli investimenti, delle strategie, delle organizzazioni, delle intenzioni di vicinanza. Un assetto di servizi che permette alla nostra regione di utilizzare pochissimo, meno di ogni altra Regione italiana, gli Opg".
Tra le motivazioni che hanno reso necessaria la proroga firmata con grande rammarico dallo stesso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, infatti, la mancata messa in atto della nuova alternativa alle sei strutture presenti in Italia e prossime alla pensione, a scapito delle persone che vi sono ospitate.
Di fronte a questa situazione la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia di recente aveva preso posizione attraverso un breve documento che ha impegnato l'Assessore alla Sanità Telesca, attualmente alle prese anche con la riforma sanitaria nelle carceri regionali, a "riscrivere l'accordo con il Governo - si legge in una nota stampa - rifiutando qualsiasi impegno di spesa per le nuove strutture (le Rems, residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza) ipotizzate dalla stessa normativa che delibera la chiusura degli attuali sei Opg italiani".
La Regione punta invece ad investire sull'ulteriore rafforzamento dei Dipartimenti di Salute Mentale, sui progetti terapeutici individuali e sulla diffusione di un adeguato servizio di assistenza in carcere.
Una richiesta che dimostra la coerenza dell'impegno preso nel novembre scorso in occasione della partenza del Viaggio di Marco Cavallo, quando la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani aveva affidato ai "viaggiatori" un messaggio che invitava gli amministratori delle regioni toccate dal viaggio ad andare in questa direzione".
E se da un lato il rinvio della chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari può essere letto come un fallimento da parte dello Stato nella sua capacità di raggiungere gli obiettivi preposti, è anche vero che quest'anno in più può rappresentare un'ulteriore opportunità per studiare nuove e più efficaci alternative agli Opg.
Corinna Opara
Nella foto: copertina di "Una via d'uscita - l'esperienza dell'Ospedale psichiatrico nello Stato di Minas Gerais", di Virgilio De Mattos (ed. alpha beta Verlag, 2012)