La Superluna e la bora, avventura sulla rocca di Monrupino: foto e video col cannocchiale
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- Categoria: Scienza e tecnologia
- Pubblicato Martedì, 15 Novembre 2016 11:07
- Scritto da Stefano Savini
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Trieste - La sera del 14 novembre il fotoreporter Stefano Savini si è recato sul Carso triestino con la reflex ed un cannocchiale fotografico (digiscoping) per catturare il sorgere della luna piena al perigeo. Ecco il racconto della sua esperienza.
"Mi è venuto naturale andare alla Rocca di Monrupino, da dove so che si ha una vista aperta sul monte Nanos, dietro il quale, in questi periodi dell'anno, si può vedere il sorgere della luna piena.
Le orbite elicoidali della luna portano, al levar della stessa, ad una visione più grande di questo satellite che quest'anno ha toccato "solo" i 356.000 km di distanza dalla Terra, invece degli abituali 382.000.
Ci sono un sacco di problematiche per riuscire a effettuare le riprese di questo fenomeno. Il primo è la distanza stessa della luna che interpone tutta l'atmosfera fra chi fotografa e il satellite.
Poi bisogna scongiurare la presenza delle nuvole che purtroppo, nonostante la bora, erano presenti proprio nei dintorni del monte Nanos e quindi hanno oscurato parzialmente il sorgere del satellite.
Il terzo problema da affrontare è il freddo: più fa freddo e maggiore è la qualità dell'aria pulita che permette le riprese, ma il freddo a Trieste e dintorni significa spesso Bora, che è un vento incostante, con variabilità di raffiche, che rendono complicati i tentativi di fotografare la luna.
Al mio arrivo c'erano già quattro persone e poi sono aumentate, diventando una trentina circa. Il freddo portato dalla Bora mi ha obbligato a mettermi una tuta termica con sopra una normale tuta e infine i pantaloni normali, idem con la parte alta del corpo, poi zuccotto e guanti fotografici che permettono l'uso delle dita.
Sulla testa ho dovuto mettere una torcia frontale per poter manovrare prima la reflex con un 400mm f2.8 duplicato 2x e poi con tanta pazienza, usare un cannocchiale terrestre per le riprese a luna alta.
La velatura parziale attorno al monte Nanos ha tolto molto dettaglio al risultato finale, facendo sembrare video e foto sfuocate. Infatti per questo motivo - non per il freddo come per molti presenti - ho abbandonato le riprese dopo neanche un’ora e mezza per mancanza di risultati convincenti.
Peccato veramente, anche se la percezione visiva reale non rendeva in maniera evidente la maggior vicinanza del satellite alla nostra amata Terra".
Proponiamo un video ed alcuni scatti effettuati al suo sorgere con il cannocchiale da digiscoping.
Il video mostra la velocità con cui il nostro satellite si muove, e la forza del vento sul Carso (raffiche di 90 km/h).
Le antenne che si stagliano contro la luna sono quelle che si trovano sul monte Nanos.
Video e foto di Stefano Savini. Licenza Creative Commons: uso non commerciale, citare la fonte.