Maxi concorso per la scuola già sotto tiro. Friuli Venezia Giulia regione più penalizzata. Scioperi in vista
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- Categoria: Scuola ed educazione
- Pubblicato Mercoledì, 26 Settembre 2012 17:28
- Scritto da Tiziana Melloni
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Roma - Friuli Venezia Giulia escluso da moltissime classi del concorso pubblico per 11.542 docenti. Poco più di un centinaio le cattedre a concorso in Regione, di cui 54 per la scuola primaria e 4 per il sostegno. "Se i numeri che circolano non cambieranno, la nostra regione sarà quella che avrà meno posti", ha confermato Natalino Giacomini, segretario generale della Flc-Cgil del Fvg.
Intanto sul concorsone già incombe la minaccia dei ricorsi. I sindacati ritengono positivo il ritorno della selezione diretta ma criticano le modalità ed il mancato coinvolgimento delle rappresentanze sindacali da parte del Ministero.
Secondo Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, è “condivisibile l’obiettivo di rimettere in funzione un canale ordinario di reclutamento fermo ormai da 13 anni: la piena salvaguardia dei diritti e delle attese di chi è in graduatoria a esaurimento, che la Cisl Scuola ha sempre rivendicato con forza, non può infatti trasformarsi nella negazione sine die delle aspettative di chi non vi è incluso”.
Tuttavia, Scrima condanna “il modo in cui si arriva a questo concorso”, perché “rischia di creare, in realtà, più problemi di quanti ne dovrebbe risolvere. Il bando viene emanato sotto la pressione di un’urgenza di cui si fatica a comprendere le ragioni”. Secondo il leader della Cisl Scuola la fretta è, infatti, “sempre cattiva consigliera”, oltre ad aver “visto sacrificate oltre misura le occasioni di un serio confronto: ne è scaturito un bando di concorso che fornisce troppi spunti di possibile contenzioso”.
L'Anief, Associazione Professionale e Sindacale, in un comunicato a firma del suo presidente Marcello Pacifico, fa sapere che "il concorso è stato bandito grazie a una legge di 18 anni fa che è stata subito violata”.
E per questo annuncia una “pioggia di ricorsi”. Ad iniziare da dalla negata possibilità di parteciparvi a “tutti i laureati dell'ultimo decennio e ai docenti già di ruolo: si tratta di esclusioni clamorose, di cui il Ministero dell'Istruzione dovrà dare spiegazione in tribunale”.
"Un concorso pubblico regolato dal Testo Unico del 1994, come quello bandito dal ministero dell'Istruzione - ha detto Pacifico - deve obbligatoriamente rispettare i parametri della normativa vigente. Altrimenti vanno cambiate le regole attraverso nuove leggi approvate dal Parlamento e dagli organi competenti. Cosa che il ministro Profumo non ha fatto".
L’Anief ha annunciato che i ricorsi riguarderanno, inoltre, la soglia di 35/50 come punteggio minimo del test preselettivo; l’obbligo della prova in lingua straniera nella scuola elementare; l’obbligo dell’accertamento della conoscenza della lingua straniera all’orale per tutti i candidati; la facoltà di optare per il punteggio più favorevole acquisito in un precedente concorso; la permanenza nelle graduatorie; l’allestimento di una graduatoria di merito di validità triennale.
Di ricorsi aveva parlato anche la Flc-Cgil, sostenendo, tramite il proprio segretario generale Mimmo Pantaleo, che sarebbe stata ormai l’unica possibilità per opporsi ad una forma concorsuale reputata troppo selettiva prima ancora di essere avviata.
Critico anche Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti: “Non mettiamo in dubbio - ha detto - che il concorso sia una grande opportunità. Anzi siamo stati i primi a chiedere che fossero ristabiliti i criteri naturali di selezione della classe docente”.
Ma “mettere in piedi la macchina concorsuale - continua Di Meglio - senza aver prima affrontato i problemi di tutti coloro che sono già abilitati all’insegnamento, costituisce solo un grande spreco e mostra l’indifferenza ministeriale nei confronti dei precari”.
La Gilda, infine, ribadisce la sua contrarietà sul metodo seguito dal Miur fino a questo momento: “Mai, fino a ora - conclude il leader della Gilda - un ministro aveva fatto un passo così importante come quello di indire un concorso senza curarsi di consultare i sindacati e ascoltare il loro parere”.
Reazioni negative sono giunte anche a livello politico. Previste mobilitazioni nei prossimi giorni, a partire dalle giornate di lotta indette dalle organizzazioni studentesche per il 5 e il 12 ottobre e dallo sciopero della scuola indetto dalla FLC per la stessa giornata del 12.