La fine del mondo? In FVG spettacolo in poltronissima all'Osservatorio di Talmassons
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- Categoria: Scienza e tecnologia
- Pubblicato Martedì, 18 Dicembre 2012 22:25
- Scritto da Tiziana Melloni
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Talmassons (Ud) – In occasione della fine del mondo, il 21 dicembre alle 21, il Circolo Astrofili apre le porte dell'Osservatorio astronomico, sito in via Cadorna 57 a Talmassons, a tutti gli appassionati del cielo. Molto sportivamente, l'invito è stato esteso alla creatura alta tre metri e mezzo che si aggira per le rotatorie di Mortegliano.
Anche se poi si rivelerà una notte come tutte le altre, con la ricca strumentazione dell'Osservatorio si potranno vedere – meteo permettendo - Giove, con la sua complessa atmosfera e i satelliti, la Luna, la nebulosa di Orione e le costellazioni invernali.
Lo annuncia il presidente del Circolo, Lucio Furlanetto, uno dei soci della prima ora dello storico sodalizio della Bassa Friulana, che abbiamo intervistato.
Il 2012 infatti è un anno speciale non solo per i Maya, ma anche per gli amatori di astronomia di Talmassons e dintorni: il Circolo ha appena festeggiato il 20° anniversario di fondazione, come ci racconta Furlanetto: “Abbiamo iniziato in nove, ora siamo più di cinquanta. Prima con la strumentazione privata e poi con la costruzione dell'Osservatorio, di anno in anno abbiamo contribuito a far crescere la divulgazione scientifica e a diffondere l'osservazione degli astri, cominciando con le Lacrime di San Lorenzo dalla chiesetta di Sant'Antonio di Talmassons”.
Infatti, come si legge nel sito web del Circolo “lo scopo principale del C.AS.T. è diffondere lo studio e la cultura dell’astronomia, dato il suo valore formativo, essendo anche stimolo alla riflessione sul valore della vita e della conoscenza scientifica”. L'osservatorio ha una madrina d'eccezione, l'astronoma Margherita Hack.
Nel solo anno in corso il C.AS.T. ha svolto lezioni nelle o per le scuole di Talmassons, Gonars, Udine, Mortegliano, Rivignano, Bertiolo, Teor, Lestizza, Castions di Strada, Aiello del Friuli, San Vito al Tagliamento, oltre che attività con le estati ragazzi o le associazioni a Codroipo, Visco, Muzzana del Turgnano, Carlino, Bertiolo. L'elenco delle manifestazioni effettuato nelle due decadi di vita sarebbe troppo lungo da fare.
L'anno della grande svolta per il C.AS.T. è stato il 1997, con il passaggio della cometa Hale-Bopp: “Un corpo celeste di straordinaria luminosità – ricorda il presidente – rimasto visibile ad occhio nudo alle nostre latitudini per ben 4 mesi. Furono moltissimi ad accostarsi all'astronomia in quell'occasione”.
Fu deciso così di costruire un vero e proprio Osservatorio, con una cupola di 4 m di diametro, un telescopio riflettore Newton da 350 mm ed altra strumentazione, tra i quali un telescopio Smidt-Cassegrain da 11 pollici e 1/4 impiegato per la divulgazione e la fotografia. L'Osservatorio è stato inaugurato l'11 agosto 2001. Furono certamente d'aiuto i contributi del Comune di Talmassons, della Regione e di uno sponsor privato, ma i 2/3 della somma richiesta per la sua costruzione furono trovati dagli stessi soci, mediante le manifestazioni nelle piazze dei paesi, le cosiddette "Luna in Piazza".
Quest'anno il Circolo ha acquistato un nuovo telescopio, sempre un Newton, da 500mm di diametro e ne sta attualmente curando il montaggio. Lo strumento sarà operativo entro l'estate del 2013.
A Lucio Furlanetto chiediamo ancora qualche ragguaglio sull'imminente catastrofe: “Previsioni e calendari sono privi di fondamento. Nessun allineamento planetario ha influenze rilevanti sulla deriva dei continenti o sul magnetismo terrestre”.
Ma quale evento celeste potrebbe costituire una minaccia per la Terra? “La caduta di un asteroide è un evento sempre possibile. Il 30 giugno 1908 a Tunguska, in Siberia, in una zona fortunatamente disabitata, l'impatto di un asteroide da 30 a 60 metri di diametro causò un'esplosione di 15 megaton, la quale distrusse 60 milioni di alberi su una superficie di 2150 km², vale a dire circa metà della provincia di Udine. Un oggetto di 200 metri di diametro non causerebbe la distruzione dell'intera Pianura Padana, ma sicuramente creerebbe danni così rilevanti da mettere in ginocchio la nostra nazione”.
Si tratta di episodi poco probabili? “Non proprio. Calcoli recenti hanno mostrato che la Terra è colpita almeno una volta l'anno da oggetti con un'energia più o meno pari ai 5 megaton. La probabilità di una collisione delle dimensioni di Tunguska è stimata in circa una ogni 400-1800 anni”.
“In ere lontane, l'impatto di grandi asteroidi ha provocato estinzioni di massa della vita sulla Terra. Si pensa che il processo evolutivo sia stato bloccato più e più volte, per poi ripartire. In epoche primordiali gli impatti erano molto più frequenti, dato il grande numero di frammenti di materia che erano presenti nel Sistema Solare (i planetesimi)”.
Niente però che, oggi, si possa prevedere? “Attualmente c'è un'attenzione crescente agli asteroidi più vicini alla Terra, che sono migliaia. Sono costantemente sotto osservazione e sono allo studio strategie diverse per evitare un impatto con la Terra. Ma il comportamento degli asteroidi, come anche quello delle comete, non può essere oggetto di previsioni a lunghissimo termine. Devono venir tenuti sotto sorveglianza continua”.
Quindi, con buona pace dei Maya, la fine del mondo sarà una sorpresa più in là nel tempo. Il comportamento di alcuni sciami di meteore, tuttavia, si conosce abbastanza bene da permetterci degli appuntamenti romantici con le stelle cadenti.
Lucio Furlanetto è un esperto dell'osservazione visuale di meteore e lo scorso mercoledì 12 dicembre, in occasione del passaggio delle Geminidi, è riuscito a vedere ben 133 meteore: “Le Geminidi – spiega Furlanetto - sono visibili dal 3 al 19 dicembre, con un apice di attività tra il 12 e il 14 dicembre. Provengono dall'asteroide 3200 Phaeton, che in seguito si è appurato essere il nucleo di una cometa estinta. Se ne può vedere chiaramente un discreto numero, anche se l'inquinamento luminoso, che nella nostra regione è molto alto, ne oscura quelle più deboli, che poi sono la maggioranza”.
A proposito di illuminazione notturna, Furlanetto lancia un ammonimento: “Neanche grandi città europee come Parigi o Berlino creano un inquinamento luminoso come quello della nostra Pianura Padana. Che senso ha ad esempio illuminare a giorno vie extracittadine dove non passa una persona in tutta la notte o un campo sportivo di paese fino a mezzanotte quando si sa che i giocatori si allenano solo sino alle ventidue? È uno spreco non solo inutile, ma anche dannoso per le specie animali notturne, per le piante ed anche per noi umani”.
E, posto che ci arriviamo, cosa ci attende nei cieli del 2013? “A febbraio-marzo una nuova cometa potrebbe regalarci delle belle emozioni. Si tratta della C/2011 L4 (PANSTARRS), scoperta dal Pan-STARRS 1, un telescopio automatico situato sull’isola hawaiiana di Maui. La cometa raggiungerà il perielio (la minima distanza dal Sole, ndr.) il 10 marzo, a circa 50 milioni di km dalla Terra, e potrebbe brillare di magnitudine +1,0 circa, sull’orizzonte occidentale dopo il tramonto”.
“A novembre è attesa la cometa C/2012 S1 ISON, la quale potrebbe generare una lunga e luminosa coda, tanto - si spera - da poterla paragonare alla grande cometa del 1910. In ogni caso, come sempre per le comete, tutto dipende dal contenuto di ghiacci del loro nucleo e dal loro tasso di sublimazione man mano che le temperature aumenteranno con il loro avvicinarsi al Sole.
Insomma, per dirla con Amleto, “Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”. A dispetto dei catastrofisti dunque, e nonostante la tracotanza delle luci artificiali, il cielo ci offre ogni notte spettacoli indimenticabili, come testimoniano le splendide foto dei soci del Circolo, cortesemente concesse a Fvgnotizie.
Di seguito: esterno dell'Osservatorio di Talmassons; l'invito per la serata da fine del mondo; la cupola dell'Osservatorio; meteora Perseide da Sant'Antonio di Talmassons (foto di Stefano Codutti); la cometa Hale-Bopp dietro al campanile di Talmassons (foto di Stefano Codutti); la Hale-Bopp dal monte Matajur (foto di Paolo Beltrame); la Hale-Bopp da Castions di Strada (foto di Mario Zorzenon); la nebulosa di Orione dal monte Matajur (foto di Paolo Beltrame); l'eclisse Totale di Sole del 29 marzo 2006 negli scatti di Lucio Furlanetto e Marco Cosmacini; passaggio di Venere sul Sole dell'8 giugno 2004 da Talmassons (foto di Paolo Beltrame).
Le foto dell'esterno dell'Osservatorio sono tratte dalla pagina Facebook del Cast.