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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Magris non spaventa i maturandi triestini

Magris non spaventa i maturandi triestini

Trieste - Esame di Stato edizione 2013. Mercoledì scorso quasi 500.000 ragazzi dell’ultimo anno di scuola superiore in tutta Italia si sono misurati con la prova scritta d’italiano e una scelta di tracce fra le più contestate della storia dell’istruzione pubblica in Italia. Giornali, Internet e tv sono stati inondati dalle proteste di ragazzi, insegnanti ed esperti di ogni ordine e grado che hanno rivendicato il diritto di confrontarsi sui temi dei programmi tradizionali. Tra le scelte più contestate, quella di sottoporre agli studenti per l’analisi testuale un passo di Claudio Magris: troppo moderno (ben vivo e vegeto, a differenza dei grandi monumenti della letteratura italiana) e troppo periferico rispetto al cuore toscano della cultura italiana.

Ma non in tutte le scuole d’Italia le cose sono andate alla stessa maniera. Al liceo scientifico “Galileo Galilei” di Trieste abbiamo incontrato un’insegnante soddisfatta delle proposte ministeriali. Sabrina Alfonsi è direttrice del Dipartimento “Boccaccio” (coordinamento degli insegnanti di lettere) del liceo triestino che da tempo si propone sul territorio regionale come scuola dell’innovazione. Finita la correzione della prima prova scritta, ci ha raccontato com’è andata nella città di Svevo e Magris la contestata prima prova scritta dell’Esame di stato 2013.

Allora, prof. ssa Alfonsi, le sono piaciute le tracce della Prima Prova Scritta dell’Esame di Stato?

Mi è piaciuta moltissimo la scelta del Ministero di proporre un testo di Claudio Magris per l’analisi testuale: non solo per l’ammirazione che ho personalmente per questo scrittore, ma anche perché si tratta di una figura della cultura contemporanea. Il passo incentrato sul tema del viaggio era molto interessante perché offriva agli studenti più spunti di riflessione. In più, all’interno di un progetto P.O.F. rivolto a tutti gli studenti delle classi quinte avevo trattato durante l’anno scolastico proprio il tema del viaggio in un’ottica di letteratura comparata, con l’obiettivo di preparare gli studenti alla stesura di saggi brevi per diversi ambiti. Per questo motivi gli studenti della mia scuola hanno accolto molto bene questa scelta ministeriale e hanno risposto con delle prove sicuramente positive.  Il tema del viaggio si presta ad una molteplicità di interpretazioni perché può essere visto in senso fisico, materiale ma può anche offrirsi ad chiave di lettura simbolica che è quella che i ragazzi hanno sviluppato, devo dire anche con una certa sensibilità e con originalità di contributi personali. Stessa fortuna ha avuto la traccia dedicata al rapporto fra individuo e società di massa: grande interesse ha destato la Marilyn Monroe di Andy Wharol, ne avevamo già parlato a lezione e molti studenti avevano già deciso di inserire nelle loro “tesine” per l’orale delle tematiche relative al rapporto fra arte e consumo. La seconda traccia della tipologia “B” (saggio o articolo di giornale di ambito socio-economico) incentrata sulla crisi economica era sicuramente molto interessante e molto attuale, ma è stata sviluppata da pochi studenti perché richiedeva molte conoscenze da acquisire al di fuori della scuola.Insomma abbiamo avuto fortuna, ma forse anche un buon intuito nel cogliere le tendenze già contenute nelle Indicazioni nazionali sull’Esame di stato.

Nessuna nota negativa?

Due note negative per le tracce storiche: il dossier del saggio breve sull’omicidio ha messo in difficoltà i ragazzi che si sono trovati di fronte a dei casi riferibili a contesti storici assai diversi. Era molto difficile produrre dei collegamenti efficaci fra i diversi omicidi.  Viceversa, era da prevedere che la tendenza negli elaborati fosse quella di riportare in maniera corretta le fonti senza arrivare alla formulazione di una tesi da far emergere con chiarezza. Ma il limite era nella traccia stessa. Anche il tema di argomento storico sui BRICS presentava un argomento di stringente attualità, per quanto ricollegabile a molti temi della storia del ‘900, ma praticamente inavvicinabile da chi non avesse letto molti articoli e molti contributi scientifici sull’argomento. Qui bisognava che il Ministero avesse un occhio di riguardo per quello che viene fatto e che si può effettivamente fare a scuola, il tempo a disposizione degli insegnanti di storia è sempre troppo poco in confronto a tutti i temi di attualità che meriterebbe affrontare.

Mi è piaciuto molto il tema di argomento generale, la frase di commentare sull’evoluzione intesa come cooperazione e non come sopraffazione era molto interessante anche se non facilissima. Assieme all’analisi del testo di Magris era la traccia che lasciava più spazio alla creatività nella scrittura; certamente l’assenza di fonti da seguire ed utilizzare lasciava in difficoltà gli studenti più sprovvisti di una solida preparazione filosofica. L’hanno scelta in pochi, ma quelli che l’hanno affrontata l’hanno svolta veramente bene.

L’hanno sorpresa le proteste degli studenti che hanno dichiarato di non sapere chi fosse Claudio Magris?

Il fatto che Claudio Magris sia stato molto criticato sui social network e alla tv mi lascia perplessa: si tratta di uno scrittore candidato da anni per il premio Nobel, altroché uno scrittore di frontiera.

Sembra che ci sia un conflitto fra le indicazioni del Ministero, che propone per la terza volta in dieci anni uno scrittore triestino contemporaneo come punto di riferimento nel panorama letterario italiano e la pratica della scuola reale, ancorata al culto dei classici.

Sono contenta che non sia stato proposto un classico, anche se immagino che i ragazzi sarebbero stati più contenti di confrontarsi con un autore trattato in molte lezioni. E’ un segnale di svecchiamento e di allontanamento dell’accademismo, un avvicinamento alla contemporaneità finalmente visibile, che il Ministero cerca di favorire già da qualche anno. Noi al Galilei questo segnale l’abbiamo colto da tempo, tant’è vero che in occasione della simulazione della prima prova dell’Esame di stato che si è svolta a metà maggio abbiamo scelto un testo assolutamente antiaccademico e al contempo un vero classico della cultura italiana contemporanea, un pezzo tratto dalla “Ballata dell’amore cieco” di Fabrizio De André. A parte i temi di argomento storico, il mio giudizio sulle prove è assolutamente positivo, spero che il Ministero continui su questa strada.

Resta il problema dei criteri di valutazione.

Sarebbe molto meglio utilizzare una griglia di valutazione valida a livello nazionale. L’attuale sistema garantisce un’omogeneità di giudizio all’interno delle singole scuole, ma quando ci si confronta con i metri di giudizio dei commissari esterni possono insorgere dei problemi. Il Ministero dovrebbe fare in modo da escludere una certa soggettività nella interpretazione dei criteri di giudizio e nella valutazione.

Lo scritto di Italiano resterà l’unico strumento di accertamento delle competenze linguistiche degli studenti italiani?

No, è prevista la prova Invalsi, dei questionari a risposta multipla dedicati alla comprensione del testo e alla decodificazione degli elementi lessicali. Si tratta di una prova che fa emergere determinate abilità e competenze che però non consentono ai ragazzi di argomentare le loro risposte: se devo esprimere un mio parere ben venga una prova che sia accompagnata da criteri di giudizio validi a livello nazionale, basta che non soppianti l’attività di scrittura che costituisce ancora una risorsa insostituibile per lo sviluppo delle capacità di argomentazione.

Insomma il Ministero non ha sbagliato quasi niente.

Non è vero, ha sbagliato un’ennesima volta su un punto importante. Ad una scuola ormai altamente femminilizzata nei suoi livelli professionali ha proposto un dossier di testi usciti tutti dal pugno di scrittori, artisti e intellettuali maschi. Stupisce che sia stata una Ministra ad avvallare questa scelta che restituisce un’immagine della cultura assolutamente fuorviante, in cui il pensiero e l’attività delle donne sembra assente. Non è escluso che stavolta ci facciamo sentire con una lettera di protesta.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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