Il contrasto al bullismo omofobico inizia dalla prevenzione. Vladimir Luxuria ospite dell'Atap
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- Categoria: Scuola ed educazione
- Pubblicato Sabato, 22 Marzo 2014 13:17
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - Anche a Pordenone si segnalano gravi casi di bullismo omofobico e omofobia. Con un'incidenza del 6 per cento sull'intera popolazione scolastica. Se n'è parlato il 21 marzo scorso nel corso del convegno organizzato dall'Atap, l'Azienda di trasporto pubblico pordenonese, in collaborazione con Arcigay Friuli, dal titolo "La libertà d'amare viaggia con noi: bullismo omofobico, luci e ombre in Friuli Venezia Giulia"
Testimonial dell'iniziativa la scrittrice ed ex parlamentare Vladimir Luxuria. "Un bene che si parli di bullismo omofobico - ha sottolineato Luxuria - perché il problema coinvolge anche ragazzi e ragazze molto giovani. Tra questi, chi è più debole deve poter contare sul sostegno di tutti. Famiglia e scuola in primis. Queste iniziative a loro volta devono servire a creare una cultura che isoli i violenti e gli intolleranti, facendo si che siano loro in minoranza".
Luxuria ha poi ricordato alcuni episodi spiacevoli che l'hanno vista protagonista fin dalla giovanissima età: "Come quando la maestra mi bacchettò le mani soltanto perché ammisi davanti a tutta la classe che a me non piacevano le femminucce, o quando fui irrisa per tutto il percorso della gita da Foggia a Rimini in autobus".
Violenze fisiche ai danni di minorenni omosessuali avvenute in centro a Pordenone, genitori che rifiutano i propri figli nel momento in cui vengono a sapere della loro omosessualità, insegnanti impreparati che usano termini volgari, che si accaniscono con comportamenti vessatori nei confronti di soggetti già presi di mira per la loro omosessualità.
Questi alcuni dei casi emersi in 5 anni di progetto scuola regionale Arcigay-Arcilesbica, in collaborazione con l'Assessorato regionale all'Istruzione, Ufficio scolastico regionale e Università di Trieste, e rivelati da Giacomo Deperu, presidente di Arcigay Friuli.
In provincia di Pordenone, in cui era già operativa la campagna di sensibilizzazione anti omofobia negli istituti superiori, per la prima volta, lo scorso febbraio, il progetto è entrato anche nelle scuole medie, coinvolgendo tutte le classi terze, per un numero complessivo di circa 100 studenti, del Comune di Casarsa, città natia di Pierpaolo Pasolini.
Anche l'azienda di trasporto pubblico pordenonese, che ha promosso il convegno di ieri, ha annunciato delle nuove misure anti-bullismo. "Atap è da anni attenta alle problematiche sociali - ha dichiarato il presidente dell'Atap, Mauro Vagaggini - avendo già promosso campagne per la sicurezza, per il rispetto dell'ambiente, per la salute".
"Il tema del bullismo ci sta particolarmente a cuore perché i riguarda i giovani, che rappresentano la maggior parte della nostra utenza. E siamo orgogliosi di essere una delle prime, se non la prima, azienda di trasporto pubblico in Italia, che promuove una riflessione importante sull'omofobia".
"Da parte nostra, inoltre, contro ogni forma di discriminazione e di violenza, stiamo cercando dei deterrenti anche dal punto di vista tecnologico, e infatti abbiamo dotato la nostra flotta urbana di un sistema di video sorveglianza e presto anche nel servizio extraurbano, che già conta di due mezzi a ciò adibiti, saranno avviati 8 nuovi bus con il medesimo sistema. La cui efficacia è garantita dalla preziosa collaborazione in essere con le forze dell'ordine".
A sostegno della necessità di rafforzare la sensibilizzazione in essere, l'Arcigay ha purtroppo segnalato ben 3 casi sospetti nei soli ultimi 12 mesi di suicidi di adolescenti omosessuali nella nostra regione.
"Purtroppo - ha fatto sapere Margherita Bottino, psicologa e referente del progetto regionale "A scuola per conoscersi"- il bullismo omofobico non è sanzionato come altre forme di discriminazione. E le vittime sono spesso alle prese con la paura di rivelarsi, anche a causa della pericolosa ilarità con cui a volte viene trattato il tema".
L'associazione Arcigay, che ha istituito uno dei primi servizi in Italia di "telefono amico" (0432/523838) per gay e lesbica, registra circa 150 chiamate l'anno per denunciare casi di disagio legati all'omofobia.